Piante medicinali: l’acetosella dei boschi

acetosella

L’Oxalis acetosella, meglio conosciuta come acetosella dei boschi, è una pianta medicinale appartenente alla famiglia delle Ossidalaceae. L’acetosella è un’erbacea perenne, molto comune nelle zone montane dell’Europa, dell’Asia e del Nordamerica; il suo habitat naturale è il bosco, ma gradisce anche i semplici luoghi ombrosi, sia in pianura che in montagna, purché ricchi di humus e morbidi.

La prima parte del nome botanico di questa pianta, ovvero Oxals, deriva dal greco oxys, che significa acuto, e da hals, cioè sale, mentre l’epiteto acetosella si deve al suo gusto acidulo che ricorda quello dell’aceto.

Solitamente l’acetosella raggiunge altezze comprese tra gli 8 e i 15 centimetri, possiede foglie simili a quelle del trifoglio, i fiori compaiono tra aprile e maggio e sono caratterizzati da petali bianchi o rosati, solcati da venature violacee; i frutti sono composti da una capsula allungata con un sistema particolare per propagare i semi. Essendo molto esile, tende a ripiegarsi su stessa per proteggersi dal vento e dalle piogge.

Le piante epifite

piante epifite

Le piante epifite sono quelle piante che vivono su altre piante, come muschi, licheni e felci, ovvero piante che non crescono nel terreno ma soprattutto sui rami degli alberi o sui tronchi; questo genere di piante è originario prevalentemente delle foreste tropicali e subtropicali, dove la vegetazione è talmente fitta da impedire alla luce del sole di raggiungere lo strato più basso del suolo; per questo motivo gli alberi tendono a crescere in altezza e con loro anche le epifite che si arrampicano su di essi.

Le piante epifite si attaccano alla pianta ospite grazie alle radici, e riescono a creare loro habitat molto particolare che però permette loro di vivere, anche perché sono in grado di assorbire l’acqua piovana.

L’orchidea brassia, ovvero l’orchidea “ragno”

orchidea brassia

L’orchidea brassia è una specie di orchidea epifita originaria dell’America meridionale caratterizzata da grandi fiori profumati preceduti da lunghe spighe. I sepali di questa pianta sono molto lunghi e sottili, tanto da far guadagnare a questa pianta il nome di orchidea “ragno”.

Le orchidee brassia hanno bisogno di molta luce, anche diretta, purché non nei momenti più caldi della giornata; queste piante non sopportano il freddo e quindi d’inverno vanno tenute all’interno pur mantenendo sempre la giusta luminosità, magari posizionandole vicino a una finestra ma lontano da fonti di calore. In estate devono essere tenute all’esterno, in un luogo con un buon ricambio d’aria e non troppo caldo.

La divisione del rizoma

dividere i rizomi

Il rizoma è una modificazione del fusto di una pianta che appare ingrossato e sotterraneo, con una funzione di riserva, soprattutto di amido; le principali piante che possiedono il rizoma sono diverse specie di felci e di piante acquatiche.

In alcune piante, ovvero in quelle appartenenti all’ordine delle Angiosperme, di cui fanno parte molte piante da vaso, il rizoma serve anche per la moltiplicazione, essendo dotato, infatti, di gemme che permettono lo sviluppo di una nuova pianta. La tecnica colturale che permette la propagazione di una pianta tramite il rizoma, si chiama moltiplicazione per divisione del rizoma.

Piante da appartamento: l’Asparagina

asparagina

L’Asparagus setaceus, meglio conosciuta come asparagina, è una pianta appartenente alla famiglia delle Liliacee originaria dell’Africa meridionale; di solito l’asparagina viene coltivata per la bellezza delle foglie, ma alcune specie sono ricercate anche per i germogli commestibili. Questa pianta è caratterizzata dal fogliame perenne e dall’aspetto leggero e delicato pur sviluppandosi a cespuglio; i fusti sono molto sottili, e in condizioni ottimali possono raggiungere anche i 3 metri di altezza.

L’asparagina è una pianta di facile coltivazione, che si sviluppa perfettamente anche in appartamento. Nel caso in cui si renda necessario il rinvaso, esso dovrà essere effettuato in primavera previa eliminazione dei fusti morti o appassiti; la luce deve essere sempre indiretta e filtrata. La temperatura ideale nella quale l’asparagina si sviluppa al meglio è di 15°C, e durante la stagione fredda non deve mai scendere al sotto dei 7°C.

Per quanto riguarda l’irrigazione, essa deve essere frequente in primavera e in estate, e se il caldo è particolarmente intenso deve essere annaffiata anche due volte al giorno, inoltre, le foglie vanno regolarmente vaporizzate d’acqua; in inverno le annaffiature devono essere ridotte.

La malattia delle bolle fogliari

bolle fogliari

La malattia delle bolle fogliari è una patologia che colpisce soprattutto il pesco, ma anche altre specie appartenenti al genere Prunus come il mandorlo, all’inizio della primavera, soprattutto in condizioni di umidità. La malattia è generata da un fungo, il microscopico Taphrina deformans, che provoca ispessimento delle foglie e comparsa di grosse bolle dal caratteristico colore rosso; purtroppo, le foglie colpite dall’azione del fungo non sopravvivono a lungo e finiscono col seccarsi e cadere subito dopo.

Può succedere che le deformazioni delle foglie colpite da bolle possano essere confuse con gli attacchi degli afidi, che talvolta producono effetti simili; per riconoscere la malattia delle bolle basta passare le foglie al tatto, in quanto diventano carnose se colpite dalla Taphrina deformans; inoltre in caso di attacco degli afidi è possibile osservare la presenza degli insetti stessi sulla pagina inferiore della foglia.

Giardinaggio e ortomania: è boom in Italia e nel mondo

orto sul terrazzo

Le stime della Coldiretti parlano chiaro: quattro italiani su dieci con l’arrivo della primavera hanno iniziati a dedicarsi al giardinaggio, sia negli orti che nei terrazzi. Il fenomeno della coltivazione fai da te è in netto aumento: ben il 37% degli italiani dedica il proprio tempo libero alla cura dell’orto e al giardinaggio.

Secondo i dati della Coldiretti, il giardinaggio è un hobby che coinvolge in egual numero sia uomini che donne e che piace anche ai giovani: basti pensare che più di uno su quattro degli intervistati ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, anche se l’interesse massimo viene dimostrato dagli over 65.

Il vero nuovo trend è che il giardinaggio o la coltivazione dell’orto non è più praticato solo da chi dispone di un ampio spazio in campagna, ma anche da chi possiede un semplicemente un terrazzo; infatti nei vivai sono disponibili moltissime piante adatte alla creazione di un orto e perfette per essere coltivate in vaso, come certe specie di peperoncini piccanti o legumi di piccole dimensioni. Sempre secondo la Coldiretti le piante più coltivate sono le insalate perché sono molto semplici da curare, i semi costano poco e garantiscono un primo raccolto dopo solo 40 giorni, seguono i pomodori e le cipolle.

Piante da appartamento: la Guzmania lingulata

guzmania

La Guzmania lingulata è una pianta epifita appartenente alla famiglia delle Bromeliacee, originaria della giungla dell’India orientale e delle regioni nordoccidentali dell’America meridionale. Le piante epifite sono quelle che nel loro ambiente naturale vivono su altre piante, in genere gli alberi.

La Guzmania possiede foglie verdi e coriacee che crescono a rosetta creando una specie di coppa che serve per la raccolta dell’acqua; la parte centrale è formata da brattee che diventano rosse durante il periodo della fioritura di piccoli fiori color crema; questa infiorescenza misura circa 60 centimetri e appare in estate. Dopo la fioritura la pianta muore, ma dai germogli laterali della base nascono nuove piante.

La Cananga odorata, ovvero lo Ylang ylang

ylang ylang

La Cananga odorata, meglio conosciuta come Ylang ylang, è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Annonaceae, originario dell’Indonesia ma diffuso anche in Australia; l’albero dello Ylang ylang possiede il fusto eretto e piuttosto ramificato, grandi foglie di colore verde scuro dalla forma lanceolata.

In primavera e in autunno produce dei fiori riuniti in piccoli grappoli, dalla forma pendula e dal colore verdognolo o giallastro; questi fiori hanno un profumo molto intenso tanto che vengono ampiamente utilizzati nell’industria cosmetica per la fabbricazione dei profumi, e in erboristeria sotto forma di olio essenziale.

Cure di fine inverno: il rinvaso

rinvasare

Un’operazione molto importante per la salute delle piante da effettuare in questo periodo è il rinvaso, ovvero la sostituzione dei contenitori delle piante con vasi di dimensioni più grandi. Per rendersi conto del fatto che le piante si sentono strette nei loro contenitori basta osservare se le radici fuoriescono dal foro di drenaggio del vaso.

Il momento migliore per rinvasare è l’inizio della primavera, cioè quando le piante ricominciano a crescere, e questa regola vale sia per le piante da esterno che per quelle da interno; è opportuno evitare il rinvaso della pianta quando si trova in riposo vegetativo, perché il nuovo terreno non verrebbe immediatamente esplorato, con il rischio di provocare ristagni di umidità che porterebbero ad un pericoloso marciume radicale.

Un altro momento in cui non è consigliabile procedere al rinvaso è quando la pianta è in fase di fruttificazione o di fioritura, perché questi processi potrebbero interrompersi.

Piante da appartamento: la curcuma alismatifolia

curcuma

La Curcuma alismatifolia è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae originario dell’India; è una pianta contraddistinta da lunghe foglie lanceolate, lucide e di colore verde chiaro; in estate sbocciano dei grandi fiori di colore rosa. La caratteristica principale della curcuma è lo sviluppo di rizomi carnosi che vengono essiccati e triturati per essere utilizzati come spezia o come colorante.

La curcuma è una pianta che da noi viene coltivata soprattutto come pianta da appartamento, e avendo origini tropicali, gradisce temperature minime superiori ai 12 o 15°C anche in inverno, e posizioni luminose ma non esposte direttamente ai raggi del sole.

Come essiccare i fiori

come essiccare fiori

Un’arte legata a quella del giardinaggio è quella di essiccare i fiori; sì, abbiamo usato volontariamente la parola arte perché essiccare i fiori e ricavarne una composizione richiede un procedimento particolare: non basta certo lasciarli senz’acqua per qualche giorno! Non tutti i fiori sono adatti ad essere essiccati, ad esempio quelli con i petali carnosi, come i tulipani, non vanno bene perché hanno troppa acqua da smaltire; inoltre, a differenza di quello che si può pensare, i fiori che vogliamo essiccare devono essere il più freschi possibile.

Una volta che vi sarete procurati i fiori da essiccare, togliete le foglie dagli steli e appendeteli a testa in giù in un luogo poco luminoso ma con un buon ricambio d’aria, in modo da evitare l’umidità che rovinerebbe il processo. Importante è il tempo di essiccazione, infatti ogni fiore ha il suo; ad esempio alle graminacee basterà una settimana, mentre alle cucurbitacee serviranno anche tre mesi prima di essere secche completamente.

Come fabbricare un fertilizzante a base di piante selvatiche

fertilizzanti naturali

Con l’arrivo della primavera, qualche volta le colture hanno bisogno di risvegliarsi dai torpori invernali; una buona idea per affrontare al meglio questo periodo è quella di fabbricarsi da soli i fertilizzanti usando come ingrediente principale alcune delle erbacce considerate di solito “materiale di scarto” del giardino, come le piante selvatiche, le ortiche, le felci e il tarassaco. 

Questi fertilizzanti sono di facile preparazioni, assolutamente naturali, e quindi non danneggiano le piante, e anche piuttosto economici. I fertilizzanti naturali devono essere utilizzati per stimolare l’attività del suolo e restituirgli vigore; inoltre sono in grado di far penetrare gli elementi nutritivi al di sotto delle foglie.

Eugenia caryophyllata, ovvero l’albero dei chiodi di garofano

Eugenia caryophyllata

L’Eugenia caryophyllata, è un albero di medie dimensioni sempreverde, appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originario delle isole Molucche e coltivato in Africa, Asia e America Meridionale, per utilizzarne la spezie prodotta dai suoi boccioli floreali, ossia i chiodi di garofano, che vengono raccolti ancora ben chiusi e seccati al sole.

L’albero dell’Eugenia caryophyllata, chiamata anche Syzygium aromaticum, possiede un portamento eretto, una chioma tondeggiante con grandi foglie di colore verde molto lucide; i fiori sono raccolti in corimbi ad ombrello, e da un lungo calice rosso sboccia un fiore bianco dall’aspetto piumoso; dopo i fiori compaiono delle piccole bacche rossastre.