Fiori di Natale, ciclamini rustici e semirustici

ciclamini specie

Come vi abbiamo già accennato, è possibile dividere i ciclamini in due grandi gruppi: rustici e semirustici; i primi sono più adatti alla coltivazione in ambienti esterni quali giardini e terrazze, mentre i secondi si prestano molto bene alla coltivazione in appartamento purchè lontani da fonti di calore e con il giusto grado di umidità ambientale.

Vediamo adesso alcune specie di ciclamini appartenenti all’uno e all’altro gruppo:

Ciclamini semirustici

Cyclamen libanoticum

Il ciclamino libanoticum è una specie semirustica che può raggiungere un’altezza massima di 15 cm; presenta foglie variegate e produce fiori rosa che, a differenza degli altri ciclamini, fanno la propria comparsa un po’ tardivamente, da febbraio a marzo.

Cyclamen cilicium

Originario dell’Asia minore, il ciclamino cilicium può raggiungere un’altezza massima di soli 10 cm. Presenta foglie variegate e produce i propri fiori rosa pallido sin dal mese di ottobre.

Acalypha hispida, un regalo originale per il Natale

Acalypha hispida

Per gli affezionati lettori di PolliceGreen ancora un’idea originale da presentare ad amici e parenti come regalo di Natale, in luogo della classica e scontatissima Stella. Naturalmente il colore dominante deve essere rigorosamente il rosso e allora perché non orientarsi verso l’acquisto di una Acalypha hispida?

Si tratta di una pianta della famiglia delle Euphorbiacee, caratterizzata da infiorescenze lunghe e pendule formate da numerosissimi fiorellini rossi, che ravvivano l’ambiente da aprile ad ottobre. Le foglie invece sono a forma di cuore, di colore verde scuro e ricoperte di peli.

Non è una pianta facile da coltivare, ma con qualche piccolo accorgimento anche i principianti nell’arte del giardinaggio potranno godere della sua bellezza per lungo tempo. Come prendersi cura, dunque, dell’Acalypha hispida?

Fiori di natale, i ciclamini

Durante le festività siamo talmente tanto presi dall’acquisto di agrifoglio, vischio, pungitopo e stelle di natale che quasi dimentichiamo il ciclamino. Si, il ciclamino; infatti anche questo delizioso, versatile fiorellino può a buon diritto dirsi natalizio poichè da il meglio di sè proprio nel mese di dicembre quando è possibile acquistarlo già fiorito presso vivai e garden center.

ciclamino natale

Il genere ciclamino (Cyclamen) appartiene alla famiglia delle Primulaceae e conta circa venti specie di erbacee perenni, tutte originarie dei paesi mediterranei; i ciclamini sono molto diffusi come piante ornamentali da appartamento e da giardino, presentano foglie di colore verde scuro con venature argentee e fiori leggermente elevati con petali rivolti verso l’alto in tutte le tonalità del rosa e del rosso che fanno bella mostra di sè durante i mesi invernali.

In linea di massima è possibile distinguere due tipologie di ciclamini: rustici (più adatti ad essere coltivati in giardini e terrazze) e semirustici (ideali per la coltivazione in appartamento).

Regali di Natale floreali: la Kalanchoe

kalanchoe

Tra i regali floreali più belli da offrire a Natale c’è la Kalanchoe, una pianta erbacea perenne e sempreverde originaria delle zone tropicali dell’Asia. La Kalanchoe viene venduta in fiore durante tutto l’anno perché di solito viene coltivata in serre riscaldate; è una pianta che raramente supera i 40 o i 50 centimetri d’altezza e per questo si presta facilmente ad essere coltivata in vaso.

Al genere della Kalanchoe appartengono più di 200 specie di sempreverdi con foglie succulente dalla forma per lo più ovale e a margine dentato di colore verde. I fiori hanno, in maggioranza, una forma stellare e sono di colore rosso, rosa, giallo, arancio, e spuntano nel periodo invernale e primaverile e durano per molte settimane. Tra le varietà più belle di Kalanchoe ci sono: “Bali” e “Vesuvius” dai fiori rossi, “Fortyniner” dai fiori gialli, “Mistral” dai fiori lilla e “Tarantella” dai fiori arancioni; sono disponibili anche varietà in miniatura che diventano alte circa 15 centimetri e hanno fiori rosso vivo.

Edera, per un Natale elegante e pieno di fascino

centrotavola edera

Le edere sono dei rampicanti sempreverdi molto decorativi e di rapido accrescimento che con un minimo di attenzione durano a lungo. Le poche specie che costituiscono il genere Hedera hanno prodotto innumere­voli varietà con foglie che variano in forma e dimensione, da minuscoli rombi fino a grandi lamine stellate con punte allungate. Anche le colorazioni vanno dal semplice verde fino a complesse decorazioni dorate e argentate, gialle, crema e grigie.

Sono piante vigorose i cui steli produco­no radici aeree che aderiscono su superfici ruvide consentendo alla pianta di sviluppar­si rapidamente lungo muri o graticci di legno. Più modestamente si può far cresce­re la pianta in casa su canne di giunco e piccoli graticci oppure lasciandola espande­re ai lati di un mastello o pendere da un cesto sospeso. Se si preferisce una forma più compatta e cespugliosa, si cimano rego­larmente gli apici vegetativi.

Le edere sono semplici da coltivare e in opportune condizioni non presentano pro­blemi di sorta: è sufficiente garantire un ambiente luminoso, aerato e fresco.

Le esigenze invernali non differiscono molto da quelle della sta­gione vegetativa. La pianta può essere esposta a temperature molto basse e so­pravvive anche a meno di 7 °C, sebbene in simili condizioni il suo sviluppo sia mode­sto. È consigliabile mantenere la tempera­tura dell’ambiente sui 10 °C e una certa illuminazione per non deprimere lo svilup­po e la colorazione delle foglie.

Clivia, un perfetto regalo floreale per Natale

Clivia

Se con il Natale alle porte vorreste fare un regalo floreale ma non sapete quale pianta regalare, una buona idea potrebbe essere quella di donare la Clivia, una bella pianta dalla splendida fioritura invernale. La Clivia appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, delle piante che provengono dall’Africa, la cui specie più nota come pianta ornamentale è la Clivia Miniata, un’erbacea perenne alta 40 o 50 centimetri che riesce a crescere molto bene in appartamento. Il nome “Clivia” deriva dalla duchessa di Northumberland, lady Charlotte Florentine Clive, alla quale fu dedicata nel 1828 quando questa pianta fu classificata per la prima volta.

La Clivia possiede lunghe foglie rigate di colore verde scuro, e produce mazzetti di grandi fiori dai petali color arancio con il centro giallo. La Clivia è un ottimo regalo anche per chi non è esperto di piante e fiori perché non necessita di cure particolari e riesce a vivere anche in zone poco luminose, e la coltivazione di questa pianta deve avvenire in vaso.

L’esposizione ideale di questa pianta in appartamento è in una zona luminosa ma lontana dai raggi diretti del sole; la Clivia ha bisogno di annaffiature regolari ma non eccessivamente abbondanti e comunque non troppo ravvicinate durante il periodo invernale; per avere una buona fioritura e foglie di colore verde brillante è opportuno aggiungere all’acqua del concime per piante da fiore da nebulizzare ogni 15 giorni. La temperatura ideale della Clivia è di circa 22 o 24 gradi, e soprattutto nel periodo invernale non deve scendere sotto ai 10 gradi.

Schefflera, la pianta delle “scintille”

Schefflera

II nome scientifico della Schefflera deriva da quello del naturalista J.C. Scheffler, vissuto a Danzica dove si occupò di insegnamento e di ricerche in campo botanico.

La schefflera è stata portata in Europa solo nel 1700 e per lungo tempo essa è stata confusa con le aralie, errore che del resto viene spesso compiuto anche oggi, soprat­tutto quando gli esemplari sono ancora mol­to giovani e, quindi, non ancora ben carat­terizzati.

È interessante ricordare che presso le tribù dei Maori, nella Nuova Zelanda, il legno della Schefflera digitata, che è molto tenero, viene utilizzato per ottenere il fuoco median­te la frizione di due legni secchi, di diver­sa durezza, che vengono sfregati tra di loro sino a farne scaturire la scintilla.

La schefflera si impiega come una comune pianta da appartamento, ma con una parti­colare attenzione alla «forma» di questi arbusti che, se hanno una caratteristica, di­ciamo così, negativa è quella di possedere una chioma piuttosto disordinata e che si allarga in modo irregolare.

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».

Piante da appartamento: consigli utili per la coltivazione

piante da interno

L’inverno bussa prepotentemente alla porta e non c’è periodo migliore di questo per dedicarsi in maniera costante alle nostre care piante d’appartamento, quelle che rallegrano l’ambiente nel periodo più freddo e triste dell’anno.

E allora ecco qualche consiglio per una buona riuscita nella coltivazione, tenendo conto comunque che non tutte le piante hanno le medesime esigenze e che è opportuno consultare le varie schede di presentazione prima di avventurarsi nella cura del nostro giardino interno.

Ci sono tuttavia delle regole ben precise da tenere a mente qualunque sia la pianta che abita il nostro salotto o la mensola della cucina, ed è proprio a questo argomento che dedichiamo la nostra attenzione in queste poche righe. Cominciamo allora dalla collocazione: dove piazzare la nostra pianticella affinché cresca forte e rigogliosa? Tenendo conto che le piante per sopravvivere hanno bisogno di luce, la collocazione ideale è in prossimità di finestre e vetrate, facendo in modo che il sole non le baci in modo diretto, perché il vetro, fungendo da lente, creerebbe delle fastidiose bruciature sulle foglie.

Pandano, albero a vite

pandano

L’origine del nome di queste piante è assai antica e si riferisce direttamente al termine malese pandang che gli indigeni del grande arcipelago asiatico usano per indicare, ap­punto, le grandi distese di pandani, alti an­che 10-15 metri che affiorano dalle paludi o lungo i bordi delle lagune sorretti da alte ra­dici che sembrano vere e proprie zampe. Gli inglesi chiamano i pandani «albero a vite» o «pino a vite» per indicare la strana inser­zione a spirale delle foglie sul tronco. In In­dia, i germogli del «cavolo-palmizio» o Pandanus odoratissimus o P. utilis, costitui­scono una vera e propria leccornia e una provvida risorsa alimentare.

Dato che il pandano non emette corolle di particolare bellezza, la simbologia floreale lo ignora del tutto; viceversa è bene ricordare che nelle Filippine e in Malesia esso è con­siderato sacro, tanto è vero che fra le alte zampe delle sue radici non è raro vedere i resti di antiche pagode o di templi votivi.

L’utilizzazione del pandano è quella comu­ne a tutte le piante d’appartamento, senza dimenticare che i pandani, purché in clima favorevole, possono costituire un ottimo ele­mento decorativo anche per il giardino, so­prattutto se questo ha una impostazione di stile mediterraneo o addirittura esotico, con molte piante grasse, rocce e stagni con spe­cie acquatiche, papiri, fior di loto e così via. Per ovviare al colore polveroso che spesso assumono, si deve ricorrere a frequenti spruz­zature con un buon lucidante fogliare.

Alchechengi: la pianta dalle bacche rosse

alchechengi

L’alchechengi, il cui nome botanico è Physalis alkekengi, è una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, considerata una pianta molto ornamentale: non a caso i suoi fiori si possono conservare in inverno all’interno di vasi senza acqua per decorare gli ambienti della casa. Il fusto dell’alchechengi è piuttosto flessibile e può raggiungere una lunghezza di 70 centimetri, le foglie sono appuntite e coperte da un lieve peluria.

L’alchechengi è una pianta molto apprezzata anche per i suoi frutti commestibili, vale a dire delle bacche rosse, della grandezza di una ciliegia, a forma di lanterna racchiuse in un calice dal colore rosso-arancio. I frutti dall’alchechengi si raccolgono quando sono ben maturi, vale a dire nel mese di agosto; possiedono un sapore acidulo ma gradevole, e sono ricchi di carotenoidi e vitamina C, oltre a proprietà rinfrescanti e diuretiche, e si trovano in questo periodo usati come ingredienti di marmellate o come decorazioni di pasticceria.

Nidulario, abbeveratoio naturale

Nidularium

II nome scientifico del Nidularium deriva dal vocabolo latino nidulus, diminutivo di nidus (nido) a indicare la particolare disposizione dell’infiorescenza che nasce, di solito, dal centro della rosetta di foglie centrali, dispo­ste, appunto, come in un nido.

Queste belle piante erano del tutto scono­sciute in Europa, sino alla metà dell’ ‘800, ma in seguito si diffusero con un ritmo assai veloce, in considerazione della bellezza e del valore decorativo delle varie specie. Ad ac­crescere l’interesse del pubblico nei con­fronti del Nidulario, contribuì senz’altro la creazione di moltissimi ibridi, ottenuti do­po lunghi ed elaborati incroci, che presenta­no fogliame variamente striato e macchiato, ravvivato al centro dalla inconfondibile ro­setta rossa, porpora o corallo da cui si alza, snello ed elegante, lo stelo che porta l’infio­rescenza che può essere bianca, viola o blu.

Una curiosità scientifica riguarda l’abitudine di alcuni rettili, dei minuscoli uccelli «mo­sca» e dei colibrì, di andare ad abbeverarsi proprio nella pozzetta d’acqua che si for­ma nel cuore dei Nidulari, al centro della rosetta di foglie.

Fresia, il segreto del migliore profumo francese

fresia

La fresia è sicuramente una delle piante più apprezzate per la bellezza dei fiori e il loro soave profumo, ancor più preziose per la possibilità di far schiudere queste delicate corolle in pieno inverno, grazie a un sem­plice sistema di forzatura attuabile solo in serra.

Ma passiamo al nome scientìfico della fre­sia, nome che ricorda il naturalista tedesco F.H. Theodor Freese vissuto nell’ ‘800 e che si dedicò in modo specifico allo studio del­la flora spontanea del continente africano. Nei paesi di origine le corolle della fresia vengono impiegate per intrecciare collane e ghirlande che vengono indossate durante le cerimonie rituali.

Alla fresia vengono anche attribuiti poteri magici e particolari influssi sull’animo fem­minile, per cui non è raro che gli stregoni ordinino pozioni o unguenti in cui il pro­fumo delle fresie assume un ruolo predomi­nante.

A proposito di profumo, è opportuno ricor­dare che dai fiori di cui stiamo parlando, si estrae una preziosa essenza che entra come base nella formula delle più note e costose essenze francesi.

Piante da appartamento: la Maranta

maranta

Ancora una volta rivolgiamo la nostra attenzione alle piante da tenere in casa in questo periodo del’anno, quando i lavori all’aria aperta vengono quasi abbandonati per via del freddo pungente. Oggi ci occupiamo della coltivazione della Maranta, una splendida pianta da appartamento, che comprende all’incirca 25 specie, una più bella dell’altra per la colorazione caratteristica delle foglie.

Appartiene alla famiglia delle Marantacee e deve il nome a Bartolomeo Maranta, medico e botanico del 1500. E’ originaria del Brasile e della Guyana equatoriale, sebbene poi abbia trovato ampia diffusione in tutte le zone temperate del pianeta. Alle nostre latitudini, dove non mancano gelate notturne nel periodo invernale, è consigliabile coltivarla all’interno delle pareti domestiche per poterne apprezzare meglio la bellezza durante tutto l’anno.

Riconoscere una Maranta nel marasma di un vivaio è abbastanza semplice, per via delle foglie molto grandi, che presentano il più delle volte striature e venature piuttosto appariscenti. I fiori invece sono abbastanza piccoli, solitamente di color bianco e talvolta riuniti in spighe.