Darlingtonia californica

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La Darlingtonia californica è una pianta carnivora ed è l’unica specie appartenente al genere Darlingtonia; originaria del Nord America, fu scoperta nel 1841 dal botanico William D. Brackenridge sul monte Shasta. Rientra nel novero delle piante utilizzate a scopi medicinali note come fiori californiani ed è conosciuta anche con il nome comune di pianta cobra per il portamento della foglia e per la “lingua nettarifera” simile a quella di un serpente.

Si distingue per le foglie coniche, alte da pochi cm fino a oltre un metro, di colore verde smeraldo con una caratteristica terminazione simile a una cupola (l’opercolo) che lascia aperto solo un piccolo spiraglio inferiore; durante la primavera produce fiori isolati, di colore variabile da giallo verdastro a bruno rossastro.

Sono le ghiandole nettarifere situate all’interno dell’opercolo che attirano gli insetti i quali cadono nella micidiale trappola della darlingtonia quando, nel tentativo di riprendere il volo, urtano contro la cupola e cadono in fondo all’ascidio dove vengono digeriti dalla pianta grazie agli enzimi secreti dalle pareti interne.

Piante invernali: la Bergenia

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L’inverno è la stagione ideale per la Bergenia, che d’estate viene considerata quasi un’erbaccia, mentre nella stagione fredda vede sbocciare dei mazzetti di fiorellini campanulati dal colore che va dal bianco al porpora, che durano per diverse settimane. La Bergenia è una pianta sempreverde originaria dell’Asia centro-meridionale, appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae e caratterizzata da una forte resistenza: si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, anche a quelli rocciosi e calcarei, e non necessita di grandi cure, se non la rimozione dello scapo al termine della fioritura.

Le Bergenie non hanno particolari esigenze per quanto riguarda l’esposizione, anche se preferiscono i luoghi ombreggiati per non rischiare che il sole bruci le foglie. La Bergenia ha bisogno di grandi quantità d’acqua durante il periodo che va da marzo a ottobre, mentre l’annaffiatura può esser sospesa nel periodo invernale; in ogni caso controllate che il terreno non sia troppo asciutto.

Piante da appartamento: l’Aphelandra squarrosa

aphelandra

Il freddo e la pioggia continuano a tormentare le nostre giornate e non c’è nulla di meglio che chiudersi in casa e dedicarsi alla cura delle nostre amiche piante, quelle che nella stagione invernale trovano riparo tra le pareti domestiche, allietando la vista con un concerto di verde.

Un prologo forse superfluo, ma che ci è utile per introdurre la descrizione dell’Alphelandra squarrosa, pianta dalla bellezza unica sia per il fogliame che per la fioritura. Si tratta di una pianta della famiglia delle Acantacee, originaria dell’America centro-meridionale.

In piena terra può avere uno sviluppo considerevole, raggiungendo i 2-3 metri di altezza, mentre se coltivata in vaso non crescerà oltre il mezzo metro. Ha foglie ovali di colore verde chiaro, attraversate da venature bianche o gialle a seconda della specie, mentre i fiori sono generalmente di colore giallo (a volte rosa, rossi o color arancio).

Miltoniopsis, ovvero l’orchidea pansè

Miltoniopsis

Le  miltoniopsis sono orchidee originarie delle foreste andine dell’America centro-meridionale; i loro magnifici fiori, dotati di petali molto grandi e di una vistosa macchia centrale, ricordano le viole del pensiero e a questa caratteristica la pianta deve la denominazione comune di orchidee pansè. I fiori sbocciano numerosi in primavera su un fusto lungo arricchito da foglie sottili.

Data la loro provenienza, le miltoniopsis, da non confondere con le miltonia cui sono state per lungo tempo associate,  necessitano di un clima fresco e prediligono posizioni non troppo luminose. In realtà non si tratta di piante facilissime da coltivare perchè mentre in estate possono essere posizionate in un luogo fresco e ben ventilato, in inverno necessitano di essere poste al riparo all’interno di una serra temperata. E’ pur vero però che presso vivai e garden center sono spesso disponibili ibridi più resistenti alla coltivazione in appartamento.

Piante da interni, la dracena

dracaena

Al genere Dracaena appartengono oltre 150 specie di piante sempreverdi, coltivate a scopo ornamentale, ognuna delle quali conta numerose varietà. Le dracaene presentano foglie lanceolate e coriacee raccolte in ciuffi, che le fanno sembrare simili a piccole palme, e producono fiori abbondanti ma poco vistosi cui segue, in alcune specie, la comparsa di bacche colorate.

Poichè originaria del continente africano la dracena non sopporta temperature rigide ed è ideale per essere coltivata in appartamento o in serra, pur potendo raggiungere un’altezza di diversi metri. Proprio a causa della sua scarsa tolleranza al freddo la dracena non deve mai essere posizionata in ambienti la cui temperatura possa scendere al di sotto dei 7-8°; per questo motivo può essere coltivata in giardino solo nelle zone a clima mite purchè al riparo dai venti e dal gelo e in posizione semi-ombreggiata.

Coriandolo, la pianta amica dello stomaco

coriandolo

Il nostro tour virtuale alla scoperta delle piante di interesse officinale si ferma oggi davanti al Coriandolo, appartenente alla famiglia delle Apiacee ed originario del lontano Oriente.

Il nome botanico è Coriandrum sativum, che trova la sua etimologia nel greco koros = cimice, a causa dell’odore poco gradevole del frutto nella fase precedente alla maturazione. Può raggiungere i 60 centimetri di altezza ed è facilmente riconoscibile per via dei fiori “ad ombrello” dal colore bianco che compaiono nella stagione più calda dell’anno, per lasciare poi il posto a numerosi semi sferici.

Generalmente il Coriandolo si trova allo stato spontaneo, ma è possibile coltivarlo sia come pianta medicinale che come pianta destinata all’uso culinario. Come coltivarlo, dunque, affinché sia utile in cucina e ci aiuti a curare i nostri piccoli grandi malanni?

I parassiti delle piante: l’Iphantria

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L’Iphantria è un lepidottero originario del nord America, introdotto in Europa negli anni 40 e in Italia attorno al 1975, che si è diffuso velocemente dalla Val Padana a tutta l’Italia attraverso i mezzi di trasporto. L’azione di questo parassita è piuttosto grave perché è in grado di causare ingenti danni alle latifoglie.

L’Iphantria è una farfalla bianca dall’apertura alare di 25 o 30 millimetri, che depone uova di colore verde pallido; quando sono neonate le larve consumano le superfici fogliari, e poi, una volta cresciute mangiano l’intera foglia della quale restano solo le nervature. L’Iphantria è in grado di attaccare circa 200 specie di piante, anche se predilige le latifoglie arbustive e quelle arboree, e anche gli alberi da frutto.

Albizia, ovvero l’Acacia di Costantinopoli

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Ancora una volta sulle pagine di PolliceGreen spunta una pianta dalla forma caratteristica, particolarmente apprezzata per la decorazione di parchi e bordure stradali. Parliamo dell’Albizia, appartenente alla famiglia delle Mimosacee ed originaria dell’Asia occidentale, da dove ha trovato poi larga diffusione in tutte le zone a clima temperato del pianeta.

Si tratta di una pianta che può raggiungere i 10 metri di altezza grazie al tronco con portamento eretto ed alla chioma ramificata. Le foglie sono molto somiglianti a quelle della felce, con numerosissime foglioline sottili che regalano alla pianta un aspetto elegante. I fiori invece sono estremamente caratteristici per via dei lunghi stami, che allungandosi offrono uno spettacolo di leggerezza dal colore rosa o violetto.

Bardana per avere una pelle perfetta a Capodanno

bardana fiore

Se volete avere una pelle perfetta per Capodanno iniziate a prepararla utilizzando le proprietà della bardana, un’erba molto depurativa. La bardana è una pianta erbacea diffusa in tutta Italia dal nome botanico di Arctium lappa, le cui proprietà curative sono note fin dall’antichità. Le parti della bardana più usate in fitoterapia sono i rizomi e le radici perché sono molto diuretici e stimolano le funzioni del fegato, depurando tutto l’organismo, e contribuendo ad abbassare i livelli del colesterolo e della glicemia.

Inoltre, la bardana svolge una leggera azione antibiotica che aiuta combattere le infezioni e a contrastare l’insorgenza di eczemi, acne e altri problemi di pelle. Le foglie di bardana devono essere usate fresche e sono indicate per affrontare problemi di pelle come l’acne, i foruncoli, l’herpes, le ustioni e le dermatosi seborroiche.

La bardana può essere assunta sotto forma di tintura madre, ma se la pelle presenta acne e brufoli è meglio abbinare anche trattamenti esterni come creme che contengano estratti di bardana o impacchi preparati con decotti ottenuti facendo bollire per circa 10 minuti 10 grammi di radici in una tazza d’acqua, raffreddati e tenuti sulla pelle per circa mezz’ora. I decotti possono essere anche bevuti: va bene una tazza due o tre volte al giorno.

Piante grasse: il cacto peloso

cacto peloso

Il Cacto peloso non è in assoluto la pianta grassa più bella che i miei occhi abbiamo mai visto, ma essendo una delle più diffuse in natura, mi sembra giusto dedicarle qualche riga, in modo che i nostri affezionati lettori abbiano tutte le nozioni per una buona e corretta coltivazione.

Cominciamo col dire che si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America del Sud. Generalmente viene coltivata in vaso, ma nel caso venga posta in piena terra, potrà raggiungere altezze di tutto rispetto, alzandosi fino a 2-3 metri.

E’ caratterizzata da un fusto eretto, ricoperto di spine radiali dal colore giallastro, circondate a loro volta da un fitta peluria bianca, specie negli esemplari più giovani. Nel periodo più caldo dell’anno, poi, la pianta produce dei fiori di dimensioni ridotte, che sbocciano di notte e restano per lo più nascosti nella peluria, per poi appassire e lasciare spazio ai frutti che contengono numerosi semi.

I frutti delle feste: i datteri

palma da dattero

Rimanendo in tema di festività natalizie non possiamo trascurare una pianta in cui frutti sono molto apprezzati durante le feste, vale a dire la palma da dattero. Il nome botanico della palma è Phoenix dactylifera ed è originaria del Nordafrica, ma è molto coltivata anche in Arabia e in tutto il Golfo Persico; in Italia viene allevata come pianta ornamentale.

La palma da dattero è conosciuta fin dall’antichità: ad esempio per gli Egizi era simbolo di fertilità, i Cartaginesi la raffiguravano nelle monete e i greci e i latini nelle celebrazioni.

Questa palma è molto grande, possiede il tronco slanciato che può arrivare a 30 metri di altezza, con le foglie riunite a formare una corona apicale e i fiori piccoli e bianchi spesso ricurvi per il peso dei frutti. I frutti della palma da dattero sono i datteri, delle bacche oblunghe di colore arancione scuro lunghe circa 5 centimetri; i datteri sono frutti molto energetici e dolci che contengono poca acqua e molte fibre, e che sono ricchi di zuccheri, potassio, calcio, fosforo e vitamina A.

Le piante e i fiori di Natale

albero di natale

Tra le piante di Natale l’abete è sicuramente quella più conosciuta nelle due specie usate per allestire l’albero, ovvero l’abete rosso e l’abete bianco. L’abete è da sempre considerato l’albero legato alla nascita delle divinità, e con il tempo è stato adattato dal Cristianesimo; anche gli addobbi dell’abete sono stati reinterpretati in chiave religiosa: i lumini, infatti, simboleggiano la Luce che Gesù regala al mondo, i regali, i frutti e i dolci appesi o posti ai suoi piedi sono il simbolo dell’amore che ci offre.

Tra le altre piante legate al Natale, di cui per altro abbiamo già parlato, sono il vischio, considerato da sempre un amuleto contro le sventure e un portafortuna per le coppie che si baciano sotto ad esso, l’agrifoglio, l’edera e il pungitopo, che oltre ad abbellire la casa, sono piante legati ai riti pagani e alle credenze popolari per difendersi da stregonerie e malefici. Anche il ginepro, fin dall’antichità, era legato alle tradizioni natalizie, tanto che i suoi rami venivano addirittura sparsi sul pavimento per assicurarsi buoni auspici.

Arbusti ornamentali, Aucuba japonica

Aucuba_japonica

Come il corniolo, anche la Aucuba japonica è un genere appartenente alla famiglia delle Cornaceae; si tratta di piccoli arbusti sempreverdi a portamento eretto originari, come suggerisce il nome, del Giappone. Hanno di solito dimensioni piuttosto ridotte (gli esemplari adulti raggiungono al massimo i due metri di altezza) e una chioma densa e tondeggiante con grandi foglie cuoiose e lucide di colore verde brillante.

Le specie maggiormente diffuse e coltivate sono quelle a foglie variegate:

Aucuba japonica variegata, con foglie verde brillante variegate di bianco;

Aucuba japonica crotonifolia, con foglie di colore verde variegate di arancione o rosso.

All’inizio della primavera l’Aucuba japonica produce piccoli fiorellini di colore marrone raccolti in pannocchie, cui segue in autunno, negli esemplari femmina, la comparsa di bacche rosse che permangono sulla pianta fino a primavera.

Questo arbusto preferisce le posizioni semiombreggiate e teme il pieno sole; resiste invece molto bene al freddo, anche se è consigliabile tenerla al riparo dai venti freddi invernali.

Cisto, il fiore che dura un solo giorno

cisto

Strano destino quello del Cisto, fiore dalla rara bellezza, ma dalla durata molto limitata nel tempo, tanto che si fa in tempo a vederlo nascere ed appassire nel corso di un solo giorno. Si tratta di una pianta della famiglia delle Cistacee che comprende una ventina di specie sempreverdi, originarie del bacino del Mediterraneo.

Ha un aspetto tondeggiante e ramificato, con foglie vellutate dal colore verde brillante e fiori rosa o bianchi molto simili nella forma alla rosa selvatica. Fiorisce in primavera e, come detto, ogni singolo fiore dura un solo giorno, ma la pianta ha una fioritura prolungata nel tempo, regalando uno spettacolo continuo nel corso dei mesi.

A fioritura conclusa, poi, appariranno i frutti, ovvero delle piccole capsule che contengono numerosissimi semi, che poi daranno vita ad altre piante, riempiendo l’ambiente circostante. Generalmente il Cisto cresce allo stato spontaneo, ma non è raro trovarlo in giardini ed aiuole. Come coltivarlo dunque?