Lavori nel frutteto: il diradamento del raccolto

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Per chi possiede un frutteto, anche ad uso familiare, in questo periodo si presenta come lavoro necessario, quello del diradamento dei frutti. Certamente, un albero pieno di frutti è bello da vedere e fa pensare ad un raccolto ricco, ma purtroppo non è sempre così, anzi: un numero eccessivo di frutti potrebbe portare un raccolto scarso sia dal punto di vista della quantità che della qualità dei frutti.

Chi effettua il diradamento per la prima volta può naturalmente incontrare delle difficoltà nella scelta dei frutti da diradare; in via di principio, i frutti da eliminare sono preferibilmente quelli malformati, poco sviluppati, colpiti da parassiti, ruggine o ticchiolatura, posti in posizione interna e che quindi non ricevono luce del sole adeguata, quelli nati su rami troppo sottili oppure posizionati nella parte bassa e che, quindi, con l’aumentare del peso degli altri frutti, toccheranno a terra.

È preferibile operare le operazioni di diradamento a mano e non con le cesoie, in quanto le cicatrici che si lasciano sul punto di rottura del frutto sono piccole e non rappresentano un problema; attenzione anche a non strappare di netto il frutto ma a staccarlo con un movimento rotatorio, in modo da non provocare la rottura della corteccia.

I vantaggi di questa pratica sono notevoli, vediamone alcuni. Innanzi tutto il diradamento consente di avere un raccolto di qualità superiore e con lo stesso peso globale di quello che si otterrebbe dalle piante non trattate; per qualità migliore si intende uno scarto minore tra buccia, semi e picciolo,oltre che a un sapore migliore.

Inoltre, la pianta, non essendo sottoposta ad uno sforzo troppo grande, potrà accumulare delle sostanze di riserva che le permetteranno di sopportare meglio la stagione invernale e di svilupparsi meglio in primavera; infine, un altro vantaggio del diradamento è quello di ridurre la rottura dei rami sotto il peso dei frutti.

Tra le piante che devono essere sottoposte a diradamento ci sono il pesco, l’albicocco, il susino, il melo, il pero e il kiwi in estate, nel mese di luglio; non ne hanno bisogno in quanto lo effettuano naturalmente, ovvero perdono i frutticini nella prima fase di sviluppo, il fico, il kaki, il limone, l’arancio, il mandorlo, il nespolo e il castagno.

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