Il Punteruolo Rosso fa strage di palme a Roma

palma_punteruolo_rosso

Ci siamo già occupati del Punteruolo Rosso – responsabile della morte di numerosissime palme in tutto il Pianeta – ed abbiamo anche proposto delle soluzioni (poche, ahimé) in caso di malattia conclamata  o proprio per prevenire l’attacco di questo fastidiosissimo coleottero proveniente dall’Asia. Perché dunque tornare sull’argomento?

Lo spunto ci è arrivato da un interessante articolo del Corriere della Sera, che riporta la preoccupazione dello storico degli alberi Antimo Palumbo riguardo alla situazione allarmante delle palme romane, attaccate da qualche settimana dal parassita e già gravemente danneggiate (in alcuni casi irrimediabilmente).

Il giardino Zen

giardino zen

Secondo la dottrina buddista, il giardino Zen è un luogo che simboleggia gli elementi naturali e facilita la meditazione comunicando calma e serenità. Non si tratta quindi di un semplice ornamento e la sua creazione e la  “manutenzione” presuppongono una adeguata conoscenza della filosofia orientale. Ciò premesso, il più semplice e noto dei giardini zen è il karesansui, detto anche giardino giapponese in stile paesaggio secco, composto da due soli elementi: la sabbia, che simboleggia l’oceano e le pietre  che rappresentano la terra, la vegetazione e gli animali marini sacri.

Nato in Giappone molti secoli fa, il giardino zen è sempre stato associato alla spiritualità buddista, tuttavia fu solo nel VI secolo d. C. che cominciò ad evolversi e ad assumere la valenza con la quale lo conosciamo oggi, quando cioè cominciò ad avere dimensioni maggiori, in modo che fosse possibile accedere al suo interno oltre che passeggiarvi intorno durante la meditazione, e i sacerdoti Zen cominciarono ad assegnargli la funzione di guidare verso una comprensione più profonda della dottrina.

Piante medicinali: quelle meno conosciute

piante medicinali

Torniamo oggi a parlare delle piante medicinali, ricordandovi sempre che, questi “rimedi naturali” non vogliono e non sono in alcun modo da sostituire a ciò che vi prescrive il vostro medico e che quindi non dovrete mai abbandonare delle eventuali profilassi indicatevi dagli specialisti.

Di seguito troverete piccole pianticelle delle quali, forse, non tutti conoscono i benefici naturali; attenzione però, perchè, anche se con queste pianticelle si può aiutare l’organismo, se non utilizzate nella maniera corretta, potrebbero essere molto pericolose.

L’importanza delle etichette nella semina

etichette per piante

Qualunque sia il metodo impiegato, il tipo di contenitore e la stagione, è indispensabile affiancare la semina con un’etichetta sulla quale risulterà la data, il nome del genere, della specie e della varietà. In commercio si trovano etichette di diversa forma e grandezza, da legare ad un ramo o atte ad essere conficcate in terra.

Le più adatte per il giardino sono quelle ritagliate da fogli semi rigidi, in modo da risultare consistenti ma anche flessibili; i vivaisti, invece, usano etichette più leggere e strette, fessurate in modo da poter essere fissate a un ramo formando quasi un nodo scorsoio. Se si utilizzano etichette di plastica flessibile o rigida, le note potranno essere scritte a matita nel lato non lucido della plastica. Per garantire l’aderenza, la stessa cautela dovrà essere osservata se la scritta viene impressa su nastro autoadesivo.

Gladiolo, il fior di spada

gladiolo

Tra i fiori che adornano i nostri giardini, il Gladiolo è certamente uno dei meno resistenti in termini di tempo, pur regalando alla vista un eccezionale spettacolo di colori ed eleganza. Appartiene alla famiglia delle Iridacee e deve il suo nome a Plinio, che notò la somiglianza delle foglie con la classica spada corta dei Romani, il Gladius.

In natura ne esistono più di 150 specie, molte delle quali sconosciute, mentre sono ben noti gli ibridi, coltivabili sia in vaso che in piena terra e particolarmente usati come fiori recisi.

La pianta del Gladiolo è caratterizzata da lunghe foglie appuntite e da fiori dei più disparati colori, riuniti in spighe semplici o doppie. Fiorisce da maggio ad ottobre, a seconda della varietà, regalando così un tocco di colore per gran parte dell’anno.

Le erbe aromatiche di Ottobre

erbe aromatiche

Le erbe e gli aromi che utilizziamo in cucina per le nostre pietanze provengono da vere e proprie piante dall’aspetto molto  particolare,  scopriamo insieme quelle che fioriscono in questo periodo.

IL CROCO
Dal bulbo di una particolare specie di Croco (Sativus) sbocciano dei fiori lillà e profumati, dai quali si ricava lo zafferano, una delle sostanze aromatiche e coloranti più note e diffuse in gastronomia. Lo zafferano si ricava dall’essiccamento degli stimmi rosso-arancio del croco suddetto, stimmi coperti della nota polvere.

Si coltiva con facilità, come le altre bulbose a fioritura autunnale, ossia interrandole verso la fine agosto, in terra soffice e un po’ sabbiosa, ben concimata. I bulbi dei crochi da cui si estrae lo zafferano si coltivano industrialmente soprattutto in Puglia e Calabria; per avere un etto di zafferano occorrono gli stimmi di ben 20.000 fiori; attualmente, gran parte dello zafferano posto in vendita è di origine sintetica.

Come dicevo prima, lo zafferano, serve a colorare risotti, dolci o altre vivande e trova impiego nei liquori o nella preparazione di vivande da conservare sott’olio.

Annaffiare le piante in vaso: cosa c’è da sapere

annaffiare le piante in vaso

L’annaffiatura delle piante in vaso costituisce la maggiore preoccupazione di chi possiede dei fiori, perché l’irregolare distribuzione d’acqua può causare il deperimento e, talvolta, addirittura la morte della pianta. La frequenza delle annaffiature è determinata da diversi fattori, come, ad esempio, l’ampiezza del vaso, la porosità del recipiente, lo sviluppo delle radici, l’abbondanza del fogliame e la temperatura.

Eccezione fatta per i casi particolari, la norma generale suggerisce di annaffiare quando, grattando il terriccio superficiale, appare asciutto anche lo strato sottostante. Un grave rischio per le piante è costituito dai ristagni di acqua originati dall’ostruzione del foro di scolo, oppure dalla permanenza di acqua nel portavaso.

Le rose, malattie e avversità

rose malattie

Le maggiori difficoltà nella coltivazione delle rose sono rappresentate dai numerosi attacchi da parte di funghi e parassiti ai quali questo fiore è particolarmente esposto. Le rose quindi necessitano più di altre piante fiorite di interventi preventivi utili ad evitare “incidenti” che rischiano di vanificare mesi di lavoro in giardino.

Quanto alle malattie fungine, a parte la muffa grigia, della quale vi abbiamo già parlato, la rosa può essere attaccata dalla cosiddetta muffa nera causata dall’attacco del fungo Diplocarpon rosae. La malattia si manifesta dapprima con macchie scure grandi fino a 3 cm sulle foglie che progressivamente ingialliscono e cadono. In questi casi bisogna eliminare tutte le parti malate della pianta ed intervenire con prodotti chimici specifici. A scopo preventivo è bene evitare che si creino ristagni d’acqua al momento della bagnatura perchè i marciumi che possono derivarne espongono inevitabilmente qualunque tipo di pianta all’insorgenza di malattie fungine.

Castagno, pianta preziosa

castagno

E’ difficile parlare dell’autunno senza nominare la castagna, frutto tipico della stagione e molto apprezzato nella dieta nostrana. Ma prima di arrivare a sbucciare le nostre caldarroste, cominciamo dalla descrizione della pianta, diffusa in tutta l’area mediterranea e nel sud dell’Inghilterra.

Il nome scientifico è Castanea sativa, appartenente alla famiglia delle Fagacee e comprendente diverse specie, tra le quali il Castagno europeo, il Castagno giapponese ed il Castagno americano.

Fino a qualche decennio fa la pianta del Castagno veniva considerata estremamente preziosa, poiché rappresentava una valida risorsa per l’alimentazione, fornendo al tempo stesso legna da ardere nel periodo invernale. Poi se ne scoprì l’uso commerciale, specie per le varietà più pregiate, vendute “a peso d’oro” dai produttori. Un buon aiuto, insomma, per l’economia delle zone montane e collinari, che poteva contare sulla stagione autunnale per risollevarsi e progredire.

Stella di Natale, in Messico è considerata quasi sacra!

stella-di-natale

L’origine del nome scientifico delle euforbie è abbastanza oscura e si rifà, probabilmente, a una leggenda secondo cui lo scopritore dei principi benefici contenuti nel lattice che stilla dai tessuti di queste piante, è da attribuire ad Euforbio, medico di Giuba re dei Numidi.

Il nome della specie comune (Stella di Natale), si riferisce al periodo di fioritura della pianta che corrisponde, grosso modo, al periodo natalizio. l’Euphorbia pulcherrima è nota anche come Poinsettia pulcherrima, da cui deriva il nome comune di « poinsezia » con cui si usa designare la specie che verso Natale ci regala le sue stupende, vellutate brattee rosse, rosa, bianche e avorio.

Sino alla fine dell’Ottocento la poinsezia era pressoché ignota in Europa, mentre veniva già ampiamente usata in America e soprattutto in Messico dove la stella di Natale è considerata quasi sacra.

Punteruolo rosso, come combattere il parassita delle palme

palma con punteruolo rosso

Il punteruolo rosso è un parassita pericoloso per molte specie di palme; il suo nome scientifico è Rhynchophorus ferrugineus  ed è un coleottero originario dell’Asia sudorientale, ma in seguito al commercio di palme infette si è diffuso in Medio Oriente e poi in tutti i paesi del bacino mediterraneo, compresa l’Italia, il cui primo avvistamento risale al 2004. Questo parassita viene chiamato “punteruolo rosso” perché possiede il corpo di colore rosso bruno, con macchioline nella parte superiore del torace.

All’inizio, quando una palma viene infestata dal punteruolo rosso, è piuttosto difficile accorgersene, e infatti il riconoscimento arriva solo in fase avanzata. Il sintomo principale della contaminazione del parassita è il cambiamento dell’aspetto della chioma della palma, che assume una forma aperta; con il passare del tempo la pianta perde completamente le foglie, fino ad arrivare, nella fase finale dell’infezione, alla morte assoluta, momento che coincide anche con l’abbandono della stessa da parte del punteruolo, che si mette in cerca di un altro esemplare da contaminare.

Combattere le aggressioni del punteruolo rosso è piuttosto difficile perché questo parassita si muove con velocità e può evitare le protezioni. I trattamenti chimici, poi, si devono servire di insetticidi abbinati ad una “diagnosi precoce” della contaminazione; questi pesticidi sono però piuttosto tossici e inoltre richiedono un’irrorazione su tutta la palma con conseguente propagazione nell’aria.

Il roseto comunale di Roma

roseto comunale roma

Il roseto comunale di Roma sorge attualmente su un’area che ospitava il capitolino cimitero ebraico prima che questo fosse trasferito al Verano, ossia sulle pendici dell’Aventino, appena sopra il Circo Massimo. Sembra che questo sito fosse dedicato al culto dei fiori sin dal III secolo a.C. poichè, secondo quanto riportato da Tacito negli Annales, nei suoi pressi sorgeva un tempio dedicato alla dea Flora e che sin dal ‘600 ospitasse esclusivamente orti e vigneti.

Il roseto si estende su una superficie di 10.000 metri quadrati e ospita al suo interno 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo: fra le più interessanti, almeno dal punto di vista botanico, la rarissima Rosa chinensis viridiflora, dai petali verdi e la Rosa chinensis mutabilis, che cambia colore sette volte in cinque giorni: dal bocciolo rosso fiorisce infatti un esemplare prima arancione, poi giallo, che diventa color crema, rosa chiaro, rosa intenso e infine cremisi. Sicuramente da non perdere, anche la maleodorante (strana caratteristica per una rosa!) Rosa foetida, proveniente dalle impervie montagne del Caucaso. Mentre fra le rose antiche, spiccano senza dubbio le rose Damascene e le rose Galliche.

Melograno, pianta della fertilità

melograno

Se volete allietare la vista con una pianta colorata e decorativa, pur non volendo rinunciare all’esigenza di avere frutta fresca per la vostra tavola, puntate pure sulla coltivazione del Melograno.

Il nome scientifico è Punica, appartenente alla famiglia delle Punicacee e coltivata originariamente in Asia occidentale, per trovare poi ampia diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo. Comprende due sole specie, vale a dire la Punica granatum (il classico Melograno che finisce per arricchire le nostre tavole) e la Punica protopunica, oramai in via di estinzione.

In queste poche righe ci occuperemo per lo più della prima specie, illustrandone caratteristiche, cure e proprietà medicinali, nella speranza che le informazioni proposte vi siano utili per una buona coltivazione del Melograno.

Le bacche di acai

acai-berry

La bacca di acai (pronuncia assaì), nota anche come acai berry, è il frutto di un tipo di palma, l’acaizero, il cui nome botanico è Euterpe Olaracea Mart e che cresce spontanea solo nella Foresta Amazzonica, soprattutto nelle paludi e nelle zone alluvionali. Si tratta di una palma molto sottile che può raggiungere anche i 25 metri di altezza.

Le bacche di acai sono praticamente prive di buccia, piccole e tonde di colore violaceo, quindi molto simili al mirtillo, e crescono in pannocchie poste sulla sommità della piante che arrivano a contenerne anche un migliaio. Alla raccolta dei frutti si procede in piena notte tra i mesi di Luglio e Dicembre.

Mentre un tempo era diffusa solo in Brasile e negli altri paesi dell’America latina, dove viene impiegata per la preparazione di pietanze come zuppe e gelati, oggi la bacca di acai berry è ampiamente conosciuta in tutto il mondo, incluso il nostro paese dove viene commercializzata sin dal 1997 sotto forma di tavolette, beveroni e pillole (ma è facile trovare anche la polpa congelata).