Lupino, lo snack più amato e conoscito dai palermitani, è un fiore bellissimo

lupinus

II nome scientifico di queste piante, ossia Lupinus, potrebbe derivare dal latino lupus, ma con ogni probabilità esso proviene dal greco lype, amaro, a indicare il sapore acre dei semi crudi, sapore che diviene invece piuttosto gradevole allorché i lupini vengono cotti o tostati.

Molti scrittori antichi, fra cui Columella e Plinio, hanno parlato del lupino, che ha sempre destato molta curiosità per una strana caratteristica; infatti, le foglie di questa pianta hanno la proprietà di seguire il corso del sole spostandosi sul proprio asse, proprio come farebbe un orologio vegetale.

Gli stupendi, svariati colori dei fiori di lupino lo pongono ai primi posti nella graduatoria delle piante decorative per giardino, purché in clima caratterizzato da frequenti piogge estive e da terreno sabbioso siliceo. Con i lupini si possono realizzare ricche e alte bordure, gruppi, macchie e compatte aiuole da sistemare fra l’una e l’altra zona del giardino a guisa di divisorio.

Non bisogna illudersi che la coltivazione dei lupini sia semplice, tuttavia con un po’ di buona volontà si possono ottenere risultati soddisfacenti.

Tecniche di moltiplicazione: la divisione per polloni basali

divisione polloni basali

Una tecnica di moltiplicazione molto usata, soprattutto per la riproduzione delle piante grasse, è la divisione per polloni basali, un metodo molto semplice e con ottime probabilità di attecchimento; può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, anche se la primavera è il momento migliore. Con la divisione per polloni si ottengono piante uguali a quella madre, ovvero con lo stesso patrimonio genetico.

Prima di spiegarvi la tecnica per effettuare la divisione, vediamo di capire cosa sono i polloni; in botanica, il pollone è la parte della pianta che, sotto forma di ramo, si sviluppa direttamente sul tronco, sulla radice o ai piedi dell’albero. I polloni si possono formare anche dalle cicatrici di un ramo tagliato, e, in questo caso, vengono usati per effettuare delle talee.

Molto spesso i polloni emettono delle radici proprie quando sono ancora attaccati alla pianta madre, e questo è utile per velocizzare di più la moltiplicazione. Se i polloni sono attaccati saldamente alla pianta madre, bisognerà tagliarli alla base e attendere che si cicatrizzino per circa quindici giorni in modo da evitare marciumi.

Erbacce, come eliminarle dal prato

eliminare le erbacce

Le piante infestanti, alle quali ci si riferisce comunemente con il nome di erbacce o malerbe, sono la croce di qualunque giardiniere principiante o provetto che sia; si tratta infatti di piante che non hanno alcuna funzione utile e che fanno la propria comparsa disturbando l’armonia di piante e manti erbosi alle quali sottraggono per altro sostanze nutritive.

Seppure non esista un elenco completo delle piante infestanti, queste possono essere suddivise in due gruppi principali:

  • Dicotiledoni
  • Monocotiledoni

Fanno parte del gruppo dei dicotiledoni piante perenni a foglia larga quali Bellis perennis, Ranunculus repens, Rumex acetosella, Plantago major, Veronica filiformis, Cirsium arvense ecc. Appartengono invece al gruppo dei monocotiledoni Graminaceae annuali e perenni quali Digitaria sanguinalis, Poa annua, Setaria glauca, Panicus crus-galli ecc.

Aiuola e bordura, la scelta delle piante

aiuola

Sapevate che esiste una differenza tra aiuola e bordura? I due termini infatti vengono spesso usati come sinonimi, ma in realtà mentre l’aiuola rappresenta una striscia di terreno delimitata destinata alla coltivazione di piante e fiori, la bordura è invece costituita da un gruppo di piante che seguono un margine e segnano così un confine. Potremmo dire quindi che mentre l’aiuola ha una funzione meramente decorativa ed è destinata ad accogliere nella propria superficie piante di volta in volta diverse, la bordura funge in qualche modo da elemento architettonico ed ha quindi carattere permenente.

Aiuola e bordura, come scegliere le piante

Ne consegue che la scelta delle piante per il giardino dovrà essere fatta tenendo conto anche della loro destinazione: le piante da aiuola ad esempio sono in genere annuali, devono essere resistenti alle intemperie, oltre che molto belle e vistose e, naturalmente avere lo stesso periodo di fioritura (ad esempio Pelargonium, Fucsia, Tagetes a fiore piccolo, Petunia). Per le piante da bordura invece la scelta ricade in genere su piante perenni con una maggiore rusticità, oppure su arbusti compatti e persino succulente.

Solidago, la Verga d’oro

solidago

Per regalare un tocco di giallo al nostro giardino, può essere utile la coltivazione della cosiddetta Verga d’oro, conosciuta con il nome botanico di Solidago virga aurea. E’ una pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Composite ed originaria dell’Europa e dell’America, tipica delle zone a clima relativamente temperato.

Presenta un fusto eretto lungo fino ad ottanta centimetri, con foglie lanceolate e leggermente dentate e fiori gialli riuniti in pannocchie, che rallegrano l’ambiente circostante da luglio ad ottobre.

La Solidago cresce spontaneamente nei prati e nelle zone boschive, ma può anche essere coltivata con estrema facilità per arredare bordure ed aiuole, dove mostrerà il meglio di sé con poche e semplici cure. Quali?

Il genere Lobivia

Lobivia

Al genere Lobivia appartengono circa cento piante facenti parte della famiglia delle Cactacee; il nome di queste piante è l’anagramma di Bolivia, ovvero il paese nel quale sono maggiormente diffuse, anche se molte sottospecie sono coltivate in tutta l’America Latina e Centrale. Le Lobivia sono piante succulente di forma cilindrica o sferica, dalla struttura costonata e spinosa; se vengono messe a riposo durante l’inverno in un luogo fresco e asciutto producono grandi fiori colorati.

Le piante del genere Lobivia non sopportano le temperature inferiori ai 4°C. Le Lobivia vanno innaffiate regolarmente in estate, mentre d’inverno non è necessario bagnarle; queste succulente si riproducono per seme in primavera, e poi contestualmente, possono essere moltiplicate per polloni.

Fortunella japonica, ovvero il Mandarino giapponese

fortunella japonica

Volete avere il piacere di coltivare un albero da frutto, pur abitando in una casa senza giardino? E allora la soluzione ideale per voi può essere rappresentata dalla Fortunella japonica, meglio conosciuta come Mandarino giapponese o Kumquat.

Si tratta di una pianta a forma di cespuglio o di piccolo albero che, coltivata in vaso, non raggiunge dimensioni considerevoli ed è quindi adatta anche alla collocazione in casa o in balcone.

Appartiene alla famiglia delle Rutacee ed è originaria della Cina e del Giappone, da dove poi poi ha trovato larga diffusione in tutte le zone temperate del pianeta, per via della sua straordinaria bellezza a livello estetico.

Progettare il giardino, le conifere nane

juniperus communis ginepro comune

Se state progettando un giardino o siete alla ricerca di un modo per abbellire la vostra terrazza con piante e fiori, non potete assolutamente tralasciare l’aggiunta delle conifere nane; insieme al prato e alle tappezzanti infatti le conifere sono tra gli elementi più eleganti, versatili e funzionali di un giardino che si rispetti. Vediamo di conoscerle un po’ meglio e di capire come possiamo utilizzarle.

Le conifere nane sono piante di modeste dimensioni che si prestano a valorizzare angoli non troppo grandi del giardino; possono però essere coltivate anche in vaso e svolgere la medesima funzione in terrazza e in balcone. Quasi tutte sono rustiche e non hanno grandi necessità in fatto di terreno e cure colturali, adattandosi, a seconda della specie, alle condizioni climatiche più disparate; al gruppo delle conifere nane sempreverdi appartengono infatti sia specie adatte ai climi montani e temperati, che specie che tollerano il clima mediterraneo; nella scelta delle conifere occorrerà quindi tener conto della zona climatica in cui si trova lo spazio verde che  le ospiterà.

Anche le conifere nane, analogamente a quanto già visto a proposito delle tappezzanti, possono essere impiegate per valorizzare zone impervie e difficilmente raggiungibili del giardino o ricoprire quelle in cui il prato stenta a crescere, oppure ancora per delimitarne lo spazio o suddividere il giardino, o la terrazza, in aree distinte.

Iberide, il bou­quet della sposa

Iberis

II nome scientifico dell’iberide, ossia Iberìs, deriva dall’antico nome del paese da cui provengono queste piante, l’Iberia, che cor­risponde all’attuale meravigliosa Spagna. Nel linguaggio comune le iberidi prendono vari nomi: «porcellana», «tlaspi», «bou­quet della sposa», «fiocco di neve», «ce­stello d’argento»,  «nevina».

L’iberide, come gran parte delle erbacee perenni, trova ampio impiego in molte zone dei nostri giardini, ma anche e anche sui balconi e sulle terrazze. In modo particolare, l’iberide è indicata per formare ricche bordure e macchie ai margini dei prato, per coprire brevi scarpate, per formare massa cromatica sulle roccaglie di una certa dimensione oppure per ricadere dai muretti a secco.

Le belle corolle delle iberidi si prestano anche al­la realizzazione di composizioni e rappre­sentano una fresca e gradevole decorazione per la casa, tanto più che esse resistono davvero a lungo recise, e, le loro corolle si accordano facilmente an­che con fiori di altra specie purché di colore tenue.

Funghi delle piante: la ticchiolatura

ticchiolatura

La ticchiolatura è una malattia causata da un fungo che colpisce soprattutto le piante ornamentali e quelle da frutto; questo micete colpisce soprattutto in presenza di clima umido e di riciclo d’aria insufficiente. Gli attacchi di ticchiolatura avvengono soprattutto in autunno o in primavera, soprattutto se è molto piovosa e umida. Le piante più colpite da questo fungo sono il melo, il pero e le rose, ma vengono attaccate anche le piante ad alto fusto, come il salice e il pioppo.

Il micete che provoca la ticchiolatura colpisce soprattutto le foglie, ma può attaccare anche i fusti e i frutti; le foglie invase dal fungo si ricoprono gradualmente di macchie scure. La parte interessata è quella superiore della foglia, che piano piano diventa di colore giallo, ma la malattia si propaga velocemente anche alla pagine inferiore, per poi passare ai rami e, infine, al frutto. Una volta cadute, le foglie non si sono liberate del fungo, in quanto esso sopravvive all’inverno come spora.

Piante rampicanti: l’Akebia quinata

akebia

Se avete l’esigenza di ricoprire un muro o una rete di recinzione e volete al tempo stesso circondarvi di magnifici colori oltre al verde delle foglie, l’Akebia quinata può rispondere perfettamente ai vostri bisogni e regalarvi un spettacolo gradevole per gran parte dell’anno.

E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Lardizabalacee ed originaria di Cina, Giappone e Corea, molto apprezzata alle nostre latitudini per via della curiosa fioritura.

E’ caratterizzata da foglie composte a loro volta da tre foglioline con margini dentati e da infiorescenze dalla forma particolare e dal colore rosa purpureo, riunite in racemi, che offrono il meglio della loro bellezza nel periodo primaverile.

Cycas, orniamo di palme il nostro giardino

cycas

II nome scientifico di queste belle piante deriva dal greco kikas, termine che serviva a indicare genericamente un gruppo di pal­me abbastanza somiglianti alle nostre cycas. Nei Paesi di origine le piante di cui ci stiamo occupando hanno un notevole valore ali­mentare in quanto:

  • dai tronchi della C. circìnnalìs si estrae la farina di sagù;
  • i semi della C. media si consumano cotti;
  • i semi rossi della C. revoluta, che è quella che noi coltiviamo a scopo ornamentale, sono considerati una vera e propria leccor­nia;
  • le foglie della specie C. rumphìi, in Australia, si mangiano sia cotte che crude sotto forma di insalata;
  • con le grandi fronde delle cycas, in Polinesia e Papuasia si fabbricano ventagli e flabelli riservati ai capi tribù e agli stregoni;

Le piante tappezzanti, cosa sono a cosa servono

piante tappezzanti cosa sono

Con il nome di piante tappezzanti si indicano tutte quelle piante che crescono “in larghezza” piuttosto che in altezza e, proprio perchè sono molto basse, si prestano bene ad essere utilizzate come coprisuolo in giardino, sia per riempire spazi vuoti che per creare macchie di colore o stabilire una continuità tra specie vegetali di altezza diversa, come alberi e arbusti. Ma le funzioni svolte dalle piante tappezzanti non sono esclusivamente di natura ornamentale; queste infatti, grazie alla loro fitta rete di radici, attenuano i movimenti del suolo e lo proteggono dalla pioggia e dal vento.

Inoltre, dal momento che richiedono pochissime cure colturali, le tappezzanti sono ideali per la copertura di angoli di giardino poco praticabili (ad esempio perchè in pendenza) dove sarebbe difficile praticare interventi di irrigazione e manutenzione. Sempre per lo stesso motivo, possono essere impiegate al posto del prato per donare al giardino una pavimentazione verde, soffice e gradevole alla vista, soprattutto quando non si dispone di ampi spazi pianeggianti.

Fenestraria Aurantiaca

fenestraria

Al genere Fenestraria appartengono due specie di piante grasse, originarie dell’Africa, in particolare della Namibia, appartenenti alla famiglia delle Aizoacee, un gruppo che comprende circa cento specie di piante perenni, succulente, nane, molto facili da coltivare e dalla crescita rapida.

Dal punto di vista morfologico è una pianta cespitosa praticamente acuale, che dà spesso origine a colonie estese, con foglie lunghe circa due centimetri, carnose e dalla forma di clava; la parte superiore delle foglie, è detta “finestra”, da cui deriva il nome della pianta, perché è trasparente e priva di clorofilla, ma permette il passaggio della luce ai tessuti sottostanti; le foglie sono di colore verde-grigiaste, e assumono tonalità rosate se coltivate in pieno sole. I fiori compaiono alla fine dell’estate e sono di colore arancio e giallo.