Cominciamo col dire che le piante comunemente chiamate grasse in realtà non lo sono affatto (esse contengono infatti la minor percentuale di grassi di tutte le specie che compongono il regno vegetale); più esattamente dovrebbero essere definite «succulente» a indicare la natura carnosa dei loro tessuti.
Questo gruppo di piante, che continueremo a chiamare «grasse» per comodità, comprende numerose specie appartenenti a famiglie diverse, ma con una caratteristica in comune; sono tutte piante «xeròfite» ossia adatte a vivere in ambienti aridi e caldi, ricchi di luce. La sopravvivenza di questi esemplari è resa possibile dalia loro struttura «spugnosa» per mezzo della quale assorbono una grande quantità di acqua che riescono a conservare a lungo limitando la traspirazione. Infatti le foglie (scientificamente chiamate «cladodi» o «fillocladi»), cioè gli organi che permettono la traspirazione, nelle piante grasse hanno una superficie molto ridotta o, addirittura, sono trasformate in spine.
L’adatta composizione del terriccio è il presupposto indispensabile alla conservazione e allo sviluppo delle piante grasse; infatti, se esso comprende in dose esatta tutti gli elementi necessari, queste specie si sviluppano normalmente; inoltre, se la terra ha il giusto grado di permeabilità anche il dosaggio delle annaffiature diviene meno problematico. In genere, per ottenere ottimi risultati, si consiglia di coltivare le piante grasse in un terreno composto di: 2/5 di terra d’erica stagionata e ben setacciata; 2/5 di sabbia di fiume accuratamente lavata; 1/5 di polvere di calcinaccio. Alla polvere di calcinaccio si può, eventualmente, unire anche un po’ di polvere di carbone vegetale che serve ad evitare i fenomeni di fermentazione o il formarsi di muffe.
Sul fondo dei vasi o nelle buche di impianto è sempre bene porre uno strato di ghiaia mescolata a calcinacci, per favorire il deflusso dell’acqua eccedente, che, se ristagnasse, farebbe molto rapidamente marcire la pianta.
Nei climi molto caldi, (specialmente per le cactacee coltivate in piena terra), da giugno a settembre giova porre una pacciamatura di torba per rallentare il ritmo dell’evaporazione e far sì che i tessuti delle piante mantengano elasticità e turgore anche senza ricevere troppa acqua, cosa che in un primo tempo provoca sempre uno straordinario rigoglio, ma in seguito può arrecare danni anche molto gravi.
Amabilia 23 Maggio 2010 il 14:06
Gentili Signori,
io ho problemi di passaggio. Vorrei eliminare la superficie terrosa, rimpire con della ghiaia e, per abbellire, spargere i semi delle varie piante grasse adatte per lo scopo.
Se seminate, sono lente a crescere?
Viviamo nell’Oltre Po Pavese. Il terreno è troppo argilloso (anche per quello vorrei diminuire la superficie con della chiaia, sassi e fiorini RESISTENTI e PERENNI (le p. grasse hanno queste caratteristiche?
Grazie della vostra attenzione
Amy