Irrigare il prato

irrigare il prato

Il prato necessita di essere irrigato soprattutto nel periodo che va dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno, anche se talvolta i prati ornamentali hanno bisogno di essere irrigati anche in inverno, soprattutto nelle zone a clima più mite nelle quali può accadere che non piova per qualche tempo. Gli inverni poco piovosi portano infatti ad una germinazione precoce del prato e ammorbidire il suolo in questi casi servirà ad aiutare le giovani piante.

L’irrigazione del prato tuttavia è un’operazione molto delicata che rischia di rivelarsi dannosa; se da un lato infatti l’acqua favorisce lo sviluppo delle piante rendendo il tappeto più fitto, ne fortifica le radici e ne intensifica il colore, dall’altro esercita i medesimi benefici anche sulle tanto detestate erbe infestanti. Inoltre, se eccessiva, la quantità di acqua fornita può causare la comparsa di funghi, soprattutto a fine estate ed inizio autunno.

Per questi motivi all’arrivo dei primi caldi è fondamentale non farsi prendere dal panico e guardarsi bene dal commettere due errori piuttosto comuni: usare grandi quantità di acqua o, peggio, irrigare con parsimonia ma frequentemente; quest’ultimo tipo di intervento, ad esempio, favorisce lo sviluppo delle specie infestanti. Quando si irriga il prato quindi è meglio tenere conto dei seguenti fattori:

Piante grasse: il Notocactus

notocactus

Tra piante grasse maggiormente diffuse alle nostre latitudini ci preme ricordare il Notocactus, pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America del sud (in particolare Argentina, Brasile ed Uruguay).

Il genere comprende una quindicina di specie, per lo più a forma globosa o cilindrica, caratterizzate da spine bianche o giallastre e da fioriture a forma di imbuto che possono assumere colorazioni diverse.

E’ una pianta coltivata in appartamento per via della scarsa resistenza alle basse temperature, sebbene in condizione di clima favorevole possa essere coltivata anche all’esterno, per ornare – ad esempio – i giardini rocciosi. In ogni caso, è bene collocare la pianta in un luogo riparato ed esposto il meno possibile alle correnti d’aria ed ai bruschi cambi di temperatura.

Giardini rocciosi o rock garden: chi bene inizia è a metà dell’opera!

rock garden

Dopo queste prime considerazioni su giardini rocciosi e rock garden si può definire, a grandi linee, la futura struttura della roccaglia, sia in estensione che in al­tezza.

Per far ciò, si cominci col porre alcuni massi abbastanza grossi ai punti estremi dello spa­zio prescelto

la roccaglia non deve mai ave­re forma geometrica ma, piuttosto, un anda­mento impreciso, « a macchia d’olio ».

Poi, nel luogo in cui il rock garden deve raggiun­gere la sua massima altezza, bisogna costrui­re un monticello di pietre o detriti, assestan­do il tutto molto bene e fissando le rocce con terra pressata o addirittura con un po’ di cemento. Sopra l’improvvisato monticello trova posto il solito masso che segna il pun­to da cui la roccaglia deve digradare dolce­mente sino all’altezza dei massi precedente­mente disposti e che si trovano quasi a livel­lo del suolo.

Concimare il prato

concimare il prato

Lo sviluppo del manto erboso, il taglio dell’erba e gli agenti atmosferici impoveriscono progressivamente il terreno del proprio contenuto di sostanza organica ed elementi minerali; per questo motivo è necessario reintegrare queste componenti attraverso concimazioni periodiche. Tenuto conto che un concime completo è composto da macroelementi quali azoto, fosforo e potassio e da microelementi quali ferro, magnesio, boro e manganese, non esiste in realtà una miscela universale adatta a tutti i tipi di prato; la scelta del concime impiegato dipende infatti da fattori quali appunto il tipo di prato (rustico, ornamentale, sportivo) e delle specie impiegate per realizzarlo.

Giardini rocciosi o rock garden: createli con stile

giardini rocciosi

Se si abita in montagna o presso il mare, per realizzare il nostro rock garden, non c’è di meglio che utilizzare piccoli mas­si o pezzi di roccia esistenti nelle immedia­te vicinanze. Se invece si abita in pianura è bene servirsi di sassi di fiume, piuttosto gros­si, levigati dalla corrente e di vario colore.

E importante evitare l’uso dei conglomerati, ossia di rocce formate da un impasto di tipo cementizio in cui è incorporata della grossa ghiaia. È anche sconsigliabile il tufo che tal­volta è così ricco di anfrattuosita da sem­brare finto e che si rivela piuttosto difficile da sistemare.

Ad ogni modo, è bene tener presente che l’uso di blocchi di roccia troppo piccoli ge­nera solo confusione.

È necessario anche poter disporre di un buon numero di lastre di pietra o di sassi di forma piatta per creare alcuni gradini utili a trattenere il terriccio e ad ancorare perfet­tamente le piante per impedire che al primo acquazzone tutto frani miseramente riducen­dosi a un solo e informe ammasso.

Giardini rocciosi o rock garden, tutto ciò che c’è da sapere

Rock Garden

Fra i lavori che tra Febbraio e Aprile possono gradevolmente occupare il tempo libero di quanti «lui» amano dedicarsi al giardinag­gio, due sono di notevole importanza ai fini dell’armonico disegno del giardino:

Cominciamo a parlare, appunto, delle roc­caglie e del modo migliore per coltivare le piante che  servono a decorarle.

Quasi   sconosciuta  in Italia   sino agli anni Cinquanta, la roccaglia è ormai diventata di gran moda anche da noi, dopo essersi dif­fusa dalla Gran Bretagna (dove probabilmen­te è nata la tecnica del rock-garden) in Sviz­zera, in Austria e in Germania.

È indubbio che il rock garden esaudisce le aspirazioni di qualsiasi appassionato di giar­dinaggio e ne mette in risalto la bravura. Infatti curare a dovere una roccaglia non è facile né semplice, così come non è facile costruirla rispettando i canoni fondamentali e cercando di ricreare, in miniatura, un ti­pico paesaggio alpino o mediterraneo senza cadere in eccessi tipo «nanetti fra le rocce».

Le sostanze tossiche delle piante

piante tossiche

Le nostre amiche piante ci aiutano a rallegrare l’ambiente sia esterno o interno, e spesso sono utili nel trattamento di diverse patologie. Capita però che il dosaggio sia errato o che alcune parti di esse vengano ingerite accidentamente e causino così dei disturbi più o meno gravi per l’organismo.

Può capitare, ad esempio, che un bambino venga attratto dal colore delle bacche di una particolare pianta e ne ingerisca una certa quantità che risulterà poi tossica. Ma gli adulti non sono immuni da simili problemi, visto che a volte confondono una specie con un’altra, prelevando parti tossiche o velenose.

E allora andiamo a vedere insieme quali sono le sostanze nocive per la salute umana, ricordando al lettore che è sempre bene consultare un esperto prima di qualunque operazione fai-da-te.

Piante da appartamento: la cordilina

cordilina

La cordilina (Cordyline fruticosa) è una pianta da appartamento appartenente alla famiglia delle Agavacee, originaria dell’Australia, ma diffusa anche in Asia. La cordilina presenta foglie grandi che quando sono giovani possiedono un colore rossiccio, ma che diventano verdi con il passare del tempo, di forma lanceolata lunghe fino a 35 centimetri. La pianta inizierà ad assumere l’aspetto di una palma via via che crescerà, in quanto perderà le foglie alla base; può raggiungere un metro e 20 centimetri d’altezza per 50 centimetri di diametro.

Per quanto riguarda le cure di cui ha bisogno, ogni due anni in primavere è consigliato procedere al rinvaso o a rinnovare la parte superficiale del substrato; è inoltre opportuno eliminare con una spugna umida la polvere che si è accumulata sulle foglie. Questa pianta ama le esposizioni indirette alla luce; a proposito delle annaffiature, c’è da sapere che in primavera e in estate bisogna bagnarla due volte alla settimana e vaporizzare le foglie; in autunno e in inverno basterà una volta a settimana, facendo comunque attenzione ad evitare il ristagno di acqua per non far marcire le radici.

Tagliare l’erba del prato

tagliare l'erba del prato

Perchè il prato si mantenga inalterato nel tempo è necessario sottoporlo a cure periodiche. Più precisamente, la manutenzione del prato richiede due ordini di interventi: ordinari e straordinari. La manutenzione ordinaria del prato richiede operazioni quali taglio, irrigazione, concimazione e risemina, mentre rientrano nella manutenzione straordinaria operazioni quali diserbo, difesa fitosanitaria, sabbiatura, aerazione, rigenerazione e sostituzione di parte del manto erboso.

Oggi ci occuperemo di uno degli interventi ordinari più delicati, ovvero il taglio (o sfalcio) dell’erba.

Tagliare l’erba del prato è l’operazione che richiede maggior cura e attenzione; se l’erba viene sfalciata in malo modo questo può pregidicare la bellezza e la salute del manto erboso. Poichè serve sia a regolare la lunghezza delle foglie sia a indurre lo sviluppo vegetativo degli steli, il taglio, se fatto bene, permette di ottenere i seguenti risultati:

  • sviluppo di nuovi germogli e radici;
  • infittimento del manto;
  • limitazione dello sviluppo di piante infestanti.

Piante da appartamento: il Filodendro

filodendro

Il Filodendro (nome botanico Philodendron) è una pianta appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria dell’America centrale, che comprende all’incirca 300 specie, molto differenti tra loro per forma e dimensione.

In linea di massima, però, si può dire che si tratta di piante rampicanti o striscianti, tutte ornamentali e capaci di rallegrare l’ambiente circostante con le loro foglie di grandi dimensioni, ora ovali ora cuoriformi.

Alle nostre latitudini viene coltivata per lo più in appartamento, dove è davvero difficile ammirararne sia le infiorescenze che i frutti, ma nelle zone tropicali, dove la temperatura ne consente la coltivazione all’aperto, il Filodendro è in grado di regalare uno spettacolo ancor più suggestivo, grazie ai fiori avvolti in spate dal colore giallastro.

Piante grasse, il saguaro

saguaro

Il nome comune della Carnegiea gigantea è saguaro, ed è un cactus a crescita lentissima ma molto longevo, originario dell’America settentrionale e centrale; la sua crescita è veramente molto lenta: può impiegare anche 30 anni per raggiungere il metro d’altezza. Il seguano è una pianta colonnare che inizia a ramificare una volta raggiunti i 150 o 200 centimetri. Queste pianta possiede 15 o 20 costulature poco profonde e spine grigie, in primavera produce grandi fiori bianchi molto profumati ai quali subentrano dei fiori rossi e oblunghi contenti molti semi neri.

Essendo abituato al clima desertico, il saguaro predilige le posizioni soleggiate; teme il freddo tanto che le temperature inferiori ai 4°C provocano danni irreparabili alla sua salute, e quindi necessario tenerlo in casa per tutto l’autunno e l’inverno.

Le erbe aromatiche di Febbraio (seconda parte)

erbe aromatiche

PEROSCHIA
(Perovskia)

Spesso confuse con la salvia le quattro specie del genere vantano buone proprietà decorative. Si tratta di piccoli arbusti alti circa 1 metro, con fiori violacei estivi e foglie dolcemente aromatiche.
Si coltiva in normale terra da giardino, in pieno sole o in lieve ombra, con annaffiature e concimazioni regolari.
Serve per aromatizzare alcune pietanze a base di selvaggina, per dare un particolare aroma ai liquori di tono alpestre e per preparare i sacchettini odorosi da porre negli armadi, tra la biancheria.

Il prato pronto in zolle

prato in zolle

Per realizzare un prato si può ricorrere a due metodi: la semina e la posa di zolle erbose già pronte acquistate in vivai specializzati; quest’ultimo sistema, importato dagli Stati Uniti, si sta diffondendo rapidamente anche in Italia sia per la realizzazione di prati ornamentali, che per la realizzazione di prati sportivi. Questo perchè il prato in zolle è facilissimo da impiantare ed ha il pregio di garantire una copertura immediata, a differenza di quanto accade quando il prato è tradizionalmente ottenuto per semina; bastano infatti poche settimane perchè il manto erboso si stabilizzi.

Una volte acquistate le zolle di erba devono essere messe in posa nel più breve tempo possibile (al massimo 36 ore dopo); al momento dell’acquisto dovrete quindi avere già provveduto alla preparazione del terreno, che dovrà essere misto di terra e sabbia, umido e ricco di sostanza organica. Ciascuna zolla andrà stabilizzata esercitando una leggera pressione in modo da favorire l’adesione delle radici al terreno. Una volta terminata la posa dovrete procedere a una leggera rullatura e solo dopo colmare il distacco tra una zolla e l’altra con un miscuglio di sabbia e torba. Quindi ricordate di irrigare regolarmente nei dieci-quindici giorni successivi.

Le erbe aromatiche di Febbraio (prima parte)

erbe aromatiche

ERBA GERARDA
(Aego podium Podagraria)

Si tratta di una decorativa specie erbacea perenne, alta da 40 cm a 1 m, che vegeta rigogliosa nelle vallette alpine ombrose e fresche. I suoi fiori sono molto larghi, a ombrella, di colore bianco e rosa. Il foglia­me e i semi emanano un caratteristico aro­ma amaro.

Si coltiva in ombra e in terreno umido, se­minando alla fine inverno o dividendo i cespi in autunno o in primavera.

Serve come pianta decorativa per bordo mi­sto, oppure si utilizza come specie aromati­ca in sostituzione del sambuco. Infatti, la gerarda è nota anche come « sambuchella ».