Leggende di Natale, la nascita del vischio

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Nonostante il nostro Pollice sia tradizionalmente dedicato al giardinaggio in senso stretto, il clima natalizio ci incoraggia ad affrontare i nostri consueti argomenti da punti di vista diversi; siamo certi d’altra parte di fare cosa gradita a tutti i nostri lettori appassionati facendo trovare loro sotto l’albero qualche storia “vegetale” da narrare.

Appena ieri vi abbiamo raccontato l’origine leggendaria della credenza secondo la quale baciarsi sotto il vischio porta fortuna; oggi vogliamo narrarvi un’altra leggenda sempre sul mio amato vischio, legata però alla sua comparsa sulla terra. Anche in questo caso, come vedrete, le lacrime sono legate a questo simbolo natalizio di gioia e felicità, come a dirci che al dolore può sempre seguire una nuova gioia inaspettata…forse per questo io l’ho sempre amato tanto?

In ogni caso, veniamo alla nostra storia: pare che la notte in cui nacque Gesù un vecchio mercante avaro e un po’ imbroglione si sia ritrovato per puro caso a Betlemme; qui fu richiamato dalle grida gioiose degli abitanti che accorrevano alla grotta, uomini e donne che lui non conosceva e che lo chiamavano “fratello” perchè anche lui si recasse ad adorare il figlio di Dio sceso fra gli uomini.

Regali di Natale floreali: la Kalanchoe

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Tra i regali floreali più belli da offrire a Natale c’è la Kalanchoe, una pianta erbacea perenne e sempreverde originaria delle zone tropicali dell’Asia. La Kalanchoe viene venduta in fiore durante tutto l’anno perché di solito viene coltivata in serre riscaldate; è una pianta che raramente supera i 40 o i 50 centimetri d’altezza e per questo si presta facilmente ad essere coltivata in vaso.

Al genere della Kalanchoe appartengono più di 200 specie di sempreverdi con foglie succulente dalla forma per lo più ovale e a margine dentato di colore verde. I fiori hanno, in maggioranza, una forma stellare e sono di colore rosso, rosa, giallo, arancio, e spuntano nel periodo invernale e primaverile e durano per molte settimane. Tra le varietà più belle di Kalanchoe ci sono: “Bali” e “Vesuvius” dai fiori rossi, “Fortyniner” dai fiori gialli, “Mistral” dai fiori lilla e “Tarantella” dai fiori arancioni; sono disponibili anche varietà in miniatura che diventano alte circa 15 centimetri e hanno fiori rosso vivo.

Perchè baciarsi sotto il vischio porta fortuna?

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Chi non ha mai sognato di ricevere un bacio appassionato sotto il vischio alzi la mano! Vuole infatti la tradizione, romanticherie a parte, che scambiarsi un bacio sotto un ramoscello di vischio porti fortuna e credo sia proprio questo a fare del Viscum album uno dei simboli più significativi delle festività, soprattutto nei giorni che precedono l’entrata del nuovo anno. Ma quanti di voi conoscono l’origine, almeno quella mitologica, di tale consuetudine?

Forse non tutti sanno che il vischio era associato alla divinità anglosassone Frigga, sposa del dio Odino e madre del malvagio Loki e del buon Balder; la leggenda narra che Loki, invidioso dell’amato fratello, cominciò a coltivare il proposito di ucciderlo e che Frigga, scoperto per tempo il piano del figlio crudele, si rivolse a tutte le forze della natura perchè proteggessero Balder.

Borragine, ottima per il cenone di Natale

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Tutto pronto per il cenone di Natale? Ci auguriamo di si, ma se siete alla ricerca di una ricetta per deliziare e stupire i vostri ospiti, vi consigliamo di prendere in considerazione la pianta di Borragine, poco significativa dal punto di vista ornamentale, ma di grande importanza per quando riguarda l’aspetto culinario.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Borraginacee, diffusa per lo più nell’area mediterranea, dove cresce e prolifica allo stato spontaneo. Può raggiungere il metro di altezza ed è caratterizzata da foglie dal colore verde scuro, lunghe fino a 15 centimetri e ricoperte da una folta peluria. I fiori, visibili da aprile a settembre, sono di colore blu-viola.

Della Borragine sono note le proprietà officinali, essendo usata come antifebbrile, come diuretico e come calmante della tosse, ma ancor più noto è il suo utilizzo in cucina, specie in questo periodo dell’anno, quando le sue foglie sono parecchio ricercate per preparare diversi piatti deliziosi.

Realizzare una ghirlanda natalizia con le bacche

ghirlanda con le bacche

Ghirlanda natalizia

Se ancora non avete attaccato niente di natalizio alla porta oppure siete stanchi del solito Babbo Natale adesivo, perché non realizzate una bella ghirlanda di bacche da appendere? La corona circolare è da sempre uno degli addobbi natalizi più apprezzati che affonda le sue radici nel mondo antico dove era già utilizzata nei riti propiziatori dei culti pagani, perchè la sua forma richiama la perfezione e il riprendere della vita che si propone in modo perpetuo. Se non siete pratici dell’arte di intrecciare in rametti, niente paura: si può facilmente realizzare una ghirlanda dalla forma a ventaglio che, decorata nel modo giusto, sarà sicuramente un ornamento perfetto.

Preparare una ghirlanda natalizia da soli non è difficile, anche perché si possono utilizzare materiali che si hanno a disposizione nel giardino o che si possono trovare nel bosco o dal fiorista.

Edera, per un Natale elegante e pieno di fascino

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Le edere sono dei rampicanti sempreverdi molto decorativi e di rapido accrescimento che con un minimo di attenzione durano a lungo. Le poche specie che costituiscono il genere Hedera hanno prodotto innumere­voli varietà con foglie che variano in forma e dimensione, da minuscoli rombi fino a grandi lamine stellate con punte allungate. Anche le colorazioni vanno dal semplice verde fino a complesse decorazioni dorate e argentate, gialle, crema e grigie.

Sono piante vigorose i cui steli produco­no radici aeree che aderiscono su superfici ruvide consentendo alla pianta di sviluppar­si rapidamente lungo muri o graticci di legno. Più modestamente si può far cresce­re la pianta in casa su canne di giunco e piccoli graticci oppure lasciandola espande­re ai lati di un mastello o pendere da un cesto sospeso. Se si preferisce una forma più compatta e cespugliosa, si cimano rego­larmente gli apici vegetativi.

Le edere sono semplici da coltivare e in opportune condizioni non presentano pro­blemi di sorta: è sufficiente garantire un ambiente luminoso, aerato e fresco.

Le esigenze invernali non differiscono molto da quelle della sta­gione vegetativa. La pianta può essere esposta a temperature molto basse e so­pravvive anche a meno di 7 °C, sebbene in simili condizioni il suo sviluppo sia mode­sto. È consigliabile mantenere la tempera­tura dell’ambiente sui 10 °C e una certa illuminazione per non deprimere lo svilup­po e la colorazione delle foglie.

Clerodendro a Natale, perchò no?

clerodendron trichotomum bacche

Il Natale è sempre più vicino e la corsa al regalo è, per la gran parte di noi, ancora in pieno svolgimento; purtroppo però, come avrete notato, è facile divisi come si è fra casa, lavoro e preparativi per le feste, ritrovarsi a corto di idee sull’argomento. Personalmente, io ho sempre amato acquistare i doni di natale al garden center: una pianta è sempre gradita (a meno che il destinatario del regalo non detesti il giardinaggio e tutto ciò che lo riguarda anche alla lontana) e se scelta bene si presta anche a fungere da addobbo natalizio. Ne sono esempi lampanti la Stella di Natale e l’Agrifoglio.

Se però vi piace distinguervi, esistono molti altri generi di piante che si adattano bene all’atmosfera natalizia e fra queste spicca senz’altro il delizioso Clerodendro che proprio in questo periodo fa bella mostra delle sue bacche blu incastonate in calici quasi rossi. In particolare, la specie che vi suggeriamo di regalare a Natale è il Clerodendrum trichotomum:

Clivia, un perfetto regalo floreale per Natale

Clivia

Se con il Natale alle porte vorreste fare un regalo floreale ma non sapete quale pianta regalare, una buona idea potrebbe essere quella di donare la Clivia, una bella pianta dalla splendida fioritura invernale. La Clivia appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, delle piante che provengono dall’Africa, la cui specie più nota come pianta ornamentale è la Clivia Miniata, un’erbacea perenne alta 40 o 50 centimetri che riesce a crescere molto bene in appartamento. Il nome “Clivia” deriva dalla duchessa di Northumberland, lady Charlotte Florentine Clive, alla quale fu dedicata nel 1828 quando questa pianta fu classificata per la prima volta.

La Clivia possiede lunghe foglie rigate di colore verde scuro, e produce mazzetti di grandi fiori dai petali color arancio con il centro giallo. La Clivia è un ottimo regalo anche per chi non è esperto di piante e fiori perché non necessita di cure particolari e riesce a vivere anche in zone poco luminose, e la coltivazione di questa pianta deve avvenire in vaso.

L’esposizione ideale di questa pianta in appartamento è in una zona luminosa ma lontana dai raggi diretti del sole; la Clivia ha bisogno di annaffiature regolari ma non eccessivamente abbondanti e comunque non troppo ravvicinate durante il periodo invernale; per avere una buona fioritura e foglie di colore verde brillante è opportuno aggiungere all’acqua del concime per piante da fiore da nebulizzare ogni 15 giorni. La temperatura ideale della Clivia è di circa 22 o 24 gradi, e soprattutto nel periodo invernale non deve scendere sotto ai 10 gradi.

Come realizzare un centrotavola di Natale con le piante

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Mancano pochi giorni al Natale e siamo tutti indaffarrati nella corsa all’ultimo regalo (tredicesima permettendo, naturalmente). Ma tra una faccenda e l’altra non dimentichiamo di preparare qualcosa di speciale per la nostra tavola e non solo per quanto riguarda il tradizionale pranzo in sé.

Sarebbe carino, infatti, arredare la mensa con una nostra creazione, qualcosa di originale che ci valga i complimenti degli ospiti o semplicemente qualcosa che arricchisca nel migliore dei modi il tavolo della cucina o del salotto nel periodo delle feste.

Che ne dite allora di un bel centrotavola natalizio creato con le nostre mani, utilizzando magari piante, fiori secchi, pigne e rametti d’albero? La realizzazione è molto semplice e non richiede chissà quanto tempo, regalandovi alla fine un ottimo motivo di soddisfazione personale. Siete pronti a far uscire l’artista che è in voi?

Schefflera, la pianta delle “scintille”

Schefflera

II nome scientifico della Schefflera deriva da quello del naturalista J.C. Scheffler, vissuto a Danzica dove si occupò di insegnamento e di ricerche in campo botanico.

La schefflera è stata portata in Europa solo nel 1700 e per lungo tempo essa è stata confusa con le aralie, errore che del resto viene spesso compiuto anche oggi, soprat­tutto quando gli esemplari sono ancora mol­to giovani e, quindi, non ancora ben carat­terizzati.

È interessante ricordare che presso le tribù dei Maori, nella Nuova Zelanda, il legno della Schefflera digitata, che è molto tenero, viene utilizzato per ottenere il fuoco median­te la frizione di due legni secchi, di diver­sa durezza, che vengono sfregati tra di loro sino a farne scaturire la scintilla.

La schefflera si impiega come una comune pianta da appartamento, ma con una parti­colare attenzione alla «forma» di questi arbusti che, se hanno una caratteristica, di­ciamo così, negativa è quella di possedere una chioma piuttosto disordinata e che si allarga in modo irregolare.

Litchi, il frutto che viene dall’Oriente

Litchi

Il litchi è un albero da frutto molto diffuso in Estremo Oriente, ed è presente sul mercato italiano in molte varietà, anche se se quella cinese è senza dubbio la migliore. In natura, gli alberi di litchi possono raggiungere i 15 o 20 metri d’altezza, grazie ad una chioma di forma tondeggiante molto densa; possiedono foglie pinnate e lucide di colore verde scuro. In primavera spuntano i fiori ai quali seguono i frutti che maturano alla fine dell’autunno.

I frutti del litchi sono simili a grosse noci dal guscio ruvido e rosato, e al loro interno contengono la polpa di colore bianco, molto succosa e zuccherina, e un seme marrone non commestibile. Il momento migliore per gustare il litchi è quando questo raggiunge il culmine della maturazione, ovvero quando il frutto presenta una aspetto fresco e un profumo intenso.

Il frutto del litchi può essere conservato anche per un paio di settimane a temperatura ambiente; per gustare al meglio il suo spore deve essere mangiato al naturale, ossia incidendo il guscio a metà, eliminando il nocciolo e mangiando la polpa, ma può essere usato anche come ingrediente di cocktails e di insalate di frutta.

Piante medicinali: la Genziana

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Benvenuti all’ennesimo appuntamento con le piante medicinali, quelle che, oltre ad ornare il nostro giardino, ci regalano preziosi aiuti per la salute, sostituendo o integrando la medicina tradizionale. Oggi ci occupiamo della Genziana, pianta appartenente alla famiglia delle Gentianacee ed originaria dell’Europa, dell’Asia e di alcune zone dell’America settentrionale.

Alle nostre latitudini è più facile trovarla nelle zone alpine ed appenniniche, dove trova l’ambiente migliore per crescere e proliferare, grazie alla grande resistenza alle temperature più basse.

Come riconoscere una pianta di Genziana? Cominciamo col dire che può raggiungere i due metri di altezza, con le sue foglie opposte ed i fiori a forma di imbuto dal colore ora blu (tipico dell’emisfero settentrionale) ora rosso (sulle Ande) ora bianco (diffuso soprattutto in Nuova Zelanda).

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».

Piante da appartamento: consigli utili per la coltivazione

piante da interno

L’inverno bussa prepotentemente alla porta e non c’è periodo migliore di questo per dedicarsi in maniera costante alle nostre care piante d’appartamento, quelle che rallegrano l’ambiente nel periodo più freddo e triste dell’anno.

E allora ecco qualche consiglio per una buona riuscita nella coltivazione, tenendo conto comunque che non tutte le piante hanno le medesime esigenze e che è opportuno consultare le varie schede di presentazione prima di avventurarsi nella cura del nostro giardino interno.

Ci sono tuttavia delle regole ben precise da tenere a mente qualunque sia la pianta che abita il nostro salotto o la mensola della cucina, ed è proprio a questo argomento che dedichiamo la nostra attenzione in queste poche righe. Cominciamo allora dalla collocazione: dove piazzare la nostra pianticella affinché cresca forte e rigogliosa? Tenendo conto che le piante per sopravvivere hanno bisogno di luce, la collocazione ideale è in prossimità di finestre e vetrate, facendo in modo che il sole non le baci in modo diretto, perché il vetro, fungendo da lente, creerebbe delle fastidiose bruciature sulle foglie.