Attrezzi per il giardinaggio: il sarchiello

Tra gli attrezzi per il giardinaggio e per i piccoli  lavori dell’orto, non può mancare il sarchiello, un piccolo utensile che serve a sarchiare il terreno, ovvero a smuoverne la parte superficiale per togliere le erbe infestanti. Il sarchiello può essere usato in alternativa alla zappetta per togliere le malerbe dal terreno e quindi di arieggiarlo e permettere la penetrazione dell’acqua senza la formazione dei ristagni idrici.

Il sarchiello non va confuso con il sarchiatore che possiede più o meno le stesse funzioni ma che si distingue per le dimensioni, sia fisiche sia dello spazio nel quale può essere utilizzato; il sarchiello, infatti, è lungo una trentina di centimetri ed è pensato per essere usato nei piccoli appezzamenti di terreno e non nei grandi orti.

Il sarchiello è composto da due parti, ossia il manico e il denti; generalmente, il manico è in legno, in plastica o in gomma, mentre i denti, che costituiscono l’attrezzo vero e proprio, sono in ferro, in plastica dura o in acciaio.

Alberi: il Larice

Il larice è una conifera appartenente alla famiglia delle Pinaceae originaria delle montagne dell’Europa, che si contraddistingue per la sua crescita rapida e per la sua longevità. Le caratteristiche fisiche principali del larice sono la chioma di forma conica nei giovani alberi, e di forma piramidale nel caso degli esemplari adulti, il tronco dritto, gli aghi di colore verde chiaro lunghi circa quattro centimetri riuniti in mazzetti, che però, in autunno, prima di cadere, assumono il tipico colore dorato.

Il larice genera delle infiorescenze che in estate producono delle piccole pigne la cui maturazione avviene all’inizio dell’autunno. Il larice è l’unica conifera decidua in Italia, che cresce spontaneamente. Il legno del larice è usato per realizzare i mobili, in quanto una volta immerso nell’acqua diventa molto resistente.

Attrezzi per il giardinaggio: il piantatoio

Il piantatoio è un attrezzo da giardinaggio che serve per fare delle buche nel terreno, all’interno delle quali andranno messe a dimora le piante. Il piantatoio, che è chiamato anche foraterra o cavicchio, è formato da un piolo conico e da un’impugnatura. In passato, il piantatoio era realizzato solo in legno, adesso invece ne esistono di vari modelli, anche se la maggior parte di essi mantengono ancora l’impugnatura di legno.

I piantatoi con il manico in legno hanno la punta in acciaio, in modo da assicurare più resistenza; la dimensione del piantatoio varia a seconda della grandezza delle buche che devono essere realizzate, per quanto riguarda la forma, l’impugnatura può essere a “pistola”, a “spada”, oppure a “T”. oltre ai modelli classici esistono anche dei piantatoi per così dire “evoluti”: grazie ad un congegno, una volta effettuata la buca trattengono il terreno rimosso.

Attrezzi per il giardinaggio: il trapiantatoio

Tra gli attrezzi utili per il giardinaggio o per curare l’orto domestico, c’è sicuramente il trapiantatoio, un piccolo utensile che serve per la messa a dimora delle piante da trapiantare. Il trapiantatoio si compone di una lama metallica dalla forma trapezoidale e da un manico che può essere fatto di metallo, legno o plastica: praticamente è una paletta la cui forma ricorda quella della cazzuola anche se è più sottile.

A dispetto del nome e del suo originario utilizzo, il trapiantatoio non serve solo per mettere a dimora le piante da trapiantare, ma anche per altri piccoli lavori nell’orto e nel giardino, come la rimozione delle erbe infestanti, la rincalzatura delle piante o, semplicemente, per zappare leggermente il terreno dei vasi.

Utilizzare il trapiantatoio non è difficile: per scavare la buca dentro alla quale andrà sistemata la piantina, basta esercitare una piccola pressione a seconda della consistenza del terreno, e poi effettuare una rotazione per rimuovere la terra; quando la buca sarà pronta, basterà inserirvi la piantina facendo attenzione a non rovinare le radici; una volta fatto ciò, sempre usando il trapiantatoio, si potrà procedere al reinserimento del terreno e alla sua rincalzatura.

Funghi delle piante: il cancro del cipresso

Il cancro del cipresso è una malattia causata da un fungo, il Seiridium cardinale, e colpisce diverse specie di cipresso; la presenza di questa malattia è stata appurata per la prima volta nel 1928 in Nord America e da allora si è diffusa anche in Nuova Zelanda e anche in Europa. In Italia è giunta nel 1951 in Toscana, ma oggi è diffusa in tutto il Paese e provoca ingenti danni.

Accorgersi se un cipresso ha contratto questa malattia è abbastanza semplice: innanzi tutto la pianta ingiallisce, poi i rametti si arrossano fino a disseccarsi; questo fenomeno si manifesta gradualmente in tutta la pianta e può avvenire dall’esterno all’interno e dall’alto verso il basso.

Sui rami colpiti, soprattutto alla base, si nota la fuoriuscita della resina e il legno appare di colore più bruno rispetto a quello delle parti non colpite dal fungo. Con l’aggravarsi dell’infezione, la presenza del cancro del cipresso si nota anche a livello della corteccia, nella quale si presentano spaccature e cavità.

Come trapiantare il sedano in vaso

Il sedano è tra le piante aromatiche più utilizzate in cucina, sia per profumare sughi e soffritti, sia per arricchire le insalate o farcire i formaggi; il sedano può essere facilmente coltivato negli orti a produzione familiare, e possiede il grande pregio di poter essere trapiantato in vaso e utilizzato come “pianta viva”, ossia da usare al bisogno, prelevando foglie e coste quando servono.

Per avere a disposizione sedano fresco anche durante l’inverno bisogna trapiantarlo in vaso e tenere il contenitore all’interno in un luogo luminoso, non troppo riscaldato e non troppo freddo; il vaso deve essere di circa 30 centimetri di diametro e con una profondità di 35 centimetri. Sul fondo del contenitore deve essere posizionato uno strato di ghiaia, di circa due centimetri per coprire i fori di scolo.

Il sedano deve essere trapiantato con la zolla; il giorno prima di effettuare l’operazione, bagnate bene e a fondo il terreno, mentre il giorno del trapianto, con la vanga quadra, praticate intorno alla pianta dei tagli verticali per compattare la zolla e separarla dal terreno; alla fine dei tagli, avrete ottenuto una specie di esagono e la zolla sarà pronta ad essere estratta.

Alberi ornamentali: il Liquidambar

Il Liquidambar è un albero di grandi dimensioni appartenente alla famiglia delle Hamamelidaceae, originario dell’America del nord; questo albero si caratterizza per il fusto molto ramificato, la chioma dalla forma piramidale che con il tempo diventa rotonda e, soprattutto, per le foglie che in autunno assumono un caratteristico color arancio o porpora che rendono l’albero molto ornamentale.

In primavera appaiono i fiori, di colore bianco-verde poco appariscenti che, in estate inoltrata lasciano il posto ai frutti, delle capsule spinose che contengono i semi.

Se si incide la corteccia, si ottiene una sostanza resinosa che profuma di incenso, che viene usata nell’azienda conciaria e che, un tempo, veniva utilizzata anche per produrre la gomma da masticare; proprio alla sostanza resinosa si deve il nome “Liquidambar”, ovvero ambra liquida. Il Liquidambar viene generalmente impiegato nei parchi e nei giardini come esemplare singolo.

Arbusti ornamentali: il Parthenocissus

Il Parthenocissus, o Vite americana, è un arbusto di taglia media appartenne alla famiglia delle Vitaceae originario della Cina e della Regione Himalayana; il Parthenocissus possiede uno sviluppo rampicante ed è conosciuto per le sue foglie molto decorative che in autunno assumono una caratteristica colorazione rossa e bordeaux. I fiori spuntano al’inizio dell’estate e sono in genere di colore giallo, mentre i frutti, che crescono fino a settembre, sono piccoli e di colore blu.

Proprio per il suo sviluppo rampicante, il Parthenocissus è particolarmente adatto per adornare pergolati, muri e graticci; in natura si sviluppa usando i tronchi degli alberi vicini come sostegno. Esistono diverse varietà di Parthenocissus, vediamo quelle più conosciute.

Parthenocissus quinquefolia. È una varietà rustica, meglio conosciuta come Vite canadese, in quanto è originaria proprio dell’America del nord; si caratterizza per la consistente altezza, fino a 20 metri, e per le bacche di colore azzurro-grigio.

Parthenocissus himalayana. È una varietà originaria delle zone dell’Himalaya, possiede uno sviluppo contenuto, massimo dieci metri di altezza, ed è caratterizzata dalla produzione di fiori giallo-verdi e dai frutti blu.

Parthenocissus inserta. Questa pianta è originaria dell’America del nord che, oltre ad essere una rampicante, si caratterizza anche per il suo portamento strisciante. Questa varietà è famosa anche per i fiori bianchi e per le foglie molto decorative che in autunno assumono una colorazione aranciata.

Parthenocissus thompsonii. è una varietà rampicante dai fusti legnosi dotata di viticci, si caratterizza per le foglie che assumono colorazioni particolari e per le bacche di colore nero.

Arbusti ornamentali: la Caesalpinia gilliesii

La Caesalpinia gilliesii, o Ponciana gilliesii, è un arbusto molto decorativo a foglia caduca appartenente alla famiglia delle Leguminose, originario delle isole Barbados, ma molto diffuso nei Paesi anglosassoni nei quali viene chiamato “bird of paradise”, ovvero “uccello del paradiso”; tuttavia, nelle regioni a clima mite dell’Italia può essere coltivato senza problemi.

La Caesalpinia gilliesii è un arbusto di medie dimensioni che può raggiungere i quattro o cinque metri di altezza, possiede un portamento eretto e deliziosi fiori molto decorativi di colore giallo con un ciuffo di stami rossi che compaiono in estate.

La Caesalpinia gilliesii può essere seminata in qualsiasi periodo dell’anno, tuttavia, dalla fine di ottobre a quella di dicembre è il momento ideale per metterla a dimora; vediamo, quindi, quali sono le sue caratteristiche di coltivazione.

Lavori autunnali: propagare le piante perenni

Ottobre è il momento ideale per pulire le aiuole dai fiori ormai secchi, ma anche quello migliore per propagare alcune piante perenni con la tecnica della divisione dei cespi, in modo da ottenere la fioritura delle nuove piante già nella prossima primavera.

Gli esemplari migliori sui quali intervenire sono quelli di piccole dimensioni, come la Potentilla e il Teucrium, due piante perenni che in primavera garantiscono un’abbondante fioritura; al contrario, le piante di grandi dimensioni non sono adatte per essere riprodotte con questa tecnica. Vediamo come effettuare la divisione dei cespi nelle piante perenni.

Lavori di ottobre: riportare le piante verdi all’interno

Il mese di ottobre coincide con l’ultima occasione per riportare all’interno le piante da appartamento che sono state fuori per tutta l’estate; il ritiro in casa delle piante deve avvenire prima dell’arrivo del freddo più intenso in modo da non stressare inutilmente la pianta. Dopo aver riportato la pianta all’interno, dedicatevi alla operazioni di pulizia: spolverate le foglie e poi lavatele con una spugna bagnata per togliere sia la polvere che i residui di smog che possono essersi formati durante la permanenza all’esterno.

Per quanto riguarda l’esposizione, la pianta deve essere sistemata in piena luce, in modo da assicurarle una crescita rigogliosa; l’esposizione ideale è a sud, per questo se avete una finestra in  questa posizione, collocatevi la pianta.

Attenzione, però, alla distanza dei vasi dai termosifoni, i quali possono danneggiate la pianta; come accorgersene? Se la pianta inizia a curvarsi in modo deforme e le foglie perdono il loro colore verde diventando marroni, vuol dire che l’aria è troppo secca e che le radici assorbono poca acqua.

Le rose dei pittori

Le rose screziate sono molto diffuse ed apprezzate in Francia e in Inghilterra, mentre da noi sono ancora poco conosciute se non nel mondo degli appassionati; queste rose sono caratterizzate dal colore variegato dei petali, i quali cambiano tonalità con il passare del tempo.

La capostipite delle rose screziate è la Rosa Gallica “versicolor”; la rosa gallica è una delle rose selvatiche più diffuse , la cui varietàversicolor” si caratterizza per i fiori del diametro di circa sei centimetri, che spuntano in abbondanza una sola volta all’anno, e si diversifica dalla rosa madre solo per le striature rosa chiaro dei petali.

Tra le più famose rose screziate ci sono le cosiddette rose dei pittori, create dal vivaio francese Delbard; la varietà di rosa screziata che ha dato origine al gruppo di rose dei pittori, o Roses des Peintres in lingua originale, è la Henry Matisse. Queste rose sono caratterizzate dai profondi contrasti di colori che possono cambiare durante la vita del fiore, dal bocciolo all’apertura completa; le piante hanno un portamento cespuglioso e possono raggiungere il metro d’altezza.

Parassiti: la processionaria delle conifere

La processionaria delle conifere, il cui nome scientifico è Thaumetopea pityocampa, è un insetto che, sotto forma di larva, attacca in particolar modo le conifere e ne distrugge le foglie, oltre ad arrecare ingenti danni alla pianta in generale; vista la sua pericolosità, la lotta alla processionaria è stabilita dalla legge. Questo Lepidottero attacca soprattutto alcune specie di pino, come il pino domestico, il pino nero, il pino silvestre e il pino d’Aleppo.

L’insetto compie una sola generazione all’anno; le larve nascono intorno alla metà di agosto e iniziano da subito ad attaccare le piante, si fermano in ottobre per poi riprendere l’attività in febbraio-marzo con l’arrivo delle prime giornate di sole; intorno ad aprile e maggio, le larve di processionaria hanno raggiunto la piena maturità e abbandonano il nido, scendono al suolo e si spostano lungo i rami e i tronchi della pianta in processione, da qui il loro nome comune, per poi rintanarsi nel terreno per compiere la loro metamorfosi a farfalla.

I danni prodotti dalla processionaria sono diversi a seconda dell’intensità degli attacchi; le lesioni causate dall’insetto possono manifestarsi sotto forma di gravi defogliazioni che causano l’indebolimento della pianta esponendola anche ad attacchi di altri parassiti, oppure, se l’aggressione è prolungata e la pianta è giovane, può verificarsi il definitivo deterioramento dell’esemplare.