Piante grasse: la Faucaria

faucaria

Al genere Faucaria appartengono una trentina di piante succulente, alcune delle quali difficilmente reperibili nei vivai. La famiglia di appartenenza è quella delle Aizoacee, mentre l’area di origine si può individuare nell’Africa meridionale, sebbene al giorno d’oggi siano piante abbastanza diffuse in tutto il Globo.

La Faucaria è caratterizzata da foglie carnose con margini appuntiti e dentellati. Generalmente le foglie sono di colore grigio-verde, ma possono anche presentare una puntinatura bianca o comunque molto chiara. Se lasciata crescere in ambiente poco illuminato, tende ad allungarsi, mentre se coltivata in presenza di molta luce, la Faucaria crescerà a forma di rosetta, regalando un ottimo spettacolo per la vista.

La maggior parte delle specie in primavera o in estate si arricchisce di splendide fioriture gialle, simili a quelle dei crisantemi, che poi restano in bella mostra per diversi giorni prima di appassire.

Piante grasse: la Graptopetalum bellum

graptopetalum bellum

Al genere Graptopetalum appartengono delle piante grasse originaria dell’America Centrale, appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae, particolarmente adatti ai giardini rocciosi. Questo genere si caratterizza per le foglie spesse, acquose e succulente, e per i fiori raggruppati in piccole ombrelle sorrette dallo stelo.

Esistono diverse varietà di Graptopetalum: c’è quella Ametistinum che sembra un piccolo arbusto, con foglie di colore grigio-blu, la Pachyphyllum simile alla varietà precedente ma con le foglie bianche, la Paraguayense dalle foglie bianco-grigie e con i fiori bianchi e la Graptopetalum bellum, una pianta grassa ideale per gli interni che si caratterizza da fiori rossi che sbocciano in primavera.

Piante grasse, il genere Pereskia

Pereskia aculeata

Il genere Pereskia comprende circa 15 specie di piante succulente appartenenti alla famiglia delle Cactacee, originarie del Messico e del Brasile; queste piante sono delle rampicanti che in natura possono raggiungere anche i 10 metri d’altezza, la cui caratteristica principale è quella di possedere della vere foglie lanceolate, che in genere cadono in inverno; hanno dei fusti sottili e legnosi, alla base dei quali sono presenti areole con circa tre spine molto appuntite. In estate queste piante producono un gran numero di fiori profumati di colore rosa, bianco, giallo o viola, che in autunno lasciano il posto a piccole bacche gialla commestibili.

Le piante del genere Pereskia richiedono una posizione in piena luce, anche se durante i mesi più caldi dell’anno, preferiscono il luoghi ombreggiati; possono sopportare il freddo ma è meglio non lasciarle sotto ai 10°C, per cui in inverno è opportuno ripararle in casa o in serra.

Piante grasse: il Notocactus

notocactus

Tra piante grasse maggiormente diffuse alle nostre latitudini ci preme ricordare il Notocactus, pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America del sud (in particolare Argentina, Brasile ed Uruguay).

Il genere comprende una quindicina di specie, per lo più a forma globosa o cilindrica, caratterizzate da spine bianche o giallastre e da fioriture a forma di imbuto che possono assumere colorazioni diverse.

E’ una pianta coltivata in appartamento per via della scarsa resistenza alle basse temperature, sebbene in condizione di clima favorevole possa essere coltivata anche all’esterno, per ornare – ad esempio – i giardini rocciosi. In ogni caso, è bene collocare la pianta in un luogo riparato ed esposto il meno possibile alle correnti d’aria ed ai bruschi cambi di temperatura.

Piante grasse, il saguaro

saguaro

Il nome comune della Carnegiea gigantea è saguaro, ed è un cactus a crescita lentissima ma molto longevo, originario dell’America settentrionale e centrale; la sua crescita è veramente molto lenta: può impiegare anche 30 anni per raggiungere il metro d’altezza. Il seguano è una pianta colonnare che inizia a ramificare una volta raggiunti i 150 o 200 centimetri. Queste pianta possiede 15 o 20 costulature poco profonde e spine grigie, in primavera produce grandi fiori bianchi molto profumati ai quali subentrano dei fiori rossi e oblunghi contenti molti semi neri.

Essendo abituato al clima desertico, il saguaro predilige le posizioni soleggiate; teme il freddo tanto che le temperature inferiori ai 4°C provocano danni irreparabili alla sua salute, e quindi necessario tenerlo in casa per tutto l’autunno e l’inverno.

Fenestraria Aurantiaca

fenestraria

Al genere Fenestraria appartengono due specie di piante grasse, originarie dell’Africa, in particolare della Namibia, appartenenti alla famiglia delle Aizoacee, un gruppo che comprende circa cento specie di piante perenni, succulente, nane, molto facili da coltivare e dalla crescita rapida.

Dal punto di vista morfologico è una pianta cespitosa praticamente acuale, che dà spesso origine a colonie estese, con foglie lunghe circa due centimetri, carnose e dalla forma di clava; la parte superiore delle foglie, è detta “finestra”, da cui deriva il nome della pianta, perché è trasparente e priva di clorofilla, ma permette il passaggio della luce ai tessuti sottostanti; le foglie sono di colore verde-grigiaste, e assumono tonalità rosate se coltivate in pieno sole. I fiori compaiono alla fine dell’estate e sono di colore arancio e giallo.

Piante grasse: la Fenestraria

fenestraria

Tra le piante grasse di maggior impatto visivo, merita un capitolo a parte la Fenestraria, appartenente alla famiglia delle Aizoacee ed originaria dei deserti dell’Africa meridionale.

Stiamo parlando di una pianta caratterizzata da foglie a forma di clava, tondeggianti e piegate verso l’interno. La particolarità delle foglie è quella di avere la sommità trasparente, il che aiuta la luce del sole a filtrare verso l’interno, nutrendo così i tessuti sottostanti. La ragione di tale conformazione si deve alla zona d’origine della Fenestraria, dove la pianta è sepolta sotto la sabbia e mostra alla vista solo la parte superiore.

In alcuni periodi dell’anno, la bellezza della pianta viene ancor più accentuata dalla comparsa di splendidi fiori dal colore bianco, giallo o rosso, molto simili alle margherite.

Piante grasse, la copiapoa

Copiapoa atacamensis

Le copiapoa sono un gruppo di cactaceae originarie delle zone desertiche dell’America del sud; devono il proprio nome alla città di Copiapò (nel Cile), dove vennero rinvenuti i primi esemplari. Si tratta di una succulenta molto longeva che si presenta singola e di forma arrotondata “da giovane” e tende a formare gruppi e diventare colonnare con il passare del tempo (comunque non prima dei 10-15 anni di vita).  Il colore delle copiapoa varia a seconda della specie, dal marrone-grigiastro al verde-blu, molte specie producono fiori molto grandi e vistosi, di solito gialli e alcune sono ricoperte da una patina pruinosa.

Fra le specie più belle troviamo:

  • Copiapoa cinerea (spine nere e fiori gialli);
  • Copiapoa solaris (in via di estinzione);
  • Copiapoa krainziana (ricoperta da spine bianche morbide e arruffate);
  • Copiapoa laui (ua specie nana molto piccola che non presenta spine);
  • Copiapoa humilis (produce dei bei fiori gialli, seppure rara in natura è la specie più coltivata).

Piante grasse, come nutrirle e moltiplicarle

piante grasse

Negli articoli di questi giorni abbianmo abbondantemente trattato l’argomento “piante grasse”, partendo dal terreno più adatto a loro, spiegando come annaffiarle, ed in fine come prendersene cura e quando effettuarne il rinvaso.

Quest’oggi vedremo invece come nutrire al meglio le “nostre piccoline” e come ottenerne delle nuove.

Iniziamo proprio dal nutrimento più adatto:

al momento dell’impianto è bene mescolare al terriccio un po’ di concime organico in polvere, secondo le dosi indicate sulla con­fezione di ogni prodotto.

Durante il periodo vegetativo, con scaden­za mensile, è opportuno aiutare le piante con fertilizzante minerale solubile (metà dose della quantità indicata sulla confezione del prodotto) aggiunto a estratto di alghe (sem­pre in quantità dimezzata rispetto a quella indicata).

Piante grasse, come prendersene cura e quando effettuare il rinvaso

 piante grasse

 Un’altra importante precauzione che è bene osservare quando parliamo di piante grasse, è quella di effettuare frequenti controlli delle piante, per constatare tempestiva­mente l’eventuale presenza di parassiti o di malattie crittogamiche.

Fra i nemici più temibili delle piante grasse vi sono due parassiti vegetali (Botrytis cine­rea e Phytophora cactorum) che si sviluppa­no quando vi è un eccesso di umidità e che contribuiscono all’insorgere dei fenomeni di marciume. Per difendere le piante da questi due nemici, oltre al rigoroso controllo delle annaffiature, è opportuno ricorrere almeno una volta al mese al solfato di rame, da spargere sulla pianta proprio come se si vo­lesse incipriarla tutta.

Fra i parassiti animali vi sono le cocciniglie, gli afidi, il ragno rosso, le tripidi e le luma­che.

Piante grasse, come annaffiarle

piante grasse

II dosaggio delle annaffiature è molto im­portante nella coltivazione delle piante gras­se. Esse, infatti, sono particolarmente sensi­bili agli eccessi di umidità e ai fenomeni de­rivanti dai ristagni idrici, che si manifestano con segni evidenti: le foglie o i fusti diven­tano molli e trasparenti e, alla minima pres­sione, lasciano apparire attraverso gli stomi che costellano i loro tessuti un succo un po’ vischioso. In seguito, soprattutto quando il marciume intacca il colletto (il punto di at­tacco fra la parte aerea della pianta e la mas­sa delle radici) gli esemplari accennano ad afflosciarsi e, infine, si ripiegano su se stessi e muoiono.

Per evitare tutto questo, è bene seguire que­ste norme:

la temperatura: l’acqua non deve mai essere troppo fredda, ma a temperatura ambiente;

Piante grasse, tutto ciò che c’è da sapere iniziando dal terreno più adatto

piante grasse

Cominciamo col dire che le piante comune­mente chiamate grasse in realtà non lo so­no affatto (esse contengono infatti la minor percentuale di grassi di tutte le specie che compongono il regno vegetale); più esatta­mente dovrebbero essere definite «succu­lente» a indicare la natura carnosa dei loro tessuti.

Questo gruppo di piante, che continueremo a chiamare «grasse» per comodità, com­prende numerose specie appartenenti a fa­miglie diverse, ma con una caratteristica in comune; sono tutte piante «xeròfite» ossia adatte a vivere in ambienti aridi e caldi, ric­chi di luce. La sopravvivenza di questi esem­plari è resa possibile dalia loro struttura «spugnosa» per mezzo della quale assorbono una grande quantità di acqua che rie­scono a conservare a lungo limitando la traspirazione. Infatti le foglie (scientificamente chiamate «cladodi» o «fillocladi»), cioè gli organi che permettono la traspirazione, nelle piante grasse hanno una superficie mol­to ridotta o, addirittura, sono trasformate in spine.

Piante grasse: la Stapelia

stapelia

Nessuna delle piante grasse finora presentate su PolliceGreen riesce ad eguagliare la bellezza estetica della Stapelia, con la sua particolarissima fioritura dagli splendidi colori. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Asclepidacee ed originaria dell’Africa Meridionale, che trova la collocazione ideale anche nei luoghi riparati delle nostre latitudini.

Presenta un fusto carnoso a quattro coste, che può crescere sia in posizione eretta che strisciante. Generalmente la pianta è di colore verde, ma in particolari condizioni ambientali può assumere sfumature rossicce. I fiori invece assumono diverse colorazioni, a seconda della varietà, pur mantenendo una base di rosso scuro.

La forma dei fiori ricorda quella di una stella. con le punte leggermente curvate, regalando uno spettacolo di rara bellezza. Non molto gradevole è invece l’odore, ma tale caratteristica ha una sua utilità, poiché serve ad attirare alcuni insetti responsabili dell’impollinazione.

Piante grasse: il cacto peloso

cacto peloso

Il Cacto peloso non è in assoluto la pianta grassa più bella che i miei occhi abbiamo mai visto, ma essendo una delle più diffuse in natura, mi sembra giusto dedicarle qualche riga, in modo che i nostri affezionati lettori abbiano tutte le nozioni per una buona e corretta coltivazione.

Cominciamo col dire che si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America del Sud. Generalmente viene coltivata in vaso, ma nel caso venga posta in piena terra, potrà raggiungere altezze di tutto rispetto, alzandosi fino a 2-3 metri.

E’ caratterizzata da un fusto eretto, ricoperto di spine radiali dal colore giallastro, circondate a loro volta da un fitta peluria bianca, specie negli esemplari più giovani. Nel periodo più caldo dell’anno, poi, la pianta produce dei fiori di dimensioni ridotte, che sbocciano di notte e restano per lo più nascosti nella peluria, per poi appassire e lasciare spazio ai frutti che contengono numerosi semi.