Quando moltiplicare le rose

Le rose possono essere moltiplicate a partire da settembre e per il tutto il mese di ottobre con il metodo della talea di ramo. Avete quindi un bel po’ di tempo a disposizione per assicurarvi, negli anni a venire, un roseto bello e vigoroso. Intanto prendete nota del procedimento corretto, che troverete di seguito descritto, per ottenere il risultato sperato.

Scegliete un ramo, tra quelli che si sono formati la scorsa primavera, che abbia ospitato un fiore sano e robusto. Tagliatene una porzione lunga all’incirca 20-30 cm.

Privatelo della punta e di tutte le foglie, escluse quelle terminali facendo attenzione a non danneggiare le gemme.

Dividete il ramo in parti lunghe circa 10 cm.

Interrate le talee di rosa così ottenute in un contenitore ad una profondità di 2-3 cm in un miscuglio di terriccio universale e sabbia in parti uguali.

Settembre, è ora di piantare le bulbose

L’estate sta per salutarci, ma non è ancora tempo di chiuderci in casa accanto al caminetto, ed è anzi la stagione giusta per eseguire determinati lavori in giardino o in terrazzo. Tra questi, non dimentichiamo di dedicarci all’interramento dei bulbi, per vederli poi fiorire nella prossima primavera o addirittura forzandoli affinché fioriscano in vaso durante la stagione invernale.

Si può infatti procedere in due diversi modi, piantando il bulbo in vaso in un miscuglio di torba, sabbia e pozzolana e ricoprendolo con un sottile strato di terriccio. In questa fase è di fondamentale importanza il fattore-innaffiatura, in quanto il terreno deve essere mantenuto costantemente umido (senza esagerare). Ora basterà tenere il vaso in un luogo fresco e riparato dalla luce diretta ed attendere che spuntino le prime piantine di giacinti ed amarillis, ad esempio, ottimi per questo tipo di coltivazione.

Come misurare il livello di pH del terreno

Se desiderate coltivare le piante acidofile, ma non conoscete il livello del pH del terreno, avete davanti a voi tre soluzioni: la prima è quella di portare un campione di terreno ad analizzare in laboratorio, la seconda è quella di acquistare un misuratore di pH in un vivaio o in un garden center, e la terza che è quella di ricorrere al fai da te.

Oggi vi illustreremo la terza possibilità per individuare il livello di acidità del terreno. Prelevate una piccola quantità di terreno, circa una decina di grammi, ad una profondità di cinque centimetri e ripetete la stessa operazione in vari punti del terreno.

Seminare le piante per il prossimo anno: fine agosto è il momento giusto

La fine di agosto è il periodo durante il quale bisogna seminare le specie di piante che fioriranno il prossimo anno: infatti, sono molte le erbacee perenni che se vengono preparate adesso garantiranno un’ottima fioritura la prossima primavera. Ovviamente ci sono degli accorgimenti di cui tenere conto mentre effettuiamo questa operazione; vediamo come procedere.

La prima accortezza da tenere è quella di seminare le piante in un ambiente luminoso, né troppo freddo né troppo caldo, indicativamente va bene una serra la cui temperatura in inverno non scenda al di sotto dei 5°C. I semi che intendete coltivare devono essere freschi e di qualità, altrimenti potrebbero non germinare, per questo è meglio acquistarli presso un vivaio o un garden center di fiducia; per essere sicuri di scegliere il seme giusto, controllate sulla bustina la data di scadenza e il periodo di germinazione.

Sistemate i semi in un contenitore riempito di acqua tiepida e lasciateli a mollo per 12 o 24 ore; se sono molto piccoli lasciate passare anche più tempo, comunque, consultate le istruzioni che sono sulla confezione per sapere in modo certo il tempo dell’ammollo.

Piante appassite: cosa fare per recuperarle

Nonostante tutte le cure estive, può succedere che con questo caldo le piante appassiscano; ciò è da mettere in conto soprattutto se siete partiti, o intendete partire per le vacanze: infatti, la pianta, oltre al caldo può aver sofferto anche per la mancanza d’acqua. Cosa fare, quindi, per cercare di recuperare una pianta appassita?

Per alcune specie può essere sufficiente asportare i fiori secchi e le corolle appassite per indurre un nuovo sviluppo vegetativo, oppure sistemarle in un luogo umido o buio. Per altre specie, invece, sono necessari interventi più profondi per recuperare la pianta, come lasciar scorrere nel vaso dell’acqua a temperatura ambiente per circa un’ora, in modo da farla arrivare alle radici.

Se nonostante questi sforzi la pianta continua ad appassire, bisogna occuparsi del terreno nel quale è posta a dimora; osservate il terriccio: se vedere che è staccato dai bordi, vuol dire che è diventato troppo compatto e che non lascia passare l’acqua fino alle radici, per cui è necessario un trattamento d’urto.

La fertilizzazione delle piante in vaso

Le piante in vaso hanno bisogno di essere fertilizzate di frequente, in quanto le sostanze nutritive contenute nell’acqua di annaffiatura vanno verso il fondo, facendo impoverire la terra troppo velocemente; per ovviare a questo inconveniente, oltre a scegliere un terriccio adatto al tipo di pianta, bisogna fornirle un fertilizzante dotato di tutte le sostanze necessarie al suo corretto sviluppo.

I fertilizzanti sono di due tipi: a lenta cessione e a pronta assimilazione; quelli a lenta cessione sono in granuli o pellettati e vanno mischiati al terreno quando si procede al rinvaso della pianta; i fertilizzanti a pronta assimilazione, invece, vanno mescolati all’acqua di annaffiatura e forniti alla pianta ogni quindici o venti giorni.

Se avete usato in modo appropriato il concime a lenta cessione quando avete rinvasato la pianta, non è necessario fornirle altri tipi di fertilizzante almeno per i primi due o tre mesi, altrimenti dovrete concimare regolarmente durante il periodo vegetativo, ovvero dalla primavera fino all’autunno, usando i fertilizzanti specifici per ogni pianta; ne esistono, infatti, di adatti a ciascun tipo: per piante verdi, per piante acquatiche, per le acidofile, per le orchidee, per le piante da fiore, e via dicendo.

Dieffenbachia: le cure colturali

Molto spesso capita che le piante da appartamento perdano le foglie alla base; questo fenomeno è normale soprattutto se si tratta di esemplari già adulti, che possono attraversare un periodo di caduta delle foglie. Negli esemplari giovani, la perdita basale delle foglie può dipendere da diversi fattori, primi fra tutti quelli di carattere climatico come le correnti d’aria, oppure da eccessive bagnature, dal ristagno idrico o dalla carenza di elementi nutritivi.

Quando le piante si spogliano alla base, perdono gran parte della loro bellezza e della loro salute, quindi è necessario intervenire rapidamente. Una delle piante da appartamento che perde più spesso le foglie basali è la Dieffenbachia, un esemplare coltivato proprio per le sue foglie molto decorative.

Non appena si manifesta il fenomeno della caduta delle foglie basali, è necessario intervenire subito sottoponendo la pianta ad un intervento drastico ma indispensabile, ovvero tagliare la pianta a 10 o 15 centimetri dalla base ed ottenere diverse talee che poi potranno essere usate per assicurarsi nuove piante.

Concimi per piante, gli elementi nutritivi più importanti

Per il loro corretto accrescimento e per uno sviluppo rigoglioso tutte le piante necessitano dei cosiddetti elementi nutritivi, sostanze presenti nell’aria, nell’acqua e nel terreno che, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, vengono tramutati in zuccheri e proteine, funzionali alla crescita di ciascuna parte di esse.

Di norma la pianta trae dall’ambiente circostante tali elementi ma può accadere che, quando si trova in condizioni che potremmo definire di “cattività” (come la coltivazione in vasi o in giardino), finisca per risultarne carente; come sappiamo bene, in questo caso è opportuno che il giardiniere intervenga attraverso la somministrazione di concimi volta ad assicurarsi che ne riceva i quantitativi adeguati.

Caldo estivo: come proteggere le piante

Ieri vi abbiamo parlato dei principali effetti che provoca il caldo estivo sulle piante, oggi vedremo come possiamo cercare di proteggerle, anche se contenere i danni del sole e dell’afa può rivelarsi un’operazione molto complicata. La prima regola è quella di coltivare piante idonee alla propria zona climatica o che, comunque, sono adatte all’area mediterranea e sopportano bene il caldo.

Piante resistenti al caldo

Arbusti: ginestra, alloro, ibisco, tamerice, oleandro, lantana, viburno, maonia

Rampicanti: bignonia, falso gelsomino, caprifoglio.

Anche le piante che meglio sopportano il caldo hanno bisogno di alcune attenzioni, che sono da intensificare nelle altre specie.

Irrigazione

Le annaffiature regolari sono sicuramente il modo migliore per difendere le piante dal caldo; l’acqua deve essere fornita nelle ore più fresche della giornata, meglio se di sera per evitare l’effetto “lente”.

Caldo estivo: gli effetti dannosi sulle piante

Le alte temperature estive provocano diversi danni sulle piante erbacee e sugli arbusti e per questo bisogna stare attenti a contenere gli effetti che provoca il caldo estivo.

Gli effetti del caldo non sono uguali in tutte le piante, bensì variano a seconda di diversi fattori: innanzi tutto la specie e la varietà botanica, ad esempio, le piante che crescono nel bacino Mediterraneo sono più resistenti di quelle che vivono nei climi continentali, l’età dell’esemplare, infatti le specie giovani sono più sensibili al caldo rispetto a quelle adulte, la struttura, non a caso quelle erbacee soffrono di più il caldo e la presenza di fiori e frutti. Come dicevamo, i danni che il caldo può provocare alle piante sono diversi, vediamo i più frequenti.

Colpo di calore

Questo effetto del caldo all’inizio si manifesta con il disseccamento di una porzione limitata della pianta, e in genere si evidenzia nelle giornate molto calde e ventose; le specie più colpite sono la vite e l’actinidia, e le ragioni sono da ricercare nell’insolazione eccessiva, che provoca uno squilibrio idrico e che causa danni irreversibili a fiori e frutti.

Camelie, come moltiplicarle

camelia talea

Le camelie si possono moltiplicare per innesto, per seme o per talea. Mentre la moltiplicazione per innesto è senz’altro maggiormente indicata per i giardinieri esperti, la talea è una tecnica più alla portata di tutti; cominceremo quindi col vedere come si fa a moltiplicare le camelie per talea di ramo, rimandandando a un altro momento la moltiplicazione per innesto:

Il momento migliore per prelevare le talee è l’estate (nel periodo cha va da giugno inoltrato ad agosto) quando i germogli saranno maturi e queste avranno assunto una consistenza semi-legnosa; ciascuna di esse dovrà essere lunga almeno 8-12 centimetri e presentare 2-3 nodi; il taglio va eseguito appena al di sotto del nodo più basso, a livello del quale andranno eliminate le foglie e i boccioli fiorali eventualmente presenti. Per favorire l’emissione di radici può essere utile anche eliminare uno strato di corteccia. Le talee andranno quindi poste a radicare in un miscuglio di sabbia e torba, in vasetti singoli o in cassette che andranno posti all’ombra.