La malattia delle bolle fogliari

bolle fogliari

La malattia delle bolle fogliari è una patologia che colpisce soprattutto il pesco, ma anche altre specie appartenenti al genere Prunus come il mandorlo, all’inizio della primavera, soprattutto in condizioni di umidità. La malattia è generata da un fungo, il microscopico Taphrina deformans, che provoca ispessimento delle foglie e comparsa di grosse bolle dal caratteristico colore rosso; purtroppo, le foglie colpite dall’azione del fungo non sopravvivono a lungo e finiscono col seccarsi e cadere subito dopo.

Può succedere che le deformazioni delle foglie colpite da bolle possano essere confuse con gli attacchi degli afidi, che talvolta producono effetti simili; per riconoscere la malattia delle bolle basta passare le foglie al tatto, in quanto diventano carnose se colpite dalla Taphrina deformans; inoltre in caso di attacco degli afidi è possibile osservare la presenza degli insetti stessi sulla pagina inferiore della foglia.

Carota, non solo un ortaggio

carota

Ancora un ortaggio in primo piano su PolliceGreen, il blog dedicato non solo agli amanti delle piante da giardino e/o d’appartamento, ma anche a coloro che si dilettano nella cura dell’orto, unendo l’utile al dilettevole.

Oggi ci occupiamo della Carota (Dacus carota), una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbrellifere ed originaria  di Europa, Asia ed Africa del Nord, attualmente diffusa in tutte le zone a clima temperato sia allo stato spontaneo che nella coltivazione domestica.

E’ caratterizzata da una radice carnosa (la carota vera e propria) che si sviluppa allo stato sotterraneo, lasciando spuntare in superficie dei fusti eretti e ramificati, dai quali si sviluppano le infiorescenze a forma di ombrello, composte da numerosi fiorellini bianchi. Il fiore centrale è invece di colore rosso ed è proprio per questa particolarità che la carota si distingue da altre piante della stessa specie.

Giardinaggio e ortomania: è boom in Italia e nel mondo

orto sul terrazzo

Le stime della Coldiretti parlano chiaro: quattro italiani su dieci con l’arrivo della primavera hanno iniziati a dedicarsi al giardinaggio, sia negli orti che nei terrazzi. Il fenomeno della coltivazione fai da te è in netto aumento: ben il 37% degli italiani dedica il proprio tempo libero alla cura dell’orto e al giardinaggio.

Secondo i dati della Coldiretti, il giardinaggio è un hobby che coinvolge in egual numero sia uomini che donne e che piace anche ai giovani: basti pensare che più di uno su quattro degli intervistati ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, anche se l’interesse massimo viene dimostrato dagli over 65.

Il vero nuovo trend è che il giardinaggio o la coltivazione dell’orto non è più praticato solo da chi dispone di un ampio spazio in campagna, ma anche da chi possiede un semplicemente un terrazzo; infatti nei vivai sono disponibili moltissime piante adatte alla creazione di un orto e perfette per essere coltivate in vaso, come certe specie di peperoncini piccanti o legumi di piccole dimensioni. Sempre secondo la Coldiretti le piante più coltivate sono le insalate perché sono molto semplici da curare, i semi costano poco e garantiscono un primo raccolto dopo solo 40 giorni, seguono i pomodori e le cipolle.

Piante grasse: la Leuchtenbergia principis

leuchtenbergia

Il nostro viaggio virtuale alla scoperta delle più belle piante grasse esistenti in natura si ferma oggi davanti ad un vaso di Leuchtenbergia principis, appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria del Messico.

E’ caratterizzata da una grande radice dalla quale partono dei tubercoli dalla forma triangolare, lunghi fino a 12 centimetri, rigidi e vagamente somiglianti a quelli dell’Agave. Tali tubercoli sono di colore azzurrognolo, ad eccezione della parte terminale che invece è rossastra e presenta un’aureola dalla quale partono diverse spine appiattite e contorte.

I fiori sono gialli, imbutiformi e leggermente profumati e spuntano dalle aureole dei giovani tubercoli centrali, donando alla pianta una spettacolare bellezza.

Alberi da frutto: il Pompelmo

pompelmo

Il Pompelmo (Citrus paradisi) è un albero da frutto nato dall’incrocio tra il Pomelo (Citrus Maxima) e l’Arancio dolce (Citrus sinensis), sebbene siano in molti a ritenere che sia nato da un’evoluzione del Pomelo. Di sicuro sappiamo che fa parte della famiglia delle Rutacee e che ha origine dall’America centrale (in particolare dalle Barbados), da dove poi ha trovato larga diffusione in tutte le zone temperate del pianeta.

E’ caratterizzato da un fusto eretto che può raggiungere un’altezza di 12 metri, con chioma arrotondata e foglie ovali dal colore verde scuro. I fiori sono di considerevoli dimensioni (3 centimetri di diametro), bianchi, spesso solitari e gradevolmente profumati. Fanno la propria comparsa sui rami in primavera, quando le gelate non rappresentano più un problema per la bellezza della pianta.

I frutti sono tondeggianti e schiacciati ai poli, con buccia piuttosto spessa di colore giallo o rosa-arancio, e polpa succosa ed amarognola con colorazione simile a quella della buccia.

Ricino, la pianta

ricino coltivazione

Il ricino (Ricinus communis) è l’unica specie appartenente al genere Ricinus della famiglia delle Euphorbiaceae. Si tratta di una pianta erbacea perenne originaria dell’Africa tropicale che cresce un po’ ovunque nelle zone a clima temperato; molto nota per l’olio che si ricava dai suoi semi è in realtà una bella pianta ornamentale dal portamento maestoso: può crescere infatti fino a due metri di altezza ed è dotata di foglie digitate di colore rosso porpora o verde scuro. In estate si ricopre di vistosi fiori raggruppati in grappoli mentre tra agosto e settembre produce grossi frutti spinosi di colore rosso.

Quanto alle cure colturali, il ricino predilige le esposizioni soleggiate ma cresce bene anche in penombra; ama inoltre i terreni ricchi di materia organica e ben drenati. Le innaffiature devono essere moderate: durante la bella stagione si può intervenire ogni dieci-quindici giorni mentre durante l’autunno le bagnature devono essere diradate per essere sospese del tutto durante i mesi più freddi dell’anno. In primavera occorre invece intervenire con un concime organico.

Fioriture di aprile: Lunaria

lunaria

In alcune regioni d’Italia non è ancora tempo di rimettere il cappotto in naftalina, ma ormai possiamo dire che la bella stagione è alle porte ed è tempo finalmente di tornare a respirare l’aria mite della primavera tra le nostre amiche piante che ci aspettano in giardino.

E tra le fioriture più belle di questo periodo dell’anno, vale la pena ricordare quella della Lunaria, appartenente alla famiglia delle Crucifere ed originaria del continente europeo. Cresce spesso allo stato spontaneo, ma può anche essere coltivata in ambiente domestico per decorare bordure ed aiuole, dove regalerà un tocco di bellezza con pochi eguali nel periodo primaverile.

E’ caratterizzata da un fusto eretto, da foglie ovali-lanceolate e da fiori color lilla-violetto riuniti in racemi. Per la vista si tratta di un vero spettacolo, che diventa ancor più godibile nel momento della comparsa dei frutti, costituiti da una specie di medaglione (siliqua) color madreperla o argentati, a seconda del grado di maturazione.

Sughera, utile e maestosa

sughera

La Sughera, nota anche come Quercia del sughero, è una pianta di notevoli dimensioni, appartenente alla famiglia delle Fagacee ed originaria dell’Europa meridionale e dell’Africa settentrionale. In Italia può vantare una vasta diffusione in Toscana, Lazio, Sicilia e – naturalmente – Sardegna, dove ci sono sugherete di grande interesse sia industriale che storico.

Ha portamento arboreo e può raggiungere i 20 metri di altezza, mantenendosi in vita anche per 250-300 anni ed entrando quindi di diritto nella categoria degli alberi monumetali. E’ caratterizzata da un larga chioma con foglie ovoidali, spesso dentate, simili a quelle del leccio e dal colore verdastro.

I fiori compaiono nella tarda primavera, colorando la sughera di giallo o verde, a seconda del sesso dei fiori stessi. Il frutto invece è rappresentato da una ghianda ovale, verde o marrone a seconda del grado di maturità, e lunga fino a 3 centimetri.

Spirea, varietà per tutte le stagioni

spirea

Il genere Spirea appartiene alla famiglia delle Rosaceae e comprende alcuni arbusti decidui di dimensioni medie e portamento tondeggiante originari dell’Asia e dell’Europa; le specie sono suddivise in due grandi gruppi: le spiree bianche, a crescita rapida, che fioriscono in primavera e possono raggiungere i 2-3 metri di altezza e le spiree rosa, a crescita più lenta, che producono fiori di colore rosa intenso in estate ed in autunno. Si tratta in ogni caso di arbusti abbastanza facili da coltivare che possono essere utilizzati anche per la creazione di siepi multicolore.

La Spirea: cure colturali

Le spiree prediligono le posizioni soleggiate, ma crescono abbastanza bene anche in penombra. Come accennato sono piante di facile coltivazione, questo anche grazie alla loro rusticità che le rende resistenti sia al gelo invernale che al caldo torrido.

La Fusaggine colora il giardino in tutte le stagioni

fusaggine

Se volete avere una pianta da giardino che vi regali uno spettacolo diverso per ogni stagione dell’anno, potete puntare sulla coltivazione della Fusaggine o Fusaria maggiore, nota con il nome botanico di Euvonymus latifolius.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Celastracee ed originaria dell’Europa e dell’Asia, particolarmente apprezzata per la coltivazione in piena terra o in grandi contenitori, dove può raggiungere anche i 3 metri di altezza.

La Fusaggine si presenta come un arbusto rustico, con foglie ovali e dentate, dal colore verde chiaro, che nella stagione autunnale cambiano completamente l’aspetto della pianta, colorandola di rosso. I fiori invece sono di colore rosa e fanno la propria comparsa nella tarda primavera, per poi lasciare il posto ai frutti tondeggianti dal colore rosso o arancione.

Artemisia, aromatica e curativa

artemisia

L’Artemisia è una pianta erbacea o arbustiva appartenente alla famiglia delle Asteracee ed originaria dell’Europa e dell’Asia, da dove poi ha trovato larga diffusione in tutte le zone temperate del pianeta.

E’ caratterizzata da radici rizomatose e da fusti eretti, che raggiungono anche il metro di altezza, portando foglie simili a quelle del crisantemo, dal colore grigio o verde. La fioritura è di scarsa importanza ed è rappresentata da capolini gialli riuniti in mazzetti, che fanno la propria comparsa nel periodo più caldo dell’anno.

Generalmente l’Artemisia viene coltivata a scopo ornamentale, sebbene non sia rara la coltivazione a scopo industriale (come aromatizzante) o officinale.

Peperoncino, le varietà più piccanti

peperoncino piccante

Sapevate che esistono oltre 200 varietà di peperoncino? Tutte sono commestibili ma il loro grado di piccantezza, classificato in base a una scala che va da uno a dieci (scala di Scoville), varia in funzione del contenuto di una particolare sostanza, la capsacina. Tra i più piccanti in assoluto, adatti anche alla coltivazione a scopi ornamentali, abbiamo il diavolicchio, il firecracker, lo scotch bonnet yellow, il chile, il fiesta e il marble.

Vediamoli sinteticamente uno per uno:

Diavolicchio

L’italiano diavolicchio (o diavolino) viene coltivato nelle Marche e in Abruzzo. Quando raggiunge la piena maturazione diventa di un bel colore rosso vivo e viene fatto seccare raccolto in ghirlande.

Le Ossalidi (Oxalis)

ossalidi

Le Ossalidi (Oxalis) sono un genere di piante appartenenti alla famiglia botanica delle Oxalidaceae comunemente denominate trifogli. Seppure poco utilizzate, si prestano alla coltivazione in aiuole, bordure, vasi e giardini rocciosi tanto più che si tratta di piante piuttosto resistenti che danno un’abbondante fioritura anche se poco curate. L’unica precauzione che bisogna prendere se si decide di piantarne qualche esemplare nel proprio giardino è relativa alla scelta della varietà; alcune ossalidi infatti (è il caso della Oxalis articulata) sono molto invadenti e rischiano di fare perdere la pazienza anche al più mite dei giardinieri.

Vediamo dunque quali sono le varietà di ossalidi che si prestano maggiormente alla coltivazione a scopi ornamentali e le caratteristiche di ciascune di esse:

Mirtillo rosso

mirtillo rosso

Questo delizioso frutto tipico del sottobosco, annoverato più volte tra i frutti della passione, in quanto rosso, è molto utilizzato in cucina, per preparare composte, marmellate, per accompagnare panne cotte o per guarnire dolci di ogni specie e per accompagnare carni; ma, le sue molteplici virtù benefiche, lo vedono ben inserito anche in medicina, dove è utilizzato per la cura delle infezioni delle vie urinarie, nella prevenziene dell’osteoporosi, e, visto l’alto contenuto di antiossidanti che lo caratterizza, nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e dei tumori, e addirittura come aiuto nel ritardare il processo di invecchiamento.

Il mirtillo rosso americano, o “cranberry”, appartiene alla famiglia delle Ericaceae e proviene dai boschi del Nord America orientale.

Da qualche tempo le piantine sono disponibili anche in Italia: si tratta di piccoli arbusti sempreverdi coprisuolo che raggiungono l’altezza di 20 cm e il diametro di 1 metro.

Data la loro origine, resistono benissimo al freddo e al gelo e crescono in terreno acido, umido e soffice.