Solanum, indispensabile per la tavola

solanum laciniatum

Dedicare un angolo del proprio giardino alla coltivazione degli ortaggi rappresenta un’operazione estremamente utile, anche se in apparenza toglie spazio alle nostre care amiche piante da arredamento, quelle che con i propri colori contribuiscono a rallegrare l’ambiente circostante.

In realtà non è proprio così, visto che molte piante “da orto” regalano uno spettacolo godibile per la vista nel periodo della fioritura, con una pioggia di colore che precede l’arrivo del frutto del nostro lavoro. Parliamo ad esempio del Solanum, pianta diffusissima alle nostre latitudini e molto utile dal punto di vista alimentare, visto che ci regala ortaggi come la melanzana (Solanum melongena), il pomodoro (Solanum lycopersicum) o la patata (Solanum tuberosum).

Appartiene alla famiglia delle Solanacee e comprende circa 2000 specie sia arbustive che rampicanti, orticole o infestanti. Generalmente di coltiva in piena terra o in serra, ma non è raro trovare determinate specie adatte alla coltivazione in appartamento e capaci di regalare splendide bacche colorate nel periodo invernale.

Columnea, la pianta che rende esplicita una dichiarazione d’amore

Columnea

Il nome scientifico di questa specie ricorda un patrizio romano vissuto fra il 1500 e il 1600, un tal Fabio Colonna (meglio cono­sciuto come Fabius Columna) che scrisse una importante opera botanica pubblicata a Napoli nel 1592.

Nella simbologia dei luoghi d’origine, la columnea equivale a «leggiadria» e quindi la offerta di una di queste piante viene inter­pretata come uno degli omaggi più espliciti che un uomo possa rivolgere a una donna tramite il gentile messaggio di un fiore.

Nel nostro clima la columnea non può essere impiegata in altro modo che come specie d’appartamento, ed è importante ricordare che per il suo stesso portamento, questa pianta ha bisogno di essere sistemata in una posizione tale che i lunghi tralci fioriti pos­sano ricadere liberamente. Soltanto in tal modo la fioritura della co­lumnea potrà acquistare il dovuto risalto, gra­zie anche allo sfondo lucente e morbido for­mato dal fogliame che si dispone, natural­mente, in una specie di tappeto fittamente intrecciato.

Elleboro, ovvero la Rosa di Natale

Rosa di natale

L’elleboro è un fiore invernale appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, comunemente chiamato Rosa di Natale; esistono diverse specie di elleboro a seconda delle caratteristiche dei fiori e le delle foglie. La varietà più conosciuta è l’Helleborus niger, un’erbacea perenne dai fiori con cinque petali bianco-rosati; le foglie sono grandi, resistenti e di colore verde scuro.

Il nome di questa pianta deriva dal greco Helleborus, una parola che fa riferimento alla sostanza altamente velenosa che possiede; le parti più tossiche sono le radici e il rizoma, quindi è meglio lavarsi le mani dopo averla toccata. L’elleboro è una pianta da sempre al centro di leggende, soprattutto per il suo uso nella farmacologia popolare, anche se in tempi recenti non viene più usata  per le sue caratteristiche tossiche.

Alternative alla Stella di Natale, l’Ardisia

ardisia crispa

L’Ardisia è un genere appartenente alla Famiglia delle Myrsinaceae, comprende circa 400 specie di alberi e arbusti ed è originaria di India e Giappone; la specie di Ardisia della quale vi parliamo oggi, l’Ardisia crispa, è ottima come pianta da interni e nel periodo natalizio rappresenta una validissima alternativa alla tradizionale Stella di Natale.

Si tratta di un piccolo arbusto compatto a crescita lenta che raggiunge i 60-90 centimetri di altezza e i 30-40 di diametro; presenta foglie molto decorative lucide e di colore verde intenso e nel mese di Giugno produce deliziosi fiori profumati bianchi, cremisi o violacei che crescono raccolti in pannocchie lunghe fino a 10 cm. Alla comparsa dei fiori segue quella dei frutti, delle piccole bacche ovali di colore rosso e lucide, caratteristica che la rende ideale come addobbo natalizio. I frutti possono mantenersi sulla pianta fino alla fioritura successiva purchè questa sia posta in un luogo luminoso (l’ideale è dietro una finestra) e con il giusto grado di umidità.

Beloperone, pianta delle lacrime d’amore

Beloperone

II nome scientifico del beioperone, simpati­ca e purtroppo abbastanza rara specie da appartamento, deriva da due parole greche: belos, freccia e peronne, unire, a indicare una caratteristica della struttura interna del­la infiorescenza, nelle cui corolle le antere (dove è contenuto il polline) sono unite da uno speciale tessuto a forma appunto di freccia.

Volgarmente il beioperone viene chiamato «pianta gambero», e in realtà le sue pendule infiorescenze, sia per il colore che per la forma fanno pensare proprio a un crostaceo.

In qualche nazione, al beioperone, si da anche un altro nome: «pianta delle lacrime d’amore».

Le specie di cui ci stiamo occupando posso­no essere utilizzate soprattutto come piante da appartamento e, soltanto nelle zone a cli­ma molto mite, è possibile pensare a qualche altro impiego, sul balcone o in giardino, col­tivando il beioperone in piena terra o in va­so.

Le piante del mese di Novembre

clerodendro

L’anno è entrato nella sua fase culminante e dopo la dorata parentesi di ottobre la sta­gione si avvia rapidamente verso il grigiore dell’inverno, verso la lunga serie di giorni freddi e nebbiosi, solo raramente illuminati dal sole. Le piante lasciano cadere, giorno dopo giorno, le ultime foglie e solo qualche corolla rompe il verde già spento tipico del­l’autunno.

Tuttavia, esistono piante che sono ancora in piena fase vegetativa o che rivestono un par­ticolare interesse per la presenza di bacche colorate; senza contare le specie da appar­tamento che proprio in questa stagione en­trano nel periodo più importante per quan­to riguarda la loro funzione decorativa. In­fatti, mentre diminuisce l’interesse per gli esemplati coltivati all’aperto, si delinea in modo sempre più vivo il ruolo delle piante cosiddette « ornamentali per interno » che da questo momento hanno il compito di por­tare un po’ di verde tra le pareti delle no­stre case. Nei prossimi mesi la nostra atten­zione sarà rivolta, come è giusto, soprat­tutto a quelle piante ornamentali, mentre in questo « Jolly » di novembre vi parleremo, in parte, anche di piante da piena aria. I loro nomi sono: acacia, agave, ane­mone, armeria, aro, beloperone, calceolaria, ciliegio d’inverno, columnea, ginepro, pepe­roncino, pianta di vetro.


Hippeastrum, la bulbosa che colora l’inverno

hippeastrum

E’ tempo di pensare all’inverno ed alle piante da tenere in casa nella stagione che maggiormente ci costringe all’esilio tra le pareti domestiche. Il giardino si scolora lentamente, ma i nostri angoli “interni” possono essere ugualmente rallegrati dalle tinte di svariati fiori adatti alla coltivazione domestica, come le bulbose, ad esempio, di cui pian piano noi di PolliceGreen vi andiamo illustrando caratteriche e cure.

Oggi ci occuperemo dell’Hippeastrum, una pianta che probabilmente conoscerete con il nome di Amarillis, appartenente alla famiglia delle Amaryllidacee ed originaria del Sudamerica.

Il bulbo dell’Hippeastrum può raggiungere i 10 centimetri di diametro e si pone a dimora nella stagione autunnale (in condizioni di clima mite fate ancora in tempo ad interrarlo), in modo che dia il meglio di sé durante i mesi più freddi dell’anno, regalando una fioritura estremamente gradevole per la vista, con la sua colorazione rossa.

Le giuggiole, ovvero i datteri italiani

giuggiolo

Un albero molto diffuso in Veneto, Toscana, Campania e Puglia è il giuggiolo, il cui nome botanico è Zyziphus sativa, una pianta dalla folta vegetazione e dai particolari frutti. I frutti di questo albero sono le giuggiole, delle “palline” dalla forma oblunga o rotonda, che assomigliano ai datteri, che possono essere consumate essiccate o semi-appassite. Le giuggiole apportano più vitamine dei datteri, in particolare quelle del gruppo C.

La giuggiola è un frutto di origine cinese, arrivato in Italia circa 2000 anni fa attraverso l’Arabia; quelle nostrane, possono essere di due tipi: dalla forma oblunga o rotonda. All’inizio, questi frutti possiedono un colore verde, che piano piano si riempie di macchie, fino ad arrivare a diventare  marrone. I primi frutti sono pronti a settembre e gli ultimi ad ottobre, ma possono essere essiccati e conservati, in modo da essere consumati in seguito.

Stella di Natale: come farla durare tutto l’anno

cure stella di natale dopo le feste

Stella di Natale, come farla durare tutto l’anno

Come abbiamo più volte sottolineato, la Stella di Natale è la pianta che tradizionalmente viene regalata durante le feste natalizie; può essere quindi considerata, insieme al vischio, la pianta di natale per eccellenza; purtroppo però, di solito, dopo alcuni giorni, inizia a perdere le foglie e diventare spoglia, e anche se riusciamo farla sopravvivere, difficilmente rifiorisce.

Cosa fare, dunque, per mantenerla sana, e ottenere una bella fioritura anche l’anno successivo? Innanzi tutto collocatela in un punto luminoso della casa, ma non al sole diretto, e non bagnatela troppo, in quanto l’ Euphorbia Pulcherrima, questo è il suo nome botanico, sopporta bene i periodi di siccità, ma non l’eccessiva umidità, quindi cercate di annaffiarla solo quando il terreno appare asciutto.

L’abete di Natale: come farlo sopravvivere alle feste

abete di natale

Fra un po’ sarà il momento di acquistare un abete da addobbare per il prossimo Natale; iniziate a pensare, inoltre, che con alcuni facili accorgimenti lo potrete far sopravvivere anche dopo le feste e piantarlo in piena terra. Prima dell’acquisto, infatti, pensate a dove potrete sistemarlo una volta che non vi servirà più come addobbo. Le soluzioni sono diverse: potrete restituirlo al vivaio che ve l’ha venduto, oppure chiedere alla sezione del WWF più vicina di indicarvi un’idonea collocazione per il vostro abete, oppure, se avete spazio, potrete piantarlo in giardino.

La fine di novembre è il momento migliore per mettersi alla ricerca dell’abete ideale per voi, in modo da avere più scelta; in genere viene venduto in zolla o direttamente nel vaso; nel primo caso, trapiantatelo in un vaso di una grandezza idonea alle radici della pianta, nel secondo, appurate le dimensioni del vaso, cioè se è il caso di cambiarlo oppure no.

Piante “inventate” (seconda parte)

rapa bianca

Prima di darvi un’ultima dritta sulle piante inventate, tanto carine quanto poco costose, voglio aggiungere ancora una cosa in merito alla cura della Patata americana di cui abbiamo parlato nel post di ieri  “Piante inventate (prima parte) “

Con il passare dei giorni, sia perché la patata assorbe molta acqua, sia per la naturale evaporazione, è necessario continuare ad aggiungere acqua, affinchè il suo livello rimanga costante. Un bel giorno, dalla parte inferiore del tubero cominceranno a spuntare le radici, mentre la parte superiore della patata americana lascerà apparire le gemme che, in breve, si trasformeranno in rami e foglie.
La bella pianta ricadente durerà per vari mesi, sicuramente per tutto l’inverno, purché si abbia cura di sistemarla in buona luce, lontano da fonti di calore, evitando nel modo più assoluto di rinnovare completamente la acqua, ma limitandosi ad aggiungere di volta in volta  la quantità mancante.

Lucky Bamboo, pianta portafortuna

lucky bamboo

Lucky Bamboo o bambù della fortuna è il nome che viene dato comunemente ai rami di Dracaena sanderiana, appartenente alla famiglia delle Agavacee e originaria di Africa  ed America.

E’ una pianta molto resistente che può raggiungere i 90 centimetri di altezza, assumendo forme originali e caratteristiche, ottenute intrecciando ad arte i fusti. Allo sommita dei fusti si presentano poi ciuffi di foglie dal colore verde brillante, che conferiranno alla nostra piantina una certa eleganza.

Generalmente il Lucky Bamboo si coltiva in luoghi luminosi, facendo attenzione a non esporre la pianta ai raggi diretti del sole che potrebbero rovinare irrimediabilmente la pianta. Pur amando la luce, comunque, può essere collocato anche in ambienti semibui o ombreggiati, purché se ne rispettino le necessità legate al fabbisogno d’acqua.

Crossandra, coltivazione e cure

crossandra

Il cielo è cupo e le temperature continuano a scendere: l’inverno è alle porte, mentre il nostro giardino comincia a spogliarsi degli allegri colori che ci hanno sin qui accompagnato. E allora è il momento di dedicarci alle nostre care piante da appartamento, altrettanto variopinte e spettacolari, sia durante la fioritura che nel periodo di riposo vegetativo, come la Crossandra, ad esempio, che può regalarci grandi soddisfazioni, se curata nella giusta maniera.

Si tratta di una pianta originaria dell’Africa, della Malesia e dell’India, appartenente alla famiglia delle Acantacee e comprendente una cinquantina di specie più diversi ibridi.

Ha foglie lanceolate, lucide e dal colore verde scuro, che non perdono le loro caratteristiche neppure dopo la fioritura, regalando un’esplosione di verde anche nel periodo invernale. I fiori invece sono per lo più di color arancio, molto resistenti e visibili sulla pianta da maggio ad ottobre.

Camelia, il fiore della bellezza perfetta

camelia

Spesso siamo portati a pensare che la Rosa sia la regina indiscussa del nostro giardino, dimenticando che esistono delle piante altrettanto eleganti che potrebbero tranquillamente contenderle lo scettro (o il trono), come ad esempio la Camelia (o Camellia). originaria dell’area asiatica e appartenente alla famiglia delle Theacee.

Si tratta di una pianta dalla straordinaria bellezza, che regala una fioritura costante dalla primavera all’autunno, sia nella coltivazione in piena terra che in quella in vaso, al’interno dei nostri appartamenti.

Deve il suo nome a G.J. Camel che la introdusse in Europa nel 1700, ma per la sua diffusione bisogna ringraziare lo scrittore Dumas ed il suo romanzo, La signora delle Camelie, che contribuì a circondare tale pianta di un’aurea di nobiltà ed eleganza.