Vischio, il portafortuna del Natale

vischio

Dicembre avanza a grandi passi ed il Natale si fa sempre più prossimo, tra le corse al regalo più adatto ed i preparativi per le mega abbuffate. Ma in tutto questo daffare non bisogna assolutamente dimenticare di procurarsi qualche rametto delle tipiche piante di natale, che oltre a creare la giusta atmosfera all’interno della nostra casa, hanno anche poteri “magici” legati ad antiche tradizioni.

Dell’Agrifoglio e del Pungitopo abbiamo già trattato in capitoli precedenti, ma nel nostro PolliceGreen non poteva certo mancare una pagina dedicata al Vischio, considerato una pianta portafortuna in diverse tradizioni.

Si tratta di un arbusto semiparassita di ridotte dimensioni (30-50 centimetri), che cresce e prolifica sfruttando l’acqua ed i sali minerali di grandi alberi, come il tiglio, il pioppo, la quercia e l’olmo. E’ possibile ammirare il Vischio in tutta la sua bellezza soprattutto nel periodo invernale, quando le piante che lo ospitano si spogliano, lasciando intravedere una cascata di foglie verdi ed un’esplosione di bacche ora bianche ora giallastre.

Fioriture di Dicembre

fiori a dicembre

È evidente che a Dicembre non sono mol­tissime le specie che entrano in fioritura e, soprattutto al Nord, il loro numero è davve­ro esiguo. Piuttosto, sono abbastanza nume­rosi gli arbusti che si coprono di bacche colorate o che conservano una smagliante decorazione di piccoli frutti di colore viva­cissimo, molto ornamentali, che spiccano con straordinario rilievo sul bianco della neve.
Ricorderemo tra le piante da pien’aria in fio­re, le stupende «rose di Natale» (da non confondere con la «stella di Natale» o poinsezia).
Le «rose di Natale» sono note, botanica­mente, come Helleborus e sin dall’antichità venivano impiegate per la preparazione di medicine e di filtri magici. Il loro uso, tutta­via, è assai pericoloso in quanto gli ellebori contengono un temibile veleno. Meglio la­sciar stare.

Fra le specie apprezzate per la bellezza delle bacche si ricordano: l’agrifoglio (tipica deco­razione natalizia insieme al pungitopo), il pittosporo, il vischio, la callicarpa, l’edera, alcuni viburni, l’aucuba e il ponciro dalle lunghe spine e dai frutti simili a piccole aran­ce, dalla buccia profumatissima.

Sempre in questo periodo dell’anno fiorisco­no in serra molte specie da fiore per appar­tamento;

Anthurium per decorare il vostro Natale

fiore di anthurium

L’Anthurium è una pianta altamente decorativa originaria delle foreste equatoriali dell’America del Sud, che deve il suo nome alla parole greche ánthos cioè fiore, e ourá che significa coda. In effetti, la caratteristica principale dell’Anthurium sono è la larghezza delle sue spate dai colori brillanti soprattutto il rosso. Il genere Anthutium comprende circa 800 specie, ma quelle più coltivate in appartamento sono l’Anthurium andreanum e l’Anthurium scherzerianum. Un’altra caratteristica importante di questa pianta è la longevità e la resistenza alle condizioni avverse.

Le inflorescenze dell’Anthurium sono composte da una lunga pannocchia formata da piccoli fiori tondi che contengono i semi, sostenuta da una larga spata rigida e lucida di colore rosso, bianco o rosa; la pannocchia di fiorellini è in genere gialla o bianca, ma ne esistono anche di lilla e di rosate. La fioritura dell’Anthurium dura da giugno a settembre.

L’Anthurium è una pianta che deve essere coltivata in appartamento perché teme il freddo, gli sbalzi termici e le correnti, tanto che la temperatura minima consigliata è di 16°C, ma per ottenere una fioritura ottimale dovrebbe aggirarsi intorno ai 20°C. Ama l’esposizione alla luce ma non a quella diretta dei raggi solari. Il terreno ideale per l’Anthurium è soffice e ricco, costituito da corteccia sbriciolata, terriccio di foglie e torba; va annaffiata regolarmente con acqua dolce e non fredda, avendo cura di aspettare che il terreno sia ben asciutto tra un’innaffiatura e l’altra.

Fiori californiani, le essenze (T-Z)

Tanacetum vulgare

Termina oggi la nostra panoramica sui fiori californiani. Di seguito vedremo infatti l’elenco delle essenze dalla T alla Z.

Tansy (Tanacetum vulgare)

Il tanaceto appartiene alla famiglia delle Asteraceae; la sua essenza è adatta a che è pigro e indeciso, aiuta ad essere più volitivi e diretti.

Tiger lily (Lilium humboldtii)

Questa particolare specie di Lilium aiuta coloro che hanno difficoltà a lavorare in gruppo perchè troppo aggressive e competitive.

Trillium (Trillium chloropetalum)

E’ indicato per chi è troppo avido e crede che la crescita personale consista solo con l’accumulo di beni materiali.

Trumpet vine (Campis tagliabuana)

Noto anche come Madame Galen, questo fiore è utile per chi ha difficoltà a parlare in pubblico o è affetto da balbuzie.

Prato, a Dicembre, siamo ancora in tempo per rinnovarlo

pratro

Se avete la necessità di rinnovare una parte del vostro prato o di sistemare «ex novo» una zona del vostro giardino tenuta ad erba, non aspettate troppo ad occuparvene, soprattutto se avete la grande fortuna di vivere in una zona dove l’inver­no ha una relativa mitezza. Approfittate, dunque, di qualche bella gior­nata di sole per compiere queste prime due opera­zioni:

asportare l’attuale strato erboso, scortican­do il terreno in modo da eliminare anche tutto l’ammasso delle radici della vecchia erba e ripulire completamente il terreno dai sassi più grossi. Per operare questo scorticamento bisogna agire con il badile tenuto quasi piatto, inci­dendo terra e radici al di sotto del tappeto erboso con rapidi e ben piantati colpi di punta, quindi fa­cendo leva per scalzare tutta la zolla. In questo modo, nel terreno resteranno solo poche ra­dici che potranno essere eliminate a mano durante le successive fasi di zappatura, erpi­catura e rastrellatura;

Tecniche colturali: l’imbianchimento e il diradamento

diradamento

A proposito di tecniche colturali vi abbiamo già illustrato la sarchiatura, la rincalzatura, e la pacciamatura; oggi è il turno di imbianchimento e diradamento. L’imbianchimento serve ad impedire alla luce del sole di colpire alcuni ortaggi in modo da far diventare le foglie e i fusti di colore bianco e non verde; questo perché alcune verdure, se possiedono le foglie bianche, hanno un sapore migliore e sono più croccanti.

Togliendo la luce alle verdure non si formerà la clorofilla, cioè il pigmento che conferisce il colore verde agli ortaggi; un esempio di imbianchimento è quello di alcune specie di insalata come l’indivia che viene sottoposta ad a questo procedimento per migliorarne il sapore. Per effettuare l’imbianchimento bisogna coprire la pianta con un vaso di plastica, al quale andranno chiusi fori di scarico per non far entrare la luce; dopo poche settimane di oscurità, le foglie saranno di colore bianco.

Piante medicinali: l’Achillea

achillea

Il nostro viaggio virtuale alla scoperta delle piante più utilizzate dal punto di vista medicinale si ferma oggi davanti ad una piantina di Achillea, appartenente alla famiglia delle Asteracee e coltivata per lo più in zone montuose o comunque a clima fresco.

Il nome si deve a Linneo, che evidentemente era un appassionato di antiche leggende, se è vero che la chiamò in questo modo ritenendola responsabile delle guarigioni dei soldati di Achille durante l’assedio di Troia.

Leggende a parte, pare che l’Achillea sia particolarmente adatta alla cura di piccole ferite e per arrestare emorragie interne ed esterne, utilizzata sia come decotto che come infuso. Ha anche proprietà antispasmodiche, antiemorroidee e digestive ed è utilizzata più in generale nella cura delle malattie nervose.

Dicembre, lavori nei giardini delle regioni del centro e del sud

Barbecue

Vale anche per il giardino quanto abbiamo suggerito parlando del balcone: è possibile seminare le specie annuali o perenni da fio­re e anche mettere a dimora arbusti e alberi purché si sia provveduto a scavare le buche di impianto con un buon anticipo sulla data di messa a dimora.

È anche possibile, in queste regioni meglio favorite dal clima, usufruire delle giornate invernali per riverniciare le inferriate e le cancellate, per rivedere gli impianti della lu­ce e dell’acqua che essendo quasi sempre interrati non possono essere revisionati du­rante l’estate, o che almeno si evita di re­visionare, per non sconvolgere il prato e per non buttare all’aria le bordure fiorite e le aiuole. Altrettanto consigliabile approfittare di questo mese per sistemare o rifare i lastri­cati, magari sostituendo la scomoda ghiaia dei vecchi sentieri con il più razionale pavi­mento in lastre di béola o in mattoni. È im­portante che la messa in opera dei lastricati avvenga in giornate non troppo fredde e, comunque, con temperatura superiore di qualche grado allo zero. Infatti, se «gelas­se», il cemento non potrebbe fare presa e il lavoro dovrebbe essere rifatto dal princi­pio (ma naturalmente in un periodo più fa­vorevole).

Il Bucaneve, ossia la Stella del mattino

Bucaneve

Il Bucaneve, che in botanica si chiama Galanthus nivalis, è una pianta bulbosa perenne originaria dell’Europa, conosciuta anche come “Stella del mattino”, perché è uno dei primi fiori che appare dopo l’inverno; la tradizione cristiana associa i Bucaneve al giorno della purificazione della Madonna, ossia il 2 febbraio, e infatti nel linguaggio dei fiori significano vita e speranza.

I fiori del Bucaneve sono piccoli e bianchi, dalla forma a campanella con le corolle rivolte verso il basso; esistono diverse varietà di Bucaneve ma tutte possiedono la stessa caratteristica e cioè i fiori bianchi. I Bucaneve crescono bene in qualsiasi tipo di terreno, anche se preferiscono quelli ricchi di humus, e non amano l’esposizione diretta ai raggi del sole: non a caso i fiori appassiscono velocemente se sono sottoposti alle alte temperature; le zone più idonee per questa pianta sono quelle ombreggiate, magari ai piedi di arbusti o alberi.

Fiori californiani, le essenze (R-S)

Rabbitbrush

Sta quasi per volgere al termine la nostra sintetica carrellata sui fiori californiani: oggi le essenze dalla R alla S.

Rabbitbrush (Chrysothamnus nauseosus)

Dona alla mente lucidità, attenzione e flessibilità. Aiuta a fare scelte più consapevoli.

Red Clover (Trifolium pratense)

Il trifoglio dona calma e lucidità nelle situazioni di emergenza, è indicato per chi tende a farsi trascinare dall’isteria di massa.

Rosemary (Rosmarinus officinalis)

Il rosmarino è prescritto alle persone pallide, gracili e introverse.

Sage (Salvia officinalis)

La salvia è indicata per le persone che si credono vittime degli eventi o che stanno attraversando un momento di cambiamento molto importante come un pensionamento o la menopausa.

Piante grasse: il Sempervivum

sempervivum

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle piante grasse da tenere in casa e da ammirare anche nel periodo più freddo dell’anno, quando la temperatura ci impedisce di occuparci a tempo pieno del nostro giardino. Oggi ci occupiamo del Sempervivum, appartenente alla famiglia delle Crassulacee ed originario di America, Asia ed Asia.

Si tratta di una pianta erbacea perenne, che si presenta sotto forma di rosetta succulenta, con foglie carnose dal colore ora verde, ora bluastro, fino al nero- porpora. I Semprevivi tendono a disporsi “a cuscino”, producendo via via nuovi esemplari l’uno di fianco all’altro, che danno vita ad uno spettacolo di rara bellezza sia in vaso che in piena terra.

Nelle varietà coltivate in montagna è poi possibile osservare della folta peluria sulle foglie, quasi assente invece per le specie coltivate ad una temperatura mite. Il Sempervivum, oltre a rallegrare l’ambiente circostante con la sua bellezza, produce anche dei fiori stellati su un fusto carnoso nel periodo che va da giugno a settembre.

Dicembre, lavori nei giardini delle regioni settentrionali

serra inverno

In giardino ancor più che sul balcone, me­glio riparato, più «chiuso», si avvertono, sia pure con sensibili differenze fra Nord e Sud, le difficili condizioni climatiche. Per­ciò, anche riguardo il giardino, prenderemo in considerazione le due grandi zone clima­tiche, e le relative attività all’aperto.

Ormai tutte le piante che soffrono il freddo dovrebbero essere ricoverate e protette in uno dei modi che vi abbiamo suggerito: lo strato di foglie e di torba; il foglio di plasti­ca; la serretta portatile; gli appositi, como­dissimi «tunnel» in plastica che sono addi­rittura preziosi per conservare in vita le piantine seminate in autunno, le erbe aro­matiche, le verdure nell’orto.

Se ciò non è stato fatto, precipitatevi, spe­rando che vi sia andata bene.

Parassiti delle piante: la Psilla

psilla

La Cacopsylla pericola è un parassita delle piante che si diffonde sui frutti, sui boccioli e nella parte inferiore delle foglie delle piante ornamentali e da frutto, causandone ingenti danni. Questo insetto succhiatore, meglio conosciuto come Psilla, è in grado di causare gravi debilitazioni nelle piante colpite, con conseguente riduzione della produzione di fiori e frutti, per due motivi: il primo è dovuto dagli attacchi stessi che sono piuttosto massicci, il secondo è provocato dalla copertura di melata che favorisce lo sviluppo di fumaggine.

Gli insetti Psilla adulti raggiungono una lunghezza che va dai 2 ai 3 centimetri, e sono di colore rossastro con l’addome scuro e con ali lucide e spioventi. Di solito svernano sotto la corteccia degli alberi e riprendono la loro attività in marzo, deponendo 4 o 5 generazioni uova sui rami, sui germogli e sulla corteccia delle piante.

Mirto, non solo un liquore

mirto

Dici Mirto e pensi ad un liquore tipico della Sardegna, dimenticando spesso che dietro quella bontà in bottiglia c’è una pianta utilizzata per diversi scopi, primo fra tutti quello ornamentale, vista la bellezza della fioritura.

Cominciamo col dire che il Mirto è una pianta appartenente alla famiglia delle Myrtacee, largamente diffuso in Corsica ed in Sardegna, sebbene sia facile da trovare un po’ in tutto il bacino del Mediterraneo. Fino agli anni novanta veniva utilizzato per lo più come albero da ornamento, poiché il liquore da esso ottenuto veniva consumato soprattutto nelle zone di origine. Solo successivamente si è pensato al suo utilizzo su larga scala, per via delle crescente richiesta da parte delle aziende produttrici di liquori.

Ma al di là del fine commerciale, il Mirto è una pianta interessante anche dal punto di vista estetico e viene coltivato sia come albero isolato sia nella composizione di siepi dall’aspetto caratteristico.