Il prato pronto in zolle

prato in zolle

Per realizzare un prato si può ricorrere a due metodi: la semina e la posa di zolle erbose già pronte acquistate in vivai specializzati; quest’ultimo sistema, importato dagli Stati Uniti, si sta diffondendo rapidamente anche in Italia sia per la realizzazione di prati ornamentali, che per la realizzazione di prati sportivi. Questo perchè il prato in zolle è facilissimo da impiantare ed ha il pregio di garantire una copertura immediata, a differenza di quanto accade quando il prato è tradizionalmente ottenuto per semina; bastano infatti poche settimane perchè il manto erboso si stabilizzi.

Una volte acquistate le zolle di erba devono essere messe in posa nel più breve tempo possibile (al massimo 36 ore dopo); al momento dell’acquisto dovrete quindi avere già provveduto alla preparazione del terreno, che dovrà essere misto di terra e sabbia, umido e ricco di sostanza organica. Ciascuna zolla andrà stabilizzata esercitando una leggera pressione in modo da favorire l’adesione delle radici al terreno. Una volta terminata la posa dovrete procedere a una leggera rullatura e solo dopo colmare il distacco tra una zolla e l’altra con un miscuglio di sabbia e torba. Quindi ricordate di irrigare regolarmente nei dieci-quindici giorni successivi.

Le erbe aromatiche di Febbraio (prima parte)

erbe aromatiche

ERBA GERARDA
(Aego podium Podagraria)

Si tratta di una decorativa specie erbacea perenne, alta da 40 cm a 1 m, che vegeta rigogliosa nelle vallette alpine ombrose e fresche. I suoi fiori sono molto larghi, a ombrella, di colore bianco e rosa. Il foglia­me e i semi emanano un caratteristico aro­ma amaro.

Si coltiva in ombra e in terreno umido, se­minando alla fine inverno o dividendo i cespi in autunno o in primavera.

Serve come pianta decorativa per bordo mi­sto, oppure si utilizza come specie aromati­ca in sostituzione del sambuco. Infatti, la gerarda è nota anche come « sambuchella ».

Alchemilla vulgaris, utile e decorativa

alchemilla

L’Alchemilla Vulgaris è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee ed originaria dell’Europa centrale ed occidentale, dova fa bella mostra di sé soprattutto nei boschi e nei prati di montagna.

E’ caratterizzata da un fusto eretto e da foglie palmate e dentate, che presentano dai 7 agli 11 lobi, donando alla foglia stessa l’aspetto di un ventaglio. I fiori sono molto piccoli, riuniti in mazzetti e fanno la propria comparsa nel periodo che va da maggio a settembre.

Generalmente l’Alchemilla vulgaris cresce alla stato spontaneo, ma ciò non significa che non venga coltivata nei giardini a scopo ornamentale (ottimo l’utilizzo in bordure, aiuole, giardini rocciosi) o a scopo officinale, viste le tante proprietà contenute nelle sue foglie.

Piante da appartamento: la Gloxinia

gloxinia

La Sinningia speciosa, meglio conosciuta come Gloxinia, è una pianta appartenente alla famiglia delle Gesneriacee ed originaria del continente americano. E’ caratterizzata da foglie ovali molto grandi, dal colore verde nella pagina superiore e rosato in quella inferiore e da fiori vellutati a forma campanulare, che possono assumere i colori più disparati (dal bianco al rosa, dal viola all’azzurro).

Per poter regalare il meglio della sua bellezza ha bisogno di parecchie ore di luce (anche 12-14 al giorno) ed è per questo che ha volte per vederla fiorire è necessario aiutarsi con delle lampade, che le assicurino la giusta dose di luminosità. In mancanza di luce artificiale, invece, il periodo della fioritura si limiterà ai mesi compresi tra maggio e settembre, quando le giornate tendono ad allungarsi.

La Gloxinia predilige la coltivazione in luogo riparato, preferibilmente all’interno delle pareti domestiche, chiedendo poi delle semplici cure per mantenere a lungo la sua bellezza. Come coltivarla dunque?

Piante medicinali: Assenzio, la magia della verde fata

assenzio

L’assenzio presenta un fusto eretto, solcato da scanalature. Le foglie bi-tripennate sono di colore verdastro nella pagina superiore e bianco argentate nella pagina inferiore. I fiori sono gialli, riuniti in piccoli capolini e contenuti in un involucro verde-biancastro. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiunger il metro d’altezza.

L’assenzio è una pianta spontanea diffusa dal mare alla montagna, cresce lungo i bordi di strade e sentieri, nei luoghi incolti. Molto frequente in Italia.

Dell‘assenzio, si utilizzano le sommità fiorite e le foglie fatte essiccare in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: si eviti l’uso prolungato d’assenzio. L’abuso è causa di gravi disturbi. L’essenza d’assenzio è un veleno.

La fotosintesi clorofilliana

fotosintesi clorofilliana

Qualche giorno fa, nel post dedicato alle foglie, vi abbiamo detto che la loro funzione principale è quella di realizzare la fotosintesi clorofilliana, necessaria per produrre ossigeno. Sicuramente avrete sentito parlare di questo processo così importante per la vita nel pianeta, ma se gli ultimi ricordi risalgono alla scuola, vediamo, insieme brevemente, in cosa consiste la fotosintesi clorofilliana.

Le piante producono il loro nutrimento prendendo l’energia emessa dal sole, grazie proprio alle foglie, che riescono ad assorbirla grazie ad una sostanza di cui sono provviste che permette di “catturare” le radiazioni solari; questa sostanza è un pigmento di colore verde chiamato clorofilla. La clorofilla è concentrata in alcun corpiccioli detti cloroplasti che la producono se ricevono la giusta quantità di luce: non a caso le piante devono essere esposte alla luce, e se ciò non avviene perdono il loro colore verde.

Edelweiss, la Stella alpina

stella alpina

Se abitate in una zona a clima rigido, dove la maggior parte delle piante non riesce a sopravvivere nemmeno nel periodo estivo, potete puntare tranquillamente sulla coltivazione della Stella alpina (Edelweiss o Fior di roccia), un meraviglioso fiore tipico delle zone montane, dove cresce e prolifera per lo più allo stato spontaneo.

E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Composite ed originaria dell’Europa e dell’Asia, che ha conosciuto periodi di grande disagio a causa della raccolta sconsiderata da parte degli escursionisti della montagna. Da qualche tempo, però, è stata inserita nella lista delle specie protette e da allora la sua bellezza è tornata a risplendere nelle zone a clima rigido, facendo bella mostra di sé tra le rocce e nei prati.

Come detto, la Stella alpina cresce allo stato spontaneo, ma forse non tutti sanno che può essere anche coltivata nei giardini rocciosi, purché se ne rispettino le esigenze di luce e temperatura. Come fare, dunque, per ammirare la crescita di questo splendido e caratteristico fiore nel nostro giardino?

Lupino, lo snack più amato e conoscito dai palermitani, è un fiore bellissimo

lupinus

II nome scientifico di queste piante, ossia Lupinus, potrebbe derivare dal latino lupus, ma con ogni probabilità esso proviene dal greco lype, amaro, a indicare il sapore acre dei semi crudi, sapore che diviene invece piuttosto gradevole allorché i lupini vengono cotti o tostati.

Molti scrittori antichi, fra cui Columella e Plinio, hanno parlato del lupino, che ha sempre destato molta curiosità per una strana caratteristica; infatti, le foglie di questa pianta hanno la proprietà di seguire il corso del sole spostandosi sul proprio asse, proprio come farebbe un orologio vegetale.

Gli stupendi, svariati colori dei fiori di lupino lo pongono ai primi posti nella graduatoria delle piante decorative per giardino, purché in clima caratterizzato da frequenti piogge estive e da terreno sabbioso siliceo. Con i lupini si possono realizzare ricche e alte bordure, gruppi, macchie e compatte aiuole da sistemare fra l’una e l’altra zona del giardino a guisa di divisorio.

Non bisogna illudersi che la coltivazione dei lupini sia semplice, tuttavia con un po’ di buona volontà si possono ottenere risultati soddisfacenti.

Tecniche di moltiplicazione: la divisione per polloni basali

divisione polloni basali

Una tecnica di moltiplicazione molto usata, soprattutto per la riproduzione delle piante grasse, è la divisione per polloni basali, un metodo molto semplice e con ottime probabilità di attecchimento; può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, anche se la primavera è il momento migliore. Con la divisione per polloni si ottengono piante uguali a quella madre, ovvero con lo stesso patrimonio genetico.

Prima di spiegarvi la tecnica per effettuare la divisione, vediamo di capire cosa sono i polloni; in botanica, il pollone è la parte della pianta che, sotto forma di ramo, si sviluppa direttamente sul tronco, sulla radice o ai piedi dell’albero. I polloni si possono formare anche dalle cicatrici di un ramo tagliato, e, in questo caso, vengono usati per effettuare delle talee.

Molto spesso i polloni emettono delle radici proprie quando sono ancora attaccati alla pianta madre, e questo è utile per velocizzare di più la moltiplicazione. Se i polloni sono attaccati saldamente alla pianta madre, bisognerà tagliarli alla base e attendere che si cicatrizzino per circa quindici giorni in modo da evitare marciumi.

Erbacce, come eliminarle dal prato

eliminare le erbacce

Le piante infestanti, alle quali ci si riferisce comunemente con il nome di erbacce o malerbe, sono la croce di qualunque giardiniere principiante o provetto che sia; si tratta infatti di piante che non hanno alcuna funzione utile e che fanno la propria comparsa disturbando l’armonia di piante e manti erbosi alle quali sottraggono per altro sostanze nutritive.

Seppure non esista un elenco completo delle piante infestanti, queste possono essere suddivise in due gruppi principali:

  • Dicotiledoni
  • Monocotiledoni

Fanno parte del gruppo dei dicotiledoni piante perenni a foglia larga quali Bellis perennis, Ranunculus repens, Rumex acetosella, Plantago major, Veronica filiformis, Cirsium arvense ecc. Appartengono invece al gruppo dei monocotiledoni Graminaceae annuali e perenni quali Digitaria sanguinalis, Poa annua, Setaria glauca, Panicus crus-galli ecc.

Aiuola e bordura, la scelta delle piante

aiuola

Sapevate che esiste una differenza tra aiuola e bordura? I due termini infatti vengono spesso usati come sinonimi, ma in realtà mentre l’aiuola rappresenta una striscia di terreno delimitata destinata alla coltivazione di piante e fiori, la bordura è invece costituita da un gruppo di piante che seguono un margine e segnano così un confine. Potremmo dire quindi che mentre l’aiuola ha una funzione meramente decorativa ed è destinata ad accogliere nella propria superficie piante di volta in volta diverse, la bordura funge in qualche modo da elemento architettonico ed ha quindi carattere permenente.

Aiuola e bordura, come scegliere le piante

Ne consegue che la scelta delle piante per il giardino dovrà essere fatta tenendo conto anche della loro destinazione: le piante da aiuola ad esempio sono in genere annuali, devono essere resistenti alle intemperie, oltre che molto belle e vistose e, naturalmente avere lo stesso periodo di fioritura (ad esempio Pelargonium, Fucsia, Tagetes a fiore piccolo, Petunia). Per le piante da bordura invece la scelta ricade in genere su piante perenni con una maggiore rusticità, oppure su arbusti compatti e persino succulente.

Solidago, la Verga d’oro

solidago

Per regalare un tocco di giallo al nostro giardino, può essere utile la coltivazione della cosiddetta Verga d’oro, conosciuta con il nome botanico di Solidago virga aurea. E’ una pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Composite ed originaria dell’Europa e dell’America, tipica delle zone a clima relativamente temperato.

Presenta un fusto eretto lungo fino ad ottanta centimetri, con foglie lanceolate e leggermente dentate e fiori gialli riuniti in pannocchie, che rallegrano l’ambiente circostante da luglio ad ottobre.

La Solidago cresce spontaneamente nei prati e nelle zone boschive, ma può anche essere coltivata con estrema facilità per arredare bordure ed aiuole, dove mostrerà il meglio di sé con poche e semplici cure. Quali?

Il genere Lobivia

Lobivia

Al genere Lobivia appartengono circa cento piante facenti parte della famiglia delle Cactacee; il nome di queste piante è l’anagramma di Bolivia, ovvero il paese nel quale sono maggiormente diffuse, anche se molte sottospecie sono coltivate in tutta l’America Latina e Centrale. Le Lobivia sono piante succulente di forma cilindrica o sferica, dalla struttura costonata e spinosa; se vengono messe a riposo durante l’inverno in un luogo fresco e asciutto producono grandi fiori colorati.

Le piante del genere Lobivia non sopportano le temperature inferiori ai 4°C. Le Lobivia vanno innaffiate regolarmente in estate, mentre d’inverno non è necessario bagnarle; queste succulente si riproducono per seme in primavera, e poi contestualmente, possono essere moltiplicate per polloni.

Fortunella japonica, ovvero il Mandarino giapponese

fortunella japonica

Volete avere il piacere di coltivare un albero da frutto, pur abitando in una casa senza giardino? E allora la soluzione ideale per voi può essere rappresentata dalla Fortunella japonica, meglio conosciuta come Mandarino giapponese o Kumquat.

Si tratta di una pianta a forma di cespuglio o di piccolo albero che, coltivata in vaso, non raggiunge dimensioni considerevoli ed è quindi adatta anche alla collocazione in casa o in balcone.

Appartiene alla famiglia delle Rutacee ed è originaria della Cina e del Giappone, da dove poi poi ha trovato larga diffusione in tutte le zone temperate del pianeta, per via della sua straordinaria bellezza a livello estetico.