Le cure estive al prato

I mesi estivi sono i più difficili per la cura del prato, non tanto perché servono interventi particolari, quanto perché è necessario annaffiare in modo e in quantità adeguata. Ad esempio, se le irrigazioni sono frequenti ma poco abbondanti, c’è il rischio di uno sviluppo superficiale dell’apparato radicale che non riuscirebbe ad accedere alle riserve idriche più profonde; per questo motivo è meglio fornire almeno 10 mm d’acqua per ogni annaffiatura. 

Procedete con le irrigazioni nelle ore serali oppure al mattino presto, ovvero quando il terreno non sarà caldo e l’evaporazione ridotta al minimo; allo stesso modo evitate di annaffiare nei giorni di vento, a meno che non sia veramente necessario, perché la perdita d’acqua sarebbe quasi totale e, quindi, l’intervento pressoché inutile.

Per assicurare al prato annaffiature regolari, il sistema migliore è quello di usare impianti di distribuzione automatica, che permettono di aumentare o diminuire la quantità d’acqua a seconda della necessità.

Begonie, moltiplicazione per divisione

begonia rex moltiplicazione

Appena qualche giorno fa abbiamo visto come si moltiplicano le begonie per talea; oggi ci occuperemo invece della loro moltiplicazione per divisione del tubero o del rizoma. Nel caso la distinzione non fosse nota, i rizomi sono steli ingrossati che si dipartono dalla pianta in senso orizzontale e possono essere in parte sotterranei; le radici della pianta si sviluppano dalla loro porzione inferiore, mentre da quella apicale si dipartono i fusti. I tuberi sono invece fusti sotterranei molto robusti che possono raggiungere i 18 centimetri di diametro.

A seconda del loro sviluppo a partire da tuberi o rizomi le begonie possono essere distinte in tuberose (Begonia glandiflora e Begonia socotrana) e rizomatose (la più nota delle quali è senza dubbio la Begonia rex, molto apprezzata per la bellezza del fogliame).

Impatiens, la moltiplicazione per talea

impatiens talea

Come abbiamo già visto, le Impatiens, note anche con il nome comune di piante di vetro, possono essere sdoppiate sia per semina (in questo caso si parla di riproduzione) che per talea (si parla in questo caso di moltiplicazione). Della riproduzione per seme vi abbiamo già detto, oggi quindi vedremo come si procede con la moltiplicazione per talea di fusto.

Impatiens, moltiplicazione per talea

La moltiplicazione per talea è indicata per sdoppiare gli ibridi e ottenere nuovi esemplari assolutamente identici alla pianta madre; questa tecnica può tornare utile quando le Impatiens sopravvivono diversi anni e perdono, col tempo, il proprio portamento compatto assumendo un aspetto disordinato che le priva della loro bellezza. Il metodo migliore per moltiplicare le Impatiens è la talea di fusto che consiste nel prelevare dalla pianta madre alcuni germogli.

Begonie, moltiplicazione per talea

begonia elatior talea

Le begonie sono piante piuttosto facili da moltiplicare poichè caratterizzate da una spiccata capacità a produrre nuovi esemplari a partire da porzioni di una pianta madre. La moltiplicazione della begonia può avvenire per talea apicale, per talea da foglia (o da porzioni di foglia) e per divisione da tubero o da rizoma.

Qualunque sia la tecnica di moltiplicazione scelta, abbiate cura di prelevare le talee esclusivamente da piante madri sane per non trasmettere eventuali malattie alle nuove piante. Per lo stesso motivo usate sempre attrezzi da giardino ben puliti e disinfettati. Vediamo adesso come si moltiplicano le begonie per talea, mentre ci occuperemo in seguito della moltiplicazione delle begonie per divisione di tubero o rizoma.

Begonia, moltiplicazione per talea apicale

La talea apicale è una tecnica di moltiplicazione particolarmente adatta per le specie arbustive. Si pratica in primavera o all’inizio dell’estate prelevando dagli steli più giovani talee lunghe 6-8 centimetri con almeno due nodi (i punti di intersezione delle foglie sul ramo). Il taglio va praticato proprio sotto il nodo e le foglie a livello di questo vanno eliminate, così come eventuali fiori o gemme.

Impatiens, riproduzione per semina

semina impatiens

Forse non tutti sanno che in natura esiste una differenza tra riproduzione e moltiplicazione: mentre con il termine riproduzione si indica l’ottenimento di nuove piante per semina, per moltiplicazione si intende la formazione di nuovi esemplari direttamente da parti della pianta madre.

Nel caso delle Impatiens, per ottenere nuove piante, è possibile ricorrere ad entrambi i metodi ma mentre la riproduzione per seme è più indicata per le specie pure, per gli ibridi, che non di rado sono sterili (non producono semi), è senz’altro più opportuno ricorrere alla moltiplicazione per talea, anche perchè questa permette di ottenere piante con caratteristiche identiche alla pianta madre.

Impatiens, riproduzione per semina

Semina diretta

Coltivare le Impatiens in appartamento

impatiens_glandulifera

Abbiamo già visto che le Impatiens, o piante di vetro, non resistono ai rigori invernali; è per questo motivo che molte specie, seppure perenni, vengono trattate come annuali. Tuttavia, se coltivate in vaso, le specie o gli ibridi perennanti possono essere poste al riparo in casa al sopraggiungere dei primi freddi. Vediamo quindi quali accorgimenti è necessario adottare per far sì che le nostre Impatiens superino l’inverno e ritrovino tutto il proprio vigore la primavera successiva.

L’ambiente che ospita le Impatiens dovrà essere sufficientemente luminoso; queste però non dovranno mai ricevere la luce diretta del sole. La temperatura ideale è compresa fra i 18 e i 22 °C in appartamento, mentre in serra la temperatura minima atta a garantire la loro sopravvivenza si aggira intorno agli 8-10 °C. Allo scopo di prevenire l’insorgenza di malattie fungine si dovrà procedere alla “pulizia” della pianta mediante l’eliminazione di rametti e germogli che appaiono sofferenti.

La poltiglia bordolese, cos’è, come si usa

poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese è uno dei più antichi anticrittogramici esistenti dal momento che viene impiegata in agricoltura e nel giardinaggio da oltre 100 anni; deve l’appellativo di bordolese al fatto di essere stata utilizzata per la prima volta proprio nella città francese di Bordeaux ed è caratterizzata da un basso grado di tossicità. Si tratta di una miscela di solfato di rame (a ph acido) e calce (sostanza alcalina) disciolti in acqua che reagendo tra loro danno vita a composti acidi, neutri o basici a seconda delle proporzioni tra le due sostanze: le miscele acide svolgono un’azione tempestiva ma possono danneggiare la vegetazione sulla quale si utilizzano, quelle alcaline agiscono con maggiore lentezza, ma la loro efficacia è più persistente anche grazie alla maggiore adesività dovuta agli abbondanti quantitativi di calce.

La poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese agisce su una moltitudine di funghi delle piante (peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggine, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora) e può essere usata su diversi tipi di colture: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti, barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali. Le dosi d’impiego della poltiglia bordolese non possono essere indicate a priori ma dipendono dalla stagione, dal clima, dalla rigogliosità della pianta e dall’aggressività del fungo che si vuole contrastare.

Riprodurre l’Anthurium: giugno è il mese giusto

Anthurium

Il mese di giugno è quello giusto per riprodurre l’Anthurium. Affinché si mantenga in salute, questa pianta ha bisogno di annaffiature regolari da effettuare quando il terreno è asciutto, facendo attenzione a non lasciarla senz’acqua per troppo tempo; durante tutto l’anno, ogni 15 o 20 giorni fornitele del concime liquido per piante da fiore unito all’acqua di annaffiatura.

La moltiplicazione dell’Anthurium avviene per divisione dei cespi, e questo è il momento giusto per attuarla; prima di procedere bagnate il terriccio in modo da trovare il punto nel quale è più possibile trovare nuovi getti.

Come mettere a dimora le piante

mettere a dimora

La messa a dimora delle piante è l’operazione grazie alla quale la pianta viene passata dal vaso al terreno e che quindi è molto importante. Mettere a dimora le piante non è difficile, l’unica accortezza che bisogna avere è quella di effettuarla quando la temperatura minima notturna si è stabilizzata intorno ai 12 o 14°C.

Le piante da mettere a dimora devono essere sane e con la vegetazione rigogliosa; evitate di trapiantare quelle con troppi fiori in quando radicheranno con difficoltà. Prima di procedere con la messa a dimora vera e propria, valutate l’effetto complessivo dell’operazione appoggiando le piante nei punti in cui intendete sistemarle.

Oleandro, moltiplichiamolo per seme o per talea

oleandro moltiplicazione

L’oleandro (Nerium oleander) è un arbusto sempreverde molto diffuso nel sud della Penisola e nei paesi del bacino mediterraneo. Coltivato in piena terra può raggiungere fino a tre metri di altezza; ha inoltre un portamento maestoso e produce fiori in abbondanza.

Se ne abbiamo un bell’esemplare in giardino e vogliamo ottenerne nuove piante l’estate è il momento giusto per moltiplicarlo per seme o per talea: se moltiplichiamo l’oleandro per seme otterremo piante con caratteristiche diverse da quelle della pianta madre, se invece ricorriamo alla talea le nuove piante saranno identiche all’originale.

Oleandro, moltiplicazione per seme

I semi di oleandro vanno interrati dentro a una vaschetta piena di terriccio universale mescolato a sabbia. Una volta fatta la semina il terreno deve essere nebulizzato in modo da inumidirlo senza creare ristagni di acqua. Il contenitore andrà quindi posto in un luogo la cui temperatura si mantiene costante fra i 20 e i 24 °C.

Ninfee, è il momento di moltiplicarle

ninfee cure

Se avete un laghetto o un vasca d’acqua in giardino e lo avete abbellito con delle splendide ninfee il mese di giugno è il momento ideale per procedere alla loro moltiplicazione e somministrare loro le cure necessarie perchè crescano sempre più rigogliose.

Vediamo quindi quali interventi bisogna effettuare e in che modo:

Moltiplicare le ninfee

Per la moltiplicazione delle ninfee estraete le piante dall’acqua e dividete i rizomi lasciando una gemma per ogni pezzo tagliato;

Se il vostro laghetto è naturale potete interrare i rizomi direttamente sul fondo, se invece si tratta di una vasca in pietra o in muratura le piante andranno messe a dimora in vasi o contenitori di dimensioni adeguate che andranno ancorati sul fondo del laghetto.

Piante esotiche da appartamento, le cure

piante esotiche appartamento

Cocco, kentia, chamaedorea, phoenix sono tutte piante che amano il caldo e vivono bene in un ambiente umido. In questo periodo possiamo trasferire tutte le nostre piante esotiche all’esterno perchè godano delle belle giornate e ricevano più luce; naturalmente però andranno poste al riparo sia dalla luce solare diretta che dal vento e dalle piogge, quindi l’ideale sarebbe metterle al riparo sotto una tettoia o a ridosso dei muri in balcone.

Le piante che sono un po’ troppo cresciute rispetto al vaso che le ospita andranno rinvasate in un contenitore leggermente più grande sul cui fondo sistemeremo, come al solito, uno strato di palline di argilla espansa e che riempiremo con del buon terriccio per piante verdi. Al terriccio possiamo mescolare del concime minerale o del compost per renderlo ancora più fertile. Se la pianta richiede un tutore sistemiamolo nel vaso insieme a questa e non dopo se non vogliamo rovinare le radici.

Come coltivare i limoni in vaso

limoni in vaso

I limoni, come del resto arance, mandarini e pompelmi, sono piante perfette da coltivare sul balcone di casa, in quanto necessitano soltanto di una posizione riparata e di qualche accorgimento, in cambio vi abbelliranno il balcone con la loro fioritura profumatissima che avviene in primavera e a inizio estate, e con i loro ottimi frutti.

Coltivare i limoni in vaso, consigli

Per coltivare i limoni in vaso bastano poche ed essenziali cure: vediamole insieme; innanzi tutto è importante fornire loro la giusta concimazione, che deve unire i componenti minerali a quelli animali o vegetali, in quanto i limoni hanno bisogno di azoto, fosforo e potassio soprattutto durante il periodo della maturazione dei frutti, e questo tipo di concime è in grado si fornire tutte queste sostanze.

Per quanto riguarda le tecniche colturali da applicare alle piante di limone, la potatura va effettuata una volta all’anno, cioè prima della fioritura a fine in inverno; la potatura non deve essere troppo energica, bensì garantire il giusto equilibrio tra vegetazione e rami.