Piante da appartamento: il Ficus triangularis

ficus triangularis

Cercate una pianta stravagante e simpatica per abbellire l’interno della vostra casa? E allora potete provare a procuravi un Ficus triangularis, nella speranza che siate così fortunati da reperirla nel vostro vivaio di fiducia.

Si tratta infatti di una pianta non molto comune alle nostre latitudini, tanto che spesso la sua diffusione è affidata alle sapienti mani degli esperti di talee, che si prodigano nel creare nuove piantine da impiantare poi nel periodo primaverile. Un’operazione questa non sempre facile, visto che le talee di Ficus triangularis non sempre attecchiscono al primo colpo ed è necessario dunque ripetere l’operazione o preparare sin da subito numerose talee da porre a dimora.

Questo non significa certo che nel Belpaese non vi siano magnifici esemplari di Ficus triangularis, ma solo che, come detto, non è una pianta così diffusa come altre varietà della stessa specie.

Idrocoltura, le prime norme da seguire per praticarla con successo

idrocoltura

Tutte le specie da appartamento, in genere, si prestano alla coltura idroponica, comprese le «piante grasse» (anche se questo può sembrare un controsenso, poiché queste spe­cie desiderano poca acqua); coltivate in ac­qua, si «abituano» ad assorbire soltanto il liquido di cui hanno bisogno per vivere.

Tut­tavia, vi sono specie che offrono maggiori garanzie di successo: coleo, papiro, dieffenbachia, dracena, edera, felci, ficus, filoden­dro, peperomia, pilea, potos, sansevieria, singonio, spatifillo, tetrastigma, tradescanzia.

In genere, è consigliabile scegliere esemplari giovani per iniziare la coltura idroponica, perché è più facile che queste piante supe­rino, senza risentire danno, il necessario pe­riodo di adattamento.

Questa fase critica dura circa un mese, du­rante il quale si verifica la caduta delle nor­mali radici terrestri e la formazione di spe­ciali radici «acquatiche», bianche e carnose, che servono appunto al rapido assorbimento delle sostanze nutritive contenute nell’acqua del vaso.

Per praticare l’idrocoltura devono essere seguite con cura, se si vuole avere successo, delle norme che inizieremo a vedere in questo articolo e che continuerò ad illustrarvi negli articoli della prossima settimana.

 

Coleus, la bellezza delle foglie

coleus

Tra le tante piante che regalano un magnifico spettacolo dal punto di vista estetico, merita particolare attenzione il Coleus (Coleus blumei), appartenente alla famiglia delle Labiatee ed originario delle zone temperate di Asia ed Africa.

Alla fioritura piuttosto insignificante fa da contraltare un fogliame dalle magnifiche colorazioni che vanno dal rosso all’arancio, dal giallo al verde, dal bianco al blu, a seconda della specie.

Anche le forme delle foglie si differenziano da una varietà all’altra, mostrandosi ora ovali, ora appuntite, ora cuoriformi, e dando vita a scenari di rara bellezza all’interno delle nostre aiuole (o nei vasi, se coltivate all’interno di un appartamento).

Idrocoltura, come attuarla

 idrocoltura

Oltre alle piante «grasse» o succulente, sap­piamo che le specie da appartamento com­prendono esemplari di vario tipo e dalle ca­ratteristiche ben diverse. Delle specie da appartamento in generale abbiamo già parlato diffusa­mente in molti articoli, con particolare riferimento all’importante quanto delicata operazione delle annaffiatu­re.

Ben sapendo quanto sia difficile e determi­nante saper dosare la quantità ottimale di acqua per ogni tipo di pianta da apparta­mento, e per suggerirvi una tecnica di coltura in grado di semplificare, per non dire eliminare, qualsiasi problema o difficol­tà legati alla somministrazione d’acqua, oggi voglio parlarvi dell’idrocoltura, ossia della col­tivazione in vasi ricolmi di acqua invece che di terra.

Per capire le vaste e reali possibilità di ap­plicazione di questo particolare tipo di col­tivazione è necessario tener presente questi due punti:

Piante da appartamento: la Sanseveria

sanseveria

La Sanseveria è una delle piante da appartamento più diffuse alle nostre latitudini, sia per la semplicità di coltivazione che per la capacità di arredare l’ambiente, regalando alla vista un gradevole spettacolo.

E’ una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria delle zone tropicali dell’Africa, da dove poi si è diffusa in diverse regioni del globo con clima non troppo rigido. In Italia se ne consiglia la coltivazione in luogo chiuso, azzardando la collocazione in piena aria solo nel periodo più caldo dell’anno.

La caratteristica comune a tutte le specie è rappresentata dalle foglie carnose, spesso allungate e con striature più chiare rispetto al verde “di base”. La fioritura è di scarsa importanza e si manifesta con grappoli di fiori dal colore bianco o verde chiaro.

Beaucarnea, la pianta mangiafumo

Beaucarnea

E’ piuttosto raro trovare delle piante che riescano a sopportare senza danni il fumo o i gas nocivi, ma la natura ci ha abituati a grosse sorprese, prevedendo anche la presenza di generi adatti alla coltivazione in zone particolarmente inquinate. Stiamo parlando ad esempio della Beaucarnea, meglio conosciuta come “pianta mangiafumo”, proprio per la capacità di assorbire il fumo da sigaretta, nel caso venga coltivata in casa, ed i gas dannosi per l’ambiente, se coltivata in piena terra.

Appartiene alla famiglia delle Agavacee ed è originaria delle zone secche dell’America meridionale, in particolare del Messico, sebbene la sua diffusione sia ormai estesa all’intero pianeta. Se coltivata all’aperto può raggiungere i nove metri di altezza, ma è molto più frequente trovarla all’interno delle abitazioni, dove non supererà i due metri.

L’aspetto della Beaucarnea è molto caratteristico, con il il suo fusto legnoso, rigonfio alla base, e le foglie nastriformi che tendono a ricurvarsi verso l’interno. Le infiorescenze, invece, si mostrano con una certa difficoltà e sono rappresentate da grappoli dal colore bianco, presenti per lo più sulla parte alta della pianta.

Jacobinia, un’esplosione di colore

Jacobinia

Tra le piante più belle ed affascinanti da coltivare tra le pareti domestiche, merita particolare attenzione la Jacobinia, appartenente alla famiglia delle Acantacee ed originaria dell’America centrale e meridionale (il nome deriverebbe proprio da un città del Sudamerica).

E’ una pianta suffruticolsa con foglie opposte dal colore verde lucido e fiori riuniti in spighe o pannocchie, che possono assumere colorazioni diverse a seconda della specie (rosso, rosa o giallo).

Generalmente si coltiva in serra o in casa, ma alcune specie possono resistere anche ad un clima meno mite ed essere collocate in piena terra. In estate, poi, anche la Jacobinia da appartamento può essere spostata all’esterno, in modo che goda pienamente della luce e dell’aria.

Piante da appartamento: l’Aphelandra squarrosa

aphelandra

Il freddo e la pioggia continuano a tormentare le nostre giornate e non c’è nulla di meglio che chiudersi in casa e dedicarsi alla cura delle nostre amiche piante, quelle che nella stagione invernale trovano riparo tra le pareti domestiche, allietando la vista con un concerto di verde.

Un prologo forse superfluo, ma che ci è utile per introdurre la descrizione dell’Alphelandra squarrosa, pianta dalla bellezza unica sia per il fogliame che per la fioritura. Si tratta di una pianta della famiglia delle Acantacee, originaria dell’America centro-meridionale.

In piena terra può avere uno sviluppo considerevole, raggiungendo i 2-3 metri di altezza, mentre se coltivata in vaso non crescerà oltre il mezzo metro. Ha foglie ovali di colore verde chiaro, attraversate da venature bianche o gialle a seconda della specie, mentre i fiori sono generalmente di colore giallo (a volte rosa, rossi o color arancio).

Acalypha hispida, un regalo originale per il Natale

Acalypha hispida

Per gli affezionati lettori di PolliceGreen ancora un’idea originale da presentare ad amici e parenti come regalo di Natale, in luogo della classica e scontatissima Stella. Naturalmente il colore dominante deve essere rigorosamente il rosso e allora perché non orientarsi verso l’acquisto di una Acalypha hispida?

Si tratta di una pianta della famiglia delle Euphorbiacee, caratterizzata da infiorescenze lunghe e pendule formate da numerosissimi fiorellini rossi, che ravvivano l’ambiente da aprile ad ottobre. Le foglie invece sono a forma di cuore, di colore verde scuro e ricoperte di peli.

Non è una pianta facile da coltivare, ma con qualche piccolo accorgimento anche i principianti nell’arte del giardinaggio potranno godere della sua bellezza per lungo tempo. Come prendersi cura, dunque, dell’Acalypha hispida?

Edera, per un Natale elegante e pieno di fascino

centrotavola edera

Le edere sono dei rampicanti sempreverdi molto decorativi e di rapido accrescimento che con un minimo di attenzione durano a lungo. Le poche specie che costituiscono il genere Hedera hanno prodotto innumere­voli varietà con foglie che variano in forma e dimensione, da minuscoli rombi fino a grandi lamine stellate con punte allungate. Anche le colorazioni vanno dal semplice verde fino a complesse decorazioni dorate e argentate, gialle, crema e grigie.

Sono piante vigorose i cui steli produco­no radici aeree che aderiscono su superfici ruvide consentendo alla pianta di sviluppar­si rapidamente lungo muri o graticci di legno. Più modestamente si può far cresce­re la pianta in casa su canne di giunco e piccoli graticci oppure lasciandola espande­re ai lati di un mastello o pendere da un cesto sospeso. Se si preferisce una forma più compatta e cespugliosa, si cimano rego­larmente gli apici vegetativi.

Le edere sono semplici da coltivare e in opportune condizioni non presentano pro­blemi di sorta: è sufficiente garantire un ambiente luminoso, aerato e fresco.

Le esigenze invernali non differiscono molto da quelle della sta­gione vegetativa. La pianta può essere esposta a temperature molto basse e so­pravvive anche a meno di 7 °C, sebbene in simili condizioni il suo sviluppo sia mode­sto. È consigliabile mantenere la tempera­tura dell’ambiente sui 10 °C e una certa illuminazione per non deprimere lo svilup­po e la colorazione delle foglie.

Schefflera, la pianta delle “scintille”

Schefflera

II nome scientifico della Schefflera deriva da quello del naturalista J.C. Scheffler, vissuto a Danzica dove si occupò di insegnamento e di ricerche in campo botanico.

La schefflera è stata portata in Europa solo nel 1700 e per lungo tempo essa è stata confusa con le aralie, errore che del resto viene spesso compiuto anche oggi, soprat­tutto quando gli esemplari sono ancora mol­to giovani e, quindi, non ancora ben carat­terizzati.

È interessante ricordare che presso le tribù dei Maori, nella Nuova Zelanda, il legno della Schefflera digitata, che è molto tenero, viene utilizzato per ottenere il fuoco median­te la frizione di due legni secchi, di diver­sa durezza, che vengono sfregati tra di loro sino a farne scaturire la scintilla.

La schefflera si impiega come una comune pianta da appartamento, ma con una parti­colare attenzione alla «forma» di questi arbusti che, se hanno una caratteristica, di­ciamo così, negativa è quella di possedere una chioma piuttosto disordinata e che si allarga in modo irregolare.

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».

Piante da appartamento: consigli utili per la coltivazione

piante da interno

L’inverno bussa prepotentemente alla porta e non c’è periodo migliore di questo per dedicarsi in maniera costante alle nostre care piante d’appartamento, quelle che rallegrano l’ambiente nel periodo più freddo e triste dell’anno.

E allora ecco qualche consiglio per una buona riuscita nella coltivazione, tenendo conto comunque che non tutte le piante hanno le medesime esigenze e che è opportuno consultare le varie schede di presentazione prima di avventurarsi nella cura del nostro giardino interno.

Ci sono tuttavia delle regole ben precise da tenere a mente qualunque sia la pianta che abita il nostro salotto o la mensola della cucina, ed è proprio a questo argomento che dedichiamo la nostra attenzione in queste poche righe. Cominciamo allora dalla collocazione: dove piazzare la nostra pianticella affinché cresca forte e rigogliosa? Tenendo conto che le piante per sopravvivere hanno bisogno di luce, la collocazione ideale è in prossimità di finestre e vetrate, facendo in modo che il sole non le baci in modo diretto, perché il vetro, fungendo da lente, creerebbe delle fastidiose bruciature sulle foglie.

Nidulario, abbeveratoio naturale

Nidularium

II nome scientifico del Nidularium deriva dal vocabolo latino nidulus, diminutivo di nidus (nido) a indicare la particolare disposizione dell’infiorescenza che nasce, di solito, dal centro della rosetta di foglie centrali, dispo­ste, appunto, come in un nido.

Queste belle piante erano del tutto scono­sciute in Europa, sino alla metà dell’ ‘800, ma in seguito si diffusero con un ritmo assai veloce, in considerazione della bellezza e del valore decorativo delle varie specie. Ad ac­crescere l’interesse del pubblico nei con­fronti del Nidulario, contribuì senz’altro la creazione di moltissimi ibridi, ottenuti do­po lunghi ed elaborati incroci, che presenta­no fogliame variamente striato e macchiato, ravvivato al centro dalla inconfondibile ro­setta rossa, porpora o corallo da cui si alza, snello ed elegante, lo stelo che porta l’infio­rescenza che può essere bianca, viola o blu.

Una curiosità scientifica riguarda l’abitudine di alcuni rettili, dei minuscoli uccelli «mo­sca» e dei colibrì, di andare ad abbeverarsi proprio nella pozzetta d’acqua che si for­ma nel cuore dei Nidulari, al centro della rosetta di foglie.