Come prolungare la freschezza dei fiori recisi

fiori recisi

Ricevere in dono un bel mazzo di fiori fa sempre piacere, peccato, però, che dopo qualche giorno perda inevitabilmente la sua bellezza; i tentativi per prolungare la freschezza dei fiori recisi sono da sempre stati numerosi, ma spesso poco fruttuosi: del resto, recidere un fiore significa dividerlo dall’organismo che lo nutre.

Esistono alcuni piccoli accorgimenti per ritardare il deperimento dei fiori recisi, di certo non si possono ottenere miracoli ma un piccolo miglioramento nella salute e nell’aspetto dei fiori sì, quindi vediamo quali sono.

Il bosso, la pianta perfetta per l’arte topiaria

bosso

Il Buxus sempervirens, meglio conosciuto come bosso o bossolo, è una pianta di origini antiche, molto conosciuta per essere una specie che si presta bene all’arte topiaria, e quindi ad essere sagomata per creare delle siepi dalle forme geometriche. Il bosso, che appartiene alla famiglia delle Buxaceae, cresce spontaneamente in Italia, soprattutto nelle zone aride, calcaree e rocciose.

Dal punto di vista fisico, il bosso si presenta come un arbusto sempreverde di altezza compresa tra i 2 e i 4 metri, dalla chioma folta, il fusto molto tortuoso e dal caratteristico odore. Il bosso è una pianta rustica, molto resistente al freddo, in grado di attecchire in qualsiasi giardino, a patto di avere un terreno fertile e ben drenato.

L’arte topiaria

arte topiaria

L’arte topiaria consiste nel potare le piante ornamentali con  lo scopo di dare loro una certa forma, geometrica o di altro tipo, come se fossero sculture. Con questo lavoro le piante possono assumere sembianze di animali, di persone o di cose, e ciò è possibile grazie ad un’abile potatura effettuata con gli attrezzi giusti e con una certa abilità ed esperienza nel maneggiarli.

Le origini di quest’arte risalgono all’espressione latina “topiarium tacere”, ossia “fare il giardiniere”, non a caso le prime testimonianze risalgono a riferimenti fatti da Plinio il Vecchio sul periodo dell’Imperatore Augusto. Le prime realizzazioni che si conoscono storicamente risalgono al I secolo d.C., quando era un’usanza abbastanza comune abbellire i giardini delle case delle classi nobili con delle sculture vegetali.

Le piante che si prestano meglio a questo tipo di lavoro sono quelle ben radicate e soprattutto sane. Per chi ha poco spazio e quindi deve utilizzare le piante in vaso quelle migliori sono le sempreverdi a crescita contenuta, come il bosso, il ligustro e l’alloro; per chi, invece, ha un ampio spazio a disposizione vanno bene, oltre alle piante giù menzionate, anche il tasso e l’agrifoglio.

Piante da esterno: il Doronico

doronico

Il Doronico (Doronicum) è una pianta erbacea originaria dell’Europa appartenente alla famiglia delle Asteraceae, caratterizzata dalla formazione di grandi cespugli con foglie di colore verde scuro, che in primavera forma un singolo fiore per fusto a forma di margherita di colore giallo scuro. Il doronico è una pianta adatta ai giardini rocciosi ma soprattutto per le bordure.

L’esposizione migliore per queste piante è quella soleggiata, anche se riescono a svilupparsi pure in mezz’ombra con il rischio, però, di non ottenere una fioritura ottimale; sempre per favorire la fioritura e per allungarla, è bene asportare i fiori appassiti. Queste piante non temono il freddo anche se la parte aerea tende a seccarsi durante l’inverno.

Lavori di maggio: le cure al ligustro

ligustro

Il ligustro è un genere che comprende circa 50 specie di arbusti di differenti forme e colori, ed è una pianta molto utilizzata per realizzare le siepi. Maggio è il mese giusto per prendersene cura e, in particolare, per potarlo e metterlo a dimora, vediamo come fare.

La prima potatura delle siepi di ligustro può essere fatta tranquillamente a maggio, mentre i successivi interventi dovranno essere effettuati appena la vegetazione crescerà fuori della sagoma della siepe. La potatura deve essere fatta con le cesoie ben affilate, in quanto il taglio deve essere netto e preciso. Non appena avrete potato la pianta e l’avrete liberata dai rami caduti a terra, stendete ai piedi di essa del concime minerale complesso e integratelo al terreno zappando leggermente; quando avete finito, procedete con l’irrigazione.

Il genere Dahlia

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Con il termine Dahlia si indica un genere di piante originarie del Messico appartenenti alla famiglia delle Asteraceae; il nome di queste genere si deve ad Anders Dahl, importante botanico svedese; queste piante sono arrivate in Europa perché i loro tuberi venivano considerati commestibili, ma ben presto i coltivatori si interessarono ai loro fiori e alle differenti varietà esistenti.

Il genere Dahlia comprende circa 12 specie con molti ibridi e varietà; possiedono radici tubeiformi e oblunghe, il fusto eretto, le foglie grandi e i fiori che possono essere molto semplici oppure estremamente decorativi di colore e forma variabile; queste piante possono raggiungere altezze che variano dai 20 centimetri ai 2 metri. Proprio per la loro fioritura coreografica vengono utilizzate come piante ornamentali sia nei giardini che nei terrazzi, ma anche come fiori recisi.

Le Dahlia vengono divise in gruppi in base ad alcuni parametri standard, ovvero la taglia, la conformazione del capolino, cioè dell’infiorescenza e la quantità dei giri di ligule; le varietà maggiormente diffuse e coltivate sono la Dahlia variabilis e la Dahlia juarezi.

Il mal del piombo

mal del piombo

Il mal del piombo è una malattia delle piante che deve il suo nome alla colorazione che prendono le foglie che vengono colpite, le quali divengono di un colore grigio-argento. Questa malattia colpisce soprattutto le piante da frutto, in particolar modo il pesco, ma può attaccare anche diverse specie ornamentali.

Il mal del piombo si manifesta nei mesi estivi, in quando è dovuto sia da agenti parassitari, soprattutto dagli acari, ma anche dall’eccessiva esposizione ai raggi solari e alle elevate temperature. Se la causa del mal del piombo sono gli acari, è possibile intervenire con gli appositi acaricidi.

Il genere Phlox

phlox

Il genere Phlox comprende 66 specie di piante erbacee annuali e perenni appartenenti alla famiglia delle Polemoniaceae, originarie del Nord America; le dimensioni variano a seconda della specie: ad esempio, quelle con portamento strisciante e di piccola taglia non superano i 15 centimetri di altezza, mentre ce ne sono alcune che raggiungono il metro e mezzo.

Tutte queste specie hanno in comune il fatto di produrre fiori a stella, riuniti in pannocchie oppure isolati, ma pur sempre abbondanti, che possono essere di diversi colori, tutti molto vivaci; sono variabili anche il periodo di fioritura, ma generalmente va da aprile ad agosto e, in alcuni casi, anche fino ad ottobre.

Le piante del genere Phlox si prestano a diversi utilizzi: quelle con portamento strisciante sono adatte per i giardini rocciosi o ai bordi dei sentieri, le specie che si sviluppano in altezza sono perfette per le aiuole, mentre quelle di taglia media che hanno una fioritura abbondante vanno benne per i balconi.

Piante aromatiche: lo zenzero

zenzero

Lo zenzero, il cui nome scientifico è Zingiber officinalis, è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia, appartenente alla famiglia delle  Zingiberaceae, che attualmente viene coltivata in tutti i paesi tropicali; lo zenzero è conosciuto fin dall’antichità come pianta medicinale e terapeutica. È provvisto di un grande rizoma aromatico, fusti eretti con due file di foglie lanceolate e spighe di fiori giallo-verdastri.

Lo Zingiber officinale può essere consumato anche in casa, procurandosi una radice fresca da sistemare in un vaso di coccio largo e profondo, ricoprendola con del terriccio universale; le annaffiature devono essere regolari e da effettuare appena il terreno appare secco, facendo attenzione a non provocare dei ristagni nel sottovaso, per evitare la formazione di marciumi radicali. La pianta va esposta in una zona soleggiata ma non esposta direttamente alla luce del sole; se intendete usarla come spezia, fate attenzione a non usare concimi e fertilizzanti chimici.

La parte della pianta che contiene i principi attivi è il rizoma, dal quale si ricavano olio essenziale, resine e mucillaggini, che lo rendono così usato come spezia; il rizoma può essere consumato essiccato, polverizzato o anche fresco, tagliato in piccole fette.

Le piante rizomatose

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Le piante rizomatose sono quelle che presentano il rizoma, ovvero una modificazione del fusto con funzione di riserva; la parola rizoma proviene da “rizo”, che significa “radice” e dal suffisso “oma”, ovvero “rigonfiamento”. Questo in grossamente in genere possiede un decorso orizzontale ed è interrato.

Tra le piante rizomatose si segnalano molte specie di felci, diverse piante acquatiche, come le ninfee, ma anche altri tipi di piante, come l’iris, il mughetto, lo zenzero e l’asparago. Proprio nell’iris, ma anche in diversi tipi di specie vegetali, il rizoma è ricco di tessuti parenchimatici di riserva che conservano amido. In alcune specie come le Angiosperme, serve anche per la riproduzione, in quanto è dotato di gemme che permettono lo sviluppo di nuovi esemplari; per questo, una tecnica di moltiplicazione vegetativa molto usata, è proprio la divisione dei rizomi.

Giardino acquatico: i lavori del mese di maggio

lavori giardino acquatico

Anche il giardino acquatico, che sia un laghetto o un piccolo stagno, per conservare il proprio equilibrio biologico, oltre che per mantenere un aspetto gradevole, ha bisogno di essere sottoposto a periodiche operazioni di manutenzione; in particolare, maggio è il periodo giusto per dividere le ninfee in modo da ottenere nuove piante: ecco come fare.

La profondità dell’acqua necessaria per le ninfee dipende dalle dimensioni raggiunte dalla pianta, ma, in linea di massima, varia da mezzo metro a tre metri; dopo aver estratto le piantine dall’acqua dividete i rizomi lasciando una gemma in ogni pezzetto tagliato.

Se il sul fondale del laghetto c’è il terreno, piantate i rizomi direttamente sul fondo, altrimenti inserite le piantine in un contenitore di grandi dimensioni da porre in profondità, ovviamente dopo averlo riempito di terriccio da giardino e aver coperto il rizoma con un po’ di terra. Se nel laghetto sono presenti dei pesci di grandi dimensioni, proteggete la ninfea appena divisa stendendo sopra al terriccio uno strato di sabbia di circa 2 centimetri.

Come usare il diserbante termico

diserbante termico

Sempre più spesso, per eliminare le erbacce dai vialetti o dai giardini viene utilizzato il diserbante termico, un apparecchio che funziona con una bombola di gas butano, e che quindi distrugge le erbacce tramite il vapore; questo apparecchio è alimentato da una bombola a gas che si trasporta a mano oppure trascinandola su di un supporto dotato di rotelle.

Il diserbante termico può essere usato dappertutto ma è particolarmente utile nei luoghi in cui il sarchietto non basta, ovvero nelle scanalature del pavimento, ai piedi dei muri e nei punti difficili da raggiungere. Usare il diserbante termico è molto semplice; va avvicinata la punta alla zona da trattare in modo che la fiamma si trovi a circa dieci centimetri dalla pianta che si vuole eliminare e estenderla a tutta la zona in questione.

Amelanchier rotundifolia, ovvero il Pero corvino

pero corvino

L’Amelanchier rotundifolia, meglio conosciuto come pero corvino, è un arbusto caduco da frutto e da fiore appartenente alla famiglia delle Rosaceae originario dell’America e dell’Europa meridionale.

Il pero corvino possiede foglie di forma ovale e di colore verde opaco, il tronco sottile e la corteccia scura e liscia. All’inizio della primavera spuntano dei fiori bianchi molto profumati e decorativi; in estate produce delle bacche rosse e commestibili, che contengono 4 o 5 semi.

Piante acquatiche: la Cardamine lyrata

Cardamine lyrata

La Cardamine lyrata è una pianta acquatica appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, originaria dell’Asia. Meglio conosciuta come dentaria a nove foglie, questa pianta è una sempreverde che forma abbondanti cespi composti da fusti sottili e allungati di colore verde che presentano molte foglie.

La pianta può svilupparsi sia totalmente immersa nell’acqua che fuori da essa; se si sviluppa sommersa, assume una colorazione verde chiaro, se invece si estende fuori dall’acqua appare di colore verde più scuro. In primavera produce dei piccoli fiori di colore bianco. Le Cardamine sono piante molto utilizzate anche come vegetazione degli acquari.