Fiori californiani, le essenze (T-Z)

Tanacetum vulgare

Termina oggi la nostra panoramica sui fiori californiani. Di seguito vedremo infatti l’elenco delle essenze dalla T alla Z.

Tansy (Tanacetum vulgare)

Il tanaceto appartiene alla famiglia delle Asteraceae; la sua essenza è adatta a che è pigro e indeciso, aiuta ad essere più volitivi e diretti.

Tiger lily (Lilium humboldtii)

Questa particolare specie di Lilium aiuta coloro che hanno difficoltà a lavorare in gruppo perchè troppo aggressive e competitive.

Trillium (Trillium chloropetalum)

E’ indicato per chi è troppo avido e crede che la crescita personale consista solo con l’accumulo di beni materiali.

Trumpet vine (Campis tagliabuana)

Noto anche come Madame Galen, questo fiore è utile per chi ha difficoltà a parlare in pubblico o è affetto da balbuzie.

Prato, a Dicembre, siamo ancora in tempo per rinnovarlo

pratro

Se avete la necessità di rinnovare una parte del vostro prato o di sistemare «ex novo» una zona del vostro giardino tenuta ad erba, non aspettate troppo ad occuparvene, soprattutto se avete la grande fortuna di vivere in una zona dove l’inver­no ha una relativa mitezza. Approfittate, dunque, di qualche bella gior­nata di sole per compiere queste prime due opera­zioni:

asportare l’attuale strato erboso, scortican­do il terreno in modo da eliminare anche tutto l’ammasso delle radici della vecchia erba e ripulire completamente il terreno dai sassi più grossi. Per operare questo scorticamento bisogna agire con il badile tenuto quasi piatto, inci­dendo terra e radici al di sotto del tappeto erboso con rapidi e ben piantati colpi di punta, quindi fa­cendo leva per scalzare tutta la zolla. In questo modo, nel terreno resteranno solo poche ra­dici che potranno essere eliminate a mano durante le successive fasi di zappatura, erpi­catura e rastrellatura;

Tecniche colturali: l’imbianchimento e il diradamento

diradamento

A proposito di tecniche colturali vi abbiamo già illustrato la sarchiatura, la rincalzatura, e la pacciamatura; oggi è il turno di imbianchimento e diradamento. L’imbianchimento serve ad impedire alla luce del sole di colpire alcuni ortaggi in modo da far diventare le foglie e i fusti di colore bianco e non verde; questo perché alcune verdure, se possiedono le foglie bianche, hanno un sapore migliore e sono più croccanti.

Togliendo la luce alle verdure non si formerà la clorofilla, cioè il pigmento che conferisce il colore verde agli ortaggi; un esempio di imbianchimento è quello di alcune specie di insalata come l’indivia che viene sottoposta ad a questo procedimento per migliorarne il sapore. Per effettuare l’imbianchimento bisogna coprire la pianta con un vaso di plastica, al quale andranno chiusi fori di scarico per non far entrare la luce; dopo poche settimane di oscurità, le foglie saranno di colore bianco.

Piante medicinali: l’Achillea

achillea

Il nostro viaggio virtuale alla scoperta delle piante più utilizzate dal punto di vista medicinale si ferma oggi davanti ad una piantina di Achillea, appartenente alla famiglia delle Asteracee e coltivata per lo più in zone montuose o comunque a clima fresco.

Il nome si deve a Linneo, che evidentemente era un appassionato di antiche leggende, se è vero che la chiamò in questo modo ritenendola responsabile delle guarigioni dei soldati di Achille durante l’assedio di Troia.

Leggende a parte, pare che l’Achillea sia particolarmente adatta alla cura di piccole ferite e per arrestare emorragie interne ed esterne, utilizzata sia come decotto che come infuso. Ha anche proprietà antispasmodiche, antiemorroidee e digestive ed è utilizzata più in generale nella cura delle malattie nervose.

Dicembre, lavori nei giardini delle regioni del centro e del sud

Barbecue

Vale anche per il giardino quanto abbiamo suggerito parlando del balcone: è possibile seminare le specie annuali o perenni da fio­re e anche mettere a dimora arbusti e alberi purché si sia provveduto a scavare le buche di impianto con un buon anticipo sulla data di messa a dimora.

È anche possibile, in queste regioni meglio favorite dal clima, usufruire delle giornate invernali per riverniciare le inferriate e le cancellate, per rivedere gli impianti della lu­ce e dell’acqua che essendo quasi sempre interrati non possono essere revisionati du­rante l’estate, o che almeno si evita di re­visionare, per non sconvolgere il prato e per non buttare all’aria le bordure fiorite e le aiuole. Altrettanto consigliabile approfittare di questo mese per sistemare o rifare i lastri­cati, magari sostituendo la scomoda ghiaia dei vecchi sentieri con il più razionale pavi­mento in lastre di béola o in mattoni. È im­portante che la messa in opera dei lastricati avvenga in giornate non troppo fredde e, comunque, con temperatura superiore di qualche grado allo zero. Infatti, se «gelas­se», il cemento non potrebbe fare presa e il lavoro dovrebbe essere rifatto dal princi­pio (ma naturalmente in un periodo più fa­vorevole).

Il Bucaneve, ossia la Stella del mattino

Bucaneve

Il Bucaneve, che in botanica si chiama Galanthus nivalis, è una pianta bulbosa perenne originaria dell’Europa, conosciuta anche come “Stella del mattino”, perché è uno dei primi fiori che appare dopo l’inverno; la tradizione cristiana associa i Bucaneve al giorno della purificazione della Madonna, ossia il 2 febbraio, e infatti nel linguaggio dei fiori significano vita e speranza.

I fiori del Bucaneve sono piccoli e bianchi, dalla forma a campanella con le corolle rivolte verso il basso; esistono diverse varietà di Bucaneve ma tutte possiedono la stessa caratteristica e cioè i fiori bianchi. I Bucaneve crescono bene in qualsiasi tipo di terreno, anche se preferiscono quelli ricchi di humus, e non amano l’esposizione diretta ai raggi del sole: non a caso i fiori appassiscono velocemente se sono sottoposti alle alte temperature; le zone più idonee per questa pianta sono quelle ombreggiate, magari ai piedi di arbusti o alberi.

Fiori californiani, le essenze (R-S)

Rabbitbrush

Sta quasi per volgere al termine la nostra sintetica carrellata sui fiori californiani: oggi le essenze dalla R alla S.

Rabbitbrush (Chrysothamnus nauseosus)

Dona alla mente lucidità, attenzione e flessibilità. Aiuta a fare scelte più consapevoli.

Red Clover (Trifolium pratense)

Il trifoglio dona calma e lucidità nelle situazioni di emergenza, è indicato per chi tende a farsi trascinare dall’isteria di massa.

Rosemary (Rosmarinus officinalis)

Il rosmarino è prescritto alle persone pallide, gracili e introverse.

Sage (Salvia officinalis)

La salvia è indicata per le persone che si credono vittime degli eventi o che stanno attraversando un momento di cambiamento molto importante come un pensionamento o la menopausa.

Piante grasse: il Sempervivum

sempervivum

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle piante grasse da tenere in casa e da ammirare anche nel periodo più freddo dell’anno, quando la temperatura ci impedisce di occuparci a tempo pieno del nostro giardino. Oggi ci occupiamo del Sempervivum, appartenente alla famiglia delle Crassulacee ed originario di America, Asia ed Asia.

Si tratta di una pianta erbacea perenne, che si presenta sotto forma di rosetta succulenta, con foglie carnose dal colore ora verde, ora bluastro, fino al nero- porpora. I Semprevivi tendono a disporsi “a cuscino”, producendo via via nuovi esemplari l’uno di fianco all’altro, che danno vita ad uno spettacolo di rara bellezza sia in vaso che in piena terra.

Nelle varietà coltivate in montagna è poi possibile osservare della folta peluria sulle foglie, quasi assente invece per le specie coltivate ad una temperatura mite. Il Sempervivum, oltre a rallegrare l’ambiente circostante con la sua bellezza, produce anche dei fiori stellati su un fusto carnoso nel periodo che va da giugno a settembre.

Dicembre, lavori nei giardini delle regioni settentrionali

serra inverno

In giardino ancor più che sul balcone, me­glio riparato, più «chiuso», si avvertono, sia pure con sensibili differenze fra Nord e Sud, le difficili condizioni climatiche. Per­ciò, anche riguardo il giardino, prenderemo in considerazione le due grandi zone clima­tiche, e le relative attività all’aperto.

Ormai tutte le piante che soffrono il freddo dovrebbero essere ricoverate e protette in uno dei modi che vi abbiamo suggerito: lo strato di foglie e di torba; il foglio di plasti­ca; la serretta portatile; gli appositi, como­dissimi «tunnel» in plastica che sono addi­rittura preziosi per conservare in vita le piantine seminate in autunno, le erbe aro­matiche, le verdure nell’orto.

Se ciò non è stato fatto, precipitatevi, spe­rando che vi sia andata bene.

Parassiti delle piante: la Psilla

psilla

La Cacopsylla pericola è un parassita delle piante che si diffonde sui frutti, sui boccioli e nella parte inferiore delle foglie delle piante ornamentali e da frutto, causandone ingenti danni. Questo insetto succhiatore, meglio conosciuto come Psilla, è in grado di causare gravi debilitazioni nelle piante colpite, con conseguente riduzione della produzione di fiori e frutti, per due motivi: il primo è dovuto dagli attacchi stessi che sono piuttosto massicci, il secondo è provocato dalla copertura di melata che favorisce lo sviluppo di fumaggine.

Gli insetti Psilla adulti raggiungono una lunghezza che va dai 2 ai 3 centimetri, e sono di colore rossastro con l’addome scuro e con ali lucide e spioventi. Di solito svernano sotto la corteccia degli alberi e riprendono la loro attività in marzo, deponendo 4 o 5 generazioni uova sui rami, sui germogli e sulla corteccia delle piante.

Mirto, non solo un liquore

mirto

Dici Mirto e pensi ad un liquore tipico della Sardegna, dimenticando spesso che dietro quella bontà in bottiglia c’è una pianta utilizzata per diversi scopi, primo fra tutti quello ornamentale, vista la bellezza della fioritura.

Cominciamo col dire che il Mirto è una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtacee, largamente diffuso in Corsica ed in Sardegna, sebbene sia facile da trovare un po’ in tutto il bacino del Mediterraneo. Fino agli anni novanta veniva utilizzato per lo più come albero da ornamento, poiché il liquore da esso ottenuto veniva consumato soprattutto nelle zone di origine. Solo successivamente si è pensato al suo utilizzo su larga scala, per via delle crescente richiesta da parte delle aziende produttrici di liquori.

Ma al di là del fine commerciale, il Mirto è una pianta interessante anche dal punto di vista estetico e viene coltivato sia come albero isolato sia nella composizione di siepi dall’aspetto caratteristico.

Dicembre, in tutta la penisola, non dimenticate di:

inverno

Qualunque sia la zona in cui si abita, qua­lunque sia il clima della regione in cui si vive, ci sono lavori e precauzioni che non possono essere tralasciati o rimandati.

Ri­cordate quindi di:

controllare i rampicanti, sia per quanto ri­guarda la stabilità dei sostegni, sia per quan­to si riferisce allo stato dei legacci che assi­curano i rami ai supporti. Questo soprattut­to nelle zone in cui, durante l’inverno, nevi­chi e/o tiri vento. La neve fa aumentare in modo considerevole il peso dei tralci e quin­di è opportuno che la pianta sia fissata in modo ben saldo, tanto da resistere al grava­me del manto nevoso;

per legare o rinforzare i rampicanti esistono diversi sistemi, ma quello sempre raccoman­dabile consiste nell’uso della rafia, proceden­do in questo modo:

come prima operazione si lega il pezzo di rafia al supporto, facendo in modo che ri­mangano liberi ai lati della legatura due pezzi di legaccio di eguale misura. Quindi, si prende il ramo, lo si avvolge con i due capi girati in senso contrario e poi si fa un nodo, lasciando un certo agio tra il ramo e il supporto (traliccio, pergolato o inferriata che sia). Questo agio farà sì che il ramo, pur ingrossando con il passare del tempo, non debba essere «strozzato» dal legaccio. Una legatura eccessivamente stretta potrebbe ral­lentare o impedire il normale passaggio del­la linfa e pregiudicare la formazione della corteccia che, nel punto della strozzatura, finirebbe per presentare un tessuto cicatri­ziale, una specie di solco entro cui il ramo manterrebbe per sempre le dimensioni ini­ziali, senza più svilupparsi.

Il tutto determinerebbe un sensibile rallen­tamento nella crescita della vegetazione po­sta al di là della strozzatura stessa.

Mirabilis jalapa ovvero la Bella di Notte

bella di notte

Ci sono fiori che preferiscono mostrare la propria bellezza solo al calare della sera, quando il resto del giardino si addormenta. Nel nostro viaggio ne abbiamo già incontrato qualcuno, come l’Enotera, ad esempio, utilizzato per lo più a scopo officinale e poco apprezzato nella coltivazione domestica.

Oggi invece puntiamo la nostra attenzione verso il fiore notturno per eccellenza, il Mirabilis jalapa, meglio conosciuto come Bella di notte. Appartiene alla famiglia delle Nyctaginacee ed è originaria dell’America centro-meridionale, da dove poi si è diffusa in tutto il Globo, trovando la collocazione migliore nelle zone a clima temperato.

La Mirabilis jalapa è caratterizzata da radici tuberose, foglie verde scuro a forma di cuore, che creano un piacevole contrasto con i fiori variamente colorati (rosso, rosa, giallo, bianco) e profumati. Come detto, la Bella di notte riposa nelle ore diurne, per poi sbocciare al calare del sole, colorando l’ambiente circostante con la sua straordinaria fioritura.

Zygocactus, ovvero il cactus di Natale (l’altro)

zygocactu cactus di natale

Come la Schlumbergera, della quale vi abbiamo già parlato, anche lo Zygocactus è una pianta grassa fiorita appartenente alla famiglia delle cactaceae e comprendente una sola specie, lo Zygocactus truncatus. Si tratta di una specie che in natura cresce sugli alberi ed è dotata di di fusti piatti e vistosi fiori rossi, rosa, viola o bianchi che fanno la propria comparsa in inverno tra dicembre e gennaio; proprio a questa sua caratteristica deve il nome di cactus di natale attribuito per la stessa ragione alla Schlumbergera.

Quanto alle cure colturali, anche lo zygocactus ama le posizioni luminose ma non va mai posto in pieno sole; il terreno ideale è acido e ben drenato composto da un miscuglio di sabbia torba e terra di foglie. Le innaffiature devono essere piuttosto contenute nel periodo di riposo vegetativo ma possono farsi più frequenti durante la fioritura (stando comunque ben attenti a non creare ristagni idrici che possono dare origine a marciumi radicali).