L’Orchidea bletilla

orchidea bletilla

Tra le varietà di Orchidee più spettacolari da punto di vista estetico è necessario ricordare la Bletilla, appartenente alla famiglia delle Orchidacee ed originaria dell’Asia (in particolare di Cina, Giappone e Taiwan).

E’ una pianta rizomatosa che tende ad allargarsi in maniera considerevole, grazie soprattutto ai forti e robusti rizomi che corrono lungo il substrato. Le foglie sono di forma stretta ed allungata e possono raggiungere il mezzo metro di altezza, colorando di verde l’ambiente circostante da metà primavera fino al termine dell’estate.

I fiori fanno la propria comparsa in primavera con colori che vanno dal giallo al bianco, dal rosa al lilla e regalano uno spettacolo con pochi eguali nel nostro giardino. Con l’arrivo dei primi freddi autunnali, la Bletilla tende a seccarsi, perdendo così tutto il suo fascino, ma il rizoma resta vivo e sopporta egregiamente anche le gelate, per poi ricominciare a produrre foglie e fiori nel periodo primaverile.

Evonimi: la pianta con una cattiva reputazione

evonimi

II nome di queste piante deriva dal greco eu, bene, e ònoma, nome, ossia «pianta dal buon nome, dalla buona reputazione». Que­sta definizione contrasta sensibilmente con le proprietà benefiche degli evonimi, ma è opportuno ricordare che nei tempi antichi, come del resto ancora oggi in Oriente, si usava chiamare con gli appellativi più dolci gli dei apportatori di malefizio proprio per ingraziarseli e sperare nella loro clemenza. Evidentemente lo stesso stratagemma veniva messo in atto anche per le piante più peri­colose.

Le specie di cui stiamo parlando servono per la realizzazione di siepi, grandi macchie verdi o variegate al centro del prato, ciuffi isolati, oppure per la coltura in grandi vasi adatti ad essere collocati sul balcone o in terrazza. Le varietà nane si prestano anche per la decorazione delle roccaglie oppure per formare basse bordure con funzione di­visoria fra l’una e l’altra parte del giardino.

Fiori primaverili, l’ornitogallo

ornitogallo

L’Ornitogallo (Ornithogalum) è una pianta bulbosa, originaria dell’Asia, dell’Europa e del nord America, appartenente alla famiglia delle Hyacinthaceae; questa bella pianta fiorita deve il proprio nome al fatto che la sua infiorescenza, quando chiusa, ricorda la cresta di un gallo: le specie più diffuse hanno infatti un’infiorescenza a pannocchie, in cui i fiori sbocciano a partire dal basso; esistono tuttavia anche specie di ornitogallo con infiorescenze rotonde o fiori singoli a forma di stella. I fiori sono in genere di colore chiaro, bianco o crema, ma esistono anche varietà con vistosi fiori rossi, arancioni o gialli.

Ornitogallo in balconi e terrazze

L’ornitogallo, oltre a fare bella mostra di sè in aiuole e bordure in primavera, si presta anche alla coltivazione in vaso in balconi e terrazze; in quest’ultimo caso però e bene proteggere la pianta dai ristagni idrici. Quanto alle cure colturali, questa bulbosa può essere coltivata sia in pieno sole che in penombra; se coltivata in vaso il terreno ideale è rappresentato da un miscuglio di torba, terra e sabbia, mentre per la coltivazione in piena terra va bene qualunque tipo di terreno purchè ben drenato. In autunno è opportuno aggiungere del concime organico.

Fioriture di marzo: l’Albicocco

Prunus armeniaca

Tra le fioriture più spettacolari del mese di marzo, non si può non ricordare quella del Prunus armeniaca, meglio conosciuto alle nostre latitudini come Albicocco.

Si tratta di una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed originaria dell’Asia minore, da dove poi ha trovato larga diffusione in tutte le zone temperate del Pianeta. Il nome botanico, scelto da Linneo, fa riferimento all’Armenia, sebbene quella zona del Globo non rappresentasse propriamente la culla della coltivazione di albicocchi, molto diffusi all’epoca nelle regioni più a sud.

Può raggiungere i 5-6 metri di altezza e presenta un fusto nodoso e contorno, dal quale partono dei rami che contribuiscono a creare una chioma tondeggiante, con foglie liscie a forma di cuore dal colore verde chiaro. Le infiorescenze sono invece di colore bianco-rosato ed arrivano abbastanza precocemente rispetto a quelle di altri alberi da frutto, andando incontro anche al rischio di gelate tardive.

Piante grasse: la Graptopetalum bellum

graptopetalum bellum

Al genere Graptopetalum appartengono delle piante grasse originaria dell’America Centrale, appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae, particolarmente adatti ai giardini rocciosi. Questo genere si caratterizza per le foglie spesse, acquose e succulente, e per i fiori raggruppati in piccole ombrelle sorrette dallo stelo.

Esistono diverse varietà di Graptopetalum: c’è quella Ametistinum che sembra un piccolo arbusto, con foglie di colore grigio-blu, la Pachyphyllum simile alla varietà precedente ma con le foglie bianche, la Paraguayense dalle foglie bianco-grigie e con i fiori bianchi e la Graptopetalum bellum, una pianta grassa ideale per gli interni che si caratterizza da fiori rossi che sbocciano in primavera.

Alberi monumentali: il Cipresso, eleganza e aristocrazia

Cipressi

II suo nome deriva dal greco kyparissos da cui ebbe origine il nome dell’isola di Cipro dove, probabilmente, nascevano spontanei molti cipressi.

Queste belle piante sono molto antiche e vivono a lungo, tanto che si parla di cipressi che raggiunsero la veneranda età di ben tre­mila anni, ma non mancano affermazioni sull’esistenza di esemplari vecchi di ben sei­mila anni, il che farebbe localizzare la loro nascita addirittura nella preistoria.

Nei grandi giardini, purché dislocati in cli­ma non troppo freddo e nel paesaggio adat­to, i cipressi portano una nota di grande eleganza e di aristocratica suggestione.

Disposti in filari o in gruppi, possibilmente contro lo sfondo argenteo degli ulivi, i cipressi si alzano snelli e maestosi insieme e durante l’epoca della fruttificazione pro­fumano intensamente l’aria di un aroma fre­sco e resinoso, assolutamente inconfondibile.

Ortica, utilissima per la salute

ortica

Chi non ha mai avuto “un incontro ravvicinato” con una pianta di Ortica? Al contatto con la pelle, la sensazione di bruciore è immediata, tanto che verrebbe da pensare che si tratti di una pianta perfettamente inutile. E invece l’Ortica è una delle piante più utilizzate dal punto di vista medicinale per via delle sue numerose proprietà, di cui vi daremo conto più avanti.

In queste poche righe ci limiteremo alla presentazione dell’Urtica dioica, appartenente alla famiglia delle Urticacee e diffusa in tutte le zone a clima temperato.

Si tratta di una pianta caratterizzata da fusto eretto, foglie picciolate e dentellate e piccoli fiori di colore giallo. Le foglie sono ricoperte da una leggera peluria, responsabile delle irritazioni dell’epidermide, per via della presenza di acido caustico.

Fioriture di Marzo

fioriture marzo

Soprattutto nelle regioni dell’Italia centro meridionale il mese di Marzo coincide con il momento della piena ripresa vegetativa e, quindi, sono moltissime le specie che co­minciano a fiorire, sia per quanto riguarda gli arbusti e gli alberi, sia per quanto con­cerne le erbacee annuali, le biennali o le perenni.

Assai difficile, quindi, elencare le piante che in Marzo iniziano ad emettere le corolle, tanto più che molte fra queste specie sono di tipo spontaneo ed hanno il loro naturale «habitat» fra i campi e lungo i margini dei boschi.

Tipiche rappresentanti di questa flora mino­re, ma tanto graziosa e preziosa, le primule veris dal giallo inconfondibile, le violette mammole, le pratoline, le calendule, gli anemoni.

Cominciano anche a fiorire ovunque gli ar­busti e gli alberi, come il gelsomino primolino, la forsizia, le magnolie a foglia caduca, alcune clematidi e il glicine, i meli e i ciliegi da fiore, le camelie, i limoni e qualche azalea precoce.

Come innestare le piante grasse

innesto pianta grassa

La fantasia dei vivaisti non conosce limiti, specie quando si tratta di partorire nuove e affascinanti creazioni molto particolari dal punto di vista estetico. In questo senso, l’innesto risulta essere l’arma migliore, poiché permette di “unire” due diverse piante, affinché diventino un solo corpo.

Immaginate dunque cosa può accadere quando le due piante sono due cactacee, già spettacolari se prese singolarmente e rese ancor più affascinanti se messe insieme.

Ma solo i vivaisti esperti possono adoperarsi nell’arte dell’innesto delle piante grasse? Naturalmente no. Anche il giardiniere principiante può creare dei piccoli capolavori, seguendo la procedura corretta ed attenendosi a delle semplici regole. Quali?

Il genere Echeveria

genere echeveria

Le piante appartenenti al genere Echeveria sono delle succulente appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae originarie del Messico, che prendono tale nome in onore del pittore messicano Atanasio Echeverria, famoso per i suoi dipinti di piante. Le piante Echeveria si caratterizzano per avere le foglie piatte e carnose disposte a rosetta, e fiori di lunga durata.

Le piante del genere Echeveria sono abbastanza facili da coltivare e hanno poche esigenze: l’importante è ricreare il più possibile le condizioni del loro habitat naturale; richiedono un terreno poroso molto drenante composto da terra concimata unita a polvere di carbone e a sabbia grossolana, e un’esposizione molto luminosa, che per alcune specie si traduce in piena esposizione al sole.

Le annaffiature devono essere regolari nel periodo estivo, mentre possono essere sospese in inverno, soprattutto se la temperatura scende sotto ai 4°C; in caso di temperature superiori, la pianta deve essere bagnata raramente.

Disinfestazione e disinfezione: quando e come

margherita africana

Può accadere che piante da appartamento 0 da piena aria, erbacee o arboree, coltivate in aiuola o in vaso, in pieno sole oppure in ombra avvizziscano da un  giorno all’altro, presentino fogliame deturpato o rosicchiato e, infine, mostrino chiaramente di essereprossime all’essiccazione.  La ragione di uncosì rapido deperimento dipende dalla presenza di parassiti animali o vegetali.

Vi sono, per esempio, dei parassiti che si nutrono di tessuti vegetali, altri che si servono delle foglie o degli steli delle piante per farne un comodo nido alle proprie uova e quindi alle larve che hanno bisogno di «mangiare» e traggono il proprio sostentamento dalla lamina fogliare oppure dal tenero midollo dei rami e dei germogli, togliendo vitalità alla pianta e non di rado causandone la morte.

A volte parassiti veri e propri non se ne vedono, eppure la pianta risulta ugualmente «ammalata». In questo caso si tratta di particolari microrganismi (funghi, muffe e batteri) che, nutrendosi a spese della pianta, provocano alterazioni più o meno gravi.

Ma, quando, allora disinfestare?

 

Dichondra repens per un prato rigoglioso

dichondra repens

La Dichondra repens è un’erbacea strisciane appartenente alla famiglia delle Convolvolacee, molto usata per la formazione dei prati, caratterizzata da foglie tondeggianti che ramificano molto velocemente permettendo alla pianta di propagarsi rapidamente. La Dichondra repens può essere coltivata in quasi tutte le fasce climatiche, anche se predilige le alte temperature, vegeta in tutti i mesi dell’anno e preferisce i suoli acidi o alcalini freschi e poco compatti.

La Dichondra è molto richiesta per la formazione di tappeti erbosi grazie alle sue caratteristiche e alle sue esigenze colturali contenute: non supera mai i 4 o 5 centimetri e non necessita di cure particolari. Se esposta in luoghi soleggiati tende a formare cuscini uniformi, mentre cresce verso l’alto e si dirada se è esposta all’ombra.

Ranuncolo, varietà e cure

ranuncolo

Il Ranuncolo è una splendida pianta da giardino appartenente alla famiglia delle Ranunculacee ed originaria delle zone temperate di Asia, Europa ed Africa. Può essere coltivato sia come perenne che come pianta annuale, a seconda della specie e delle condizioni climatiche, pur essendo in grado di resistere a qualunque tipo di temperatura.

Sempre a seconda della specie, può presentare fiori doppi, semidoppi e stradoppi con stupende colorazioni che vanno dal bianco al rosa, dal giallo all’arancio, dal rosso al porpora.

Cresce frequentemente allo stato spontaneo, sebbene si tratti di una pianta che ben sopporta la coltivazione domestica, dove viene utilizzato per ornare bordure ed aiuole o fatto crescere per essere poi usato come fiore reciso.

Parassiti delle piante, panoramica generale

parassiti piante

Come annuncitovi ieri oggi faremo una panoramica generale dei parassiti che infestano le nostre piante.

Molto spesso la causa dell’improvviso depe­rimento delle piante dipende dalla rapida propagazione di parassiti, di natura animale o vegetale.

Per facilitare il riconoscimento dei vari pa­rassiti, ne elenchiamo le specie che colpi­scono con maggior frequenza le piante or­namentali abbinando ai parassiti animali quelli vegetali, senza però trascurare altri animaletti dannosi, che pur non potendo es­sere considerati parassiti in senso assoluto costituiscono spesso un grave pericolo per determinate colture.

  • Afidi: provocano la deformazione delle fo­glie e dei germogli; si eliminano con pro­dotti a base di isofan;
  • anguillule o nematodi – vivono nel terreno e attaccano le giovani piante; si eliminano estirpando e bruciando le specie colpite e disinfettando la terra con prodotti a base di DBCP (nemagon);
  • artropodi – tipo di animali che comprende numerosi parassiti; tra questi, molto diffuso è  un  aracnide,  il  temibile  ragnetto  rosso;
  • ascomiceti – funghi parassiti responsabili di molte gravi malattie delle piante, fra cui: mal bianco, nebbia, muffa grigia, cancro, ticchiolatura, seccume;
  • bruchi – così si chiamano gli insetti che rap­presentano la fase intermedia fra l’uovo e la farfalla; si distruggono con antinarassitari a base di piretro o di lintox;
  • chiocciole – come le lumache danneggiano