Tillandsia, la pianta dalle foglie argentate

tillandsia

Il genere Tillandsia comprende circa 500 specie di piante erbacee e terrestri, di tipo perenne, appartenenti alla famiglia delle Bromeliaceae; queste piante provengono soprattutto da Sud America e dagli stati meridionali degli Usa. Le Tillandsia si coltivano in vaso o sui rami degli alberi.

Queste piante possiedono foglie sottili e pendule, e fiori piccoli a tre petali, generalmente raccolti in pannocchie o spighe; le varietà più diffuse di questa specie sono la Tillandsia argentea, che produce foglie di colore grigio-argento e fiori porpora, e la Tillandsia usneoides, con le foglie verde argento e fiori dalle sfumature che vanno dal giallo all’azzurro; questa varietà è particolarmente indicata per i cesti da appendere e per i vasi.

Gerbera, l’eleganza in fiore

gerbera

Se volete un tocco di colore per il vostro giardino, ma non desiderate occuparvi a tempo pieno della vostra creatura, vi consiglio di optare per la coltivazione della Gerbera, pianta dai colori vistosi, che richiede pochissime cure.

Appartiene alla famiglia delle Asteracee e deve il suo nome al botanico tedesco Traugott Gerber. In natura ne esistono un centinaio di varietà erbacee e rustiche, sebbene la coltivazione della Gerbera sia mirata soprattutto alla produzione di fiori recisi.

Questo non significa però che non possiate avere la vostra bella pianta di Gerbera in giardino o in angolo della vostra casa. Basta attenersi a delle semplici regole relative alla collocazione ed all’innaffiatura e potrete godere della bellezza dei suoi fiori variopinti da maggio a settembre.

Violacciocca: caratteristiche e coltivazione

violacciocca viola

La violacciocca è una pianta erbacea perenne sempreverde appartenente alla famiglia delle Crucifere, originaria dell’Europa del Sud e dell’Africa. È una pianta rustica, cespugliosa e coltivata per lo più come annuale e biennale, perché non sopporta bene il freddo; la violacciocca presenta fusti ramificati con foglie verdi, e in primavera produce delle spighe rivestite di fiori a quattro petali, molto profumati di colore bianco, rosa, giallo o porpora. Questa pianta può raggiungere un’altezza di 60 centimetri per una larghezza di 30.

La violacciocca va messa a dimora in aprile in un luogo soleggiato, o in parziale ombra, con ai piedi del concime a lenta cessione granulare, adatto per le piante in fiore; questa pianta teme il freddo particolarmente rigido e infatti è difficile che resista a temperature inferiori ai -5°C.

Vasi per coltivare le bulbose

vasi per bulbose

I recipienti per coltivare le bulbose non sono particolarmente difficili da reperire. Vanno bene sia i normali vasi di terracotta sia le cassette, ma si pos­sono usare con pieno successo anche i re­cipienti a riserva d’acqua, tanto più che in primavera, dopo la fioritura, tutti questi re­cipienti possono essere rapidamente recupe­rati e utilizzati per altre colture.

L’unico accorgimento particolare riguarda la altezza dei vasi, altezza che non deve essere inferiore ai 15 centimetri se si vuole ottenere un buon risultato e, nello stesso tempo, evi­tare che i bulbi o i tuberi si esauriscano eccessivamente in seguito alla fioritura, tanto da pregiudicare le successive emissioni di corolle.

La forma più indicata per i recipienti in cui coltivare i bulbi è senz’altro quella a cio­tola perché consente di raggruppare gli esemplari in modo da formare un cuscino di fiori, e anche perché vasi di questo tipo per­mettono di ammirare le corolle da ogni par­te semplicemente facendo ruotare la ciotola su se stessa. Però, malgrado i vasi rotondi siano i più eleganti per ospitare giacinti o crochi, tulipani o narcisi, su una terrazza, e tanto più su un piccolo balcone, è impossi­bile ospitare molti recipienti di questa forma, dato che essi, in proporzione alle normali cassette rettangolari, occupano molto posto.

Come annaffiare i semi appena propagati

annaffiare i semi

Ieri vi abbiamo illustrato la tecnica della semina come metodo di propagazione delle piante, oggi vi parleremo di come annaffiare le semenze appena propagate. Allo scopo di non provocare lo spostamento dei semi è opportuno evitare l’annaffiatura diretta sulla superficie del terriccio; al suo posto preferite la vaporizzazione dell’acqua tramite una piccola pompa a pressione, ripetendo l’operazione affinché l’umidità penetri anche negli strati sottostanti a quello della semina.

Il secondo sistema consigliato per annaffiare i semi appena piantati consiste nella parziale immersione del contenitore in un recipiente più grande contente acqua in quantità tale che, dopo l’immersione, il livello rimanga al di sotto della superficie seminata. Il contenitore con le sementi propagate dovrà rimanere nell’acqua fino a quando il terriccio acquisterà un colore più scuro.

Tecniche di propagazione: la semina

semina

La semina è una delle operazioni più importanti da fare quando si decide di prendersi cura di una pianta: basti pensare che tutte le piante con un ciclo di vita annuale o biennale vengono propagate esclusivamente per seme, e spesso questa tecnica viene usata anche per quelle erbacee perenni e per alcuni alberi e arbusti.

La fine dell’inverno coincide con la stagione della semina delle piante a fioritura estivo-autunnale e delle piante legnose; all’inizio dell’estate si seminano le piante bienni e quelle erbacee perenni, e all’inizio dell’autunno si propagano le piante annuali rustiche e quelle che danno fioriture precoci. Se si dispone di poco spazio per la semina è bene scegliere le apposite terrine o contenitori facilmente trasferibili in ambienti riparati.

Prima di effettuare la semina bisogna accertarsi che il seme abbia conservata intatta la sua vitalità, ovvero che la conservazione non ne abbia pregiudicato le qualità e le facoltà germinative; questo controllo si può fare disponendo sul fondo di una piccola scatola uno strato di cotone idrofilo umido, dopodiché si spargono pochi semi, si coprono e si ripone la scatola in un armadio a temperatura ambiente; dopo tre giorni si potrà effettuare il controllo per verificare la germinabilità del seme.

Stelle di Natale, tecniche colturali e di moltiplicazione

Stella di Natale biancaLa Stella di natale

Per far si che la nostra bella stella di Natale viva il più allungo possibile dobbiamo aver ben chiare le sue esigenze.

Vediamo quindi le tecniche per mantenerla in vita durante le varie stagioni e quelle per moltiplicarla;

Durante la stagione primaverile, molti scartano la pianta quando le brattee sono scolorite, ma è piuttosto semplice fare in modo che la pianta le riproduca di nuovo. Basta accorciare decisamente gli steli fino a 7-10 cm dalla base e tenere quasi asciutta la composta lasciando per un mese la pianta in buona luce non esposta al sole, a temperatura ambiente. In seguito si bagna il terriccio e la pianta riprende a vegetare.

Quando la stella di natale rincomincia a crescere, verso maggio, la si rinvasa in terra fresca facendo una buona composta, evitando di scegliere vasi troppo grandi altrimenti la pianta tende a produrre molti steli ma pochi fiori e poche brattee.

Cura dei ciclamini: cosa c’è da sapere

cura dei ciclamini

La coltivazione del ciclamino

A differenza di quello che si può pensare, prendersi cura del ciclamino non è facile, come non è facile farlo fiorire e riuscire a mantenere dei fiori prosperosi; il segreto per ottenere questo risultato è tenerlo nell’ambiente giusto, vale a dire alla luce, pur senza essere colpito direttamente dal sole, e lontano dalle fonti calore, spostandolo, soprattutto di notte, nell’ambiente più freddo della casa. Nelle zone dove l’inverno non è particolarmente rigido, durante la notte può essere anche tenuto all’aperto, facendo attenzione che sia al riparo dal vento e dal gelo.

Il ciclamino fiorisce nel periodo invernale e i suoi fiori resistono fino ad aprile, ma i primi boccioli spuntano a settembre; quando essi compaiono, bisogna annaffiare spesso la pianta, in modo che il terreno rimanga sempre umido, ma non inzuppato: nel caso in cui abbiate versato troppa acqua, cercate di buttarla perché potrebbe provocare marciume nel tubero. Quando il ciclamino avrà concluso la sua fioritura smettere di annaffiare, in modo da far seccare le foglie, e permettere al tubero di ricaricarsi.

Nel periodo di fioritura è opportuno concimare il ciclamino con del fertilizzante chimico da aggiungere all’acqua, con un concime a base di potassio, per favorire la nascita dei fiori, e con uno contenente azoto in modo da aiutare la crescita della pianta.

Euforbia, non solo Stella di Natale

Euphorbia

Oltre alla ben nota stella di natale, il genere euforbia comprende un vastissimo numero di piante assai diverse fra loro, di seguito vi illustro con una breve panoramica le specie più diffuse:

Euphorbia flanaganii : splendida pianta suffruticosa caratterizzata da gambi piuttosto esili e carnosi lunghi 15-20 cm; occasionalmente produce nume­rosi fiori con brattee gialle.

Euphorbia fulgens: specie arbustiva, conosciuta anche come Euphorbia jacquinaeflora. Le foglie sono strette e lanceolate, i fusti sono incurvati; la pian­ta raggiunge 1,2 m di altezza. I fiori, con brattee rosse, sbocciano in inverno.

Euphorbia milii (sin. Euphorbia splendens): è un alberello semisucculento che viene coltivato come le euforbia suffruti­cose. I suoi steli sono molto spinosi, con foglie terminali; la pianta raggiunge i 45 cm di altezza. In inverno sbocciano i fiorellini bianchi circondati da grandi brattee rosso brillante . La varietà “Tananarivae”  possiede brattee gialle.

La stella di Natale ha bisogno di riposo

stelle di Natale in serra

Nel nostro clima la stella di Natale conosce una sola utilizzazione, ossia quella di servire come decorazione della casa durante le feste natalizie ed è considerata uno degli omaggi floreali più eleganti per il periodo che corre dal 25 dicembre a Capodanno, epoca in cui le grandi brattee d”Euphorbia pulcherrima si aprono in grandi stelle.

Nelle regioni meridionali e in Riviera, dove il clima è particolarmente mite, la poinsezia può vivere all’aperto e quindi può essere coltivata anche come decorazione del giardino e della terrazza. Tuttavia, è bene ricordare che le piante che vivono all’aperto difficilmente presentano un fogliame altrettanto bello di quello delle piante che vengono conservate in serra, particolare che diminuisce assai il potere decorativo della stella di Natale.

Coltivare la stella di Natale non è difficile, mentre è quasi impossibile ottenere l’apparizione invernale delle grandi brattee colorate se la pianta non può godere di una temperatura costante superiore ai 16° nel periodo ottobre-dicembre.

Annaffiare le piante in vaso: cosa c’è da sapere

annaffiare le piante in vaso

L’annaffiatura delle piante in vaso costituisce la maggiore preoccupazione di chi possiede dei fiori, perché l’irregolare distribuzione d’acqua può causare il deperimento e, talvolta, addirittura la morte della pianta. La frequenza delle annaffiature è determinata da diversi fattori, come, ad esempio, l’ampiezza del vaso, la porosità del recipiente, lo sviluppo delle radici, l’abbondanza del fogliame e la temperatura.

Eccezione fatta per i casi particolari, la norma generale suggerisce di annaffiare quando, grattando il terriccio superficiale, appare asciutto anche lo strato sottostante. Un grave rischio per le piante è costituito dai ristagni di acqua originati dall’ostruzione del foro di scolo, oppure dalla permanenza di acqua nel portavaso.

Stella di Natale, in Messico è considerata quasi sacra!

stella-di-natale

L’origine del nome scientifico delle euforbie è abbastanza oscura e si rifà, probabilmente, a una leggenda secondo cui lo scopritore dei principi benefici contenuti nel lattice che stilla dai tessuti di queste piante, è da attribuire ad Euforbio, medico di Giuba re dei Numidi.

Il nome della specie comune (Stella di Natale), si riferisce al periodo di fioritura della pianta che corrisponde, grosso modo, al periodo natalizio. l’Euphorbia pulcherrima è nota anche come Poinsettia pulcherrima, da cui deriva il nome comune di « poinsezia » con cui si usa designare la specie che verso Natale ci regala le sue stupende, vellutate brattee rosse, rosa, bianche e avorio.

Sino alla fine dell’Ottocento la poinsezia era pressoché ignota in Europa, mentre veniva già ampiamente usata in America e soprattutto in Messico dove la stella di Natale è considerata quasi sacra.

Calathea, affascinanate come le penne di un pavone

Calathea

L’interesse decorativo di questa pianta è dato dalle caratteristiche foglie ovali che presentano sullaparte superiore della foglia bei dise­gni nelle sfumature del verde e del giallo, ai quali corrispondono sulla parte inferiore della foglia, con un bell’effetto di contrasto, disegni porpora: la forma e la distribuzione di que­sti disegni sulle foglie ricordano per qualche aspetto le penne del pavone. Le calathea sono piante subtropicali originarie del Sudamerica; hanno grande necessità di umidi­tà e di temperature elevate, ma ricompen­sano le cure attente che ricevono con una profusione di belle foglie colorate. Alcune calathea producono anche fiori graziosi. Talvolta le calathea vengono indicate col nome di “maranta“: un tempo, in effetti, molte specie di calathea erano classificate nel genere Maranta, cui sono molto simili.

Se la pianta ha riempi­to il vaso di radici, si rinvasa in marzo, alla ripresa vegetativa, in una buona terra gras­sa ricca di elementi nutritivi. La temperatu­ra non deve mai scendere sotto i 18 °C e la pianta deve essere collocata in un ambiente umido e all’ombra.

Per creare questa grande umidità si mette la pianta su un vassoio pieno di ghiaia ba­gnata e si spruzza acqua quotidianamente. Da aprile a settembre si annaffia abbondan­temente e si concima con un fertilizzante liquido ogni 2-3 settimane. In autunno ed in inverno si annaffia in misura sufficiente a mantenere umida la composta, ma non così abbondantemente come in estate. L’ombra e l’umidità atmosferica so­no vitali anche nei mesi freddi.

Coffea, la pianta del caffè (ma non solo)

coffea-robusta

La Coffea, meglio conosciuta come pianta del caffè, appartiene alla famiglia delle Rubiacee ed è originaria delle zone tropicali dell’Africa. Si tratta di una pianta arbustiva o arborea, coltivabile sia in piena terra che in vaso, che può raggiungere un’incredibile altezza.

Generalmente viene coltivata nei Paesi a clima mite, ma non è raro trovare anche alle nostre latitudini degli spendidi esemplari di Coffea, usati per lo più a scopo ornamentale.

Questo genere di pianta, infatti, è particolarmente decorativo, per via delle grandi foglie ovali e seghettate che le donano un aspetto caratteristico. Per non parlare poi dei fiori bianchi raggruppati in grappoli, che lasciano via via il posto a delle meravigliose bacche rosse, contenenti due semi (i chicchi di caffè veri e propri).