forbici_potatura

Forbici per potatura

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Quando si tratta di recidere rami per la potatura o soltanto per sfrondare una pianta, è necessario usare le giuste cesoie da potatura. Ce ne sono di diversi tipi, e tutte hanno un semplice ed efficace meccanismo di funzionamento in comune. Per il principio della leva, del punto di forza e del punto di resistenza, diversamente dislocati sugli assi, queste forbici permettono di fare un grosso lavoro, nel senso di pressione attuata di taglio, rispetto ad una minima forza contrastante, atta, questa, a far muovere il meccanismo, ed intesa come pressione sulla forbice stessa.Quindi con una presione minima, eserciteremo aldilà del punto di resistenza una pressione di una certa intensità, che ci permetterà di tagliare facilmente anche i rami più spessi e nodosi.

Infatti, una volta posizionata la forbice sul ramo da tagliare, basterà esercitare una pressione non necessariamente grande, per ottenere il risultato desiderato. Ci accorgeremo presto, usando queste speciali forbici da potatura, di come con un minimo sforzo si ottengano grandi risultati, che ci possono dare la giusta soddisfazione e che ci permettono di eseguire la giusta incisione nei tagli.

Ciclamino Umbrella, cure e coltivazione

Qualche giorno fa, qui sulle pagine di Pollice Green vi avevamo consigliato un particolare fiore come regalo di Natale, ossia il ciclamino Umbrella, un nuovo ibrido del genere Cyclamen dai fiori dal caratteristico aspetto reclinato, con i petali piccoli bianchi e quelli grandi di color rosa intenso. Dopo averne visto le caratteristiche principali, oggi ci occuperemo di come coltivarlo e curarlo nel migliore dei modi.

La fioritura del ciclamino Umbrella, che poi è la sua caratteristica peculiare, è piuttosto prolungata, in quanto va da ottobre fino alla tarda primavera ma, affinché essa sia rigogliosa e abbondante, è necessario tenere la pianta al riparo fino alla fine delle gelate, quando potrà essere portato all’aperto, avendo cura di ripararlo dai raggi diretti del sole.

Sempre per garantirsi un’appropriata fioritura, staccate i fiori e le foglie appassiti, in quanto vi si potrebbero formare dei marciumi. Attenzione alla temperatura e all’umidità ambientale, le cause che con facilità provocano la morte della pianta. La temperatura ideale è quella compresa tra gli 8 e i 15°C.

Il melo e la sua coltivazione

Il melo è una delle più antiche piante coltivate dall’uomo; sappiamo che le leggende fanno risalire al passato più remoto della civiltà umana la comparsa di questo albero da frutto, parallelamente all’inizio della coltivazione del terreno agricolo da parte dell’uomo e del suo interesse verso l’agricoltura.

Il melo è una pianta che definirei globale: è diffusa in tutto il mondo e si stima ci sia una produzione annua di quindici tonnellate di mele raccolte ogni anno soltanto in Europa. La nostra penisola, insieme alla vicina Francia, è una delle maggiori produttrici di questo piacevole frutto, con una quantità di circa due tonnellate per Paese, sia per l’Italia che per la Francia.

Si è assistito, a lungo raggio, ad una diversificazione nella coltivazione del melo: si è passati da una coltivazione in pianura ad una coltivazione in collina, con una conseguente valorizzazione commerciale dello stesso prodotto in alcune aree geografiche rurali.

Punteruolo rosso: una possibile cura

Il punteruolo rosso

Oggi torniamo a parlare del punteruolo rosso, il terribile coleottero che infesta e rovina le palme; il punteruolo rosso è talmente micidiale che, una volta attaccata, la palma può addirittura terminare il suo ciclo vegetativo. Inizialmente, l’infestazione del punteruolo rosso si manifesta a livello della chioma della pianta che presenta il caratteristico aspetto ricadente, in seguito le foglie iniziano a cadere fino ad arrivare allo stato avanzato dell’infestazione quando la palma muore.

Cure contro il punteruolo rosso

Contrastare il punteruolo rosso è piuttosto difficile, tanto che, fino ad oggi, l’unico modo certo per  salvare le palme, è la prevenzione, ossia l’osservazione di eventuali attacchi da parte del punteruolo, e la distruzione immediata degli esemplari colpiti dal coleottero, in modo da evitarne la propagazione nelle piante vicine.

Qualcosa, però, sta cambiando; pare infatti che esista un insetticida capace di debellare il punteruolo rosso: si chiama NeemAzal-T/S ed è stato utilizzato con successo in Sicilia su diversi esemplari di palme colpite dal vorace coleottero, salvandole da morte certa.

Albicocco: coltivarlo in giardino

C’è chi sostiene, credo a ragione, che un albicocco è sempre piacevole da vedere nel proprio giardino; questo albero da frutto, oltre a produrre frutti gradevoli, è infatti tra le prime piante a fiorire a primavera insieme al mandorlo e bisogna riconoscere che rallegra gli ultimi giorni dell’inverno, quando i freddi intensi cedono dolcemente il passo ai tepori primaverili.

Fiori di Natale: il Ciclamino Umbrella

Manca poco più di un mese e mezzo a Natale e se già state iniziando a stilare la lista dei regali, potreste provare ad inserirvi un regalo floreale; no, non la classica Stella di Natale, ma una pianta nuova e di sicuro effetto, ovvero il Ciclamino Umbrella. Vi avevamo già consigliato di regalare i ciclamini per Natale, in quanto sono fioriti anche in quel periodo, ma il Ciclamino Umbrella è un’autentica novità floreale.

Il Ciclamino Umbrella è un ibrido realizzato nel 2008 da Syngenta Flowers, uno dei nomi più importanti nel mondo nella produzione di semi e di piante. Del ciclamino classico, questo ibrido mantiene i fiori grandi monocolori o a leggermente sfumati e la discreta vegetazione; di nuovo il Ciclamino Umbrella possiede la maggiore raffinatezza e i fiori a portamento reclinato, disposti su più livelli.

Entriamo ancora più nel dettaglio alla scoperta delle caratteristiche di questo nuovissimo ibrido, perfetto per un originale regalo di Natale. Il nome completo di questa pianta è Cyclamen persicum Concerto F1 Purple Umbrella, appartiene al genere Cyclamen e alla famiglia delle Primulaceae, e si caratterizza per i fiori dal portamento reclinato dotati di piccoli petali bianchi all’esterno e petali più grandi all’interno di colore rosa intenso.

Fioriture invernali: la Reseda odorata

Al genere Reseda appartengono un gruppo di piante appartenenti alla famiglia delle Resedaceae, originarie dell’Europa, dell’Asia occidentale e dell’Africa del Nord; il nome di questo genere deriva dal latino “resedare”, ossia “calmare”, con riferimento alle proprietà medicinali di alcune specie. Le piante del genere Reseda sono di tipo erbaceo, sia perenni che annuali e biennali, e si caratterizzano per i fiori dai diversi colori a seconda della specie e dai frutti a forma di capsula che contengono i semi.

Tra le piante appartenente al genere Reseda c’è la Reseda odorata, una pianta dal portamento eretto, molto ramificata, dalle foglie spatolate e dai fiori di colore bianco. La Reseda odorata può essere sia perenne che annuale o biennale; la specie perenne può essere utilizzata sia come fiore reciso che per arricchire le bordure. Una varietà molto apprezzata di questa pianta è la Reseda odorata machet che si caratterizza per i fiori molto profumati e di colore rosso.

Corbezzolo, cure e coltivazione

Oggi continuiamo il nostro viaggio all’interno delle piante che in questo periodo producono bacche ornamentali con il corbezzolo, un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Ericaceae; il corbezzolo, il cui nome botanico è Arbutus unedo, è una pianta originaria dell’Irlanda e dell’area mediterranea che si caratterizza per i fiori bianchi che compaiono alla fine dell’estate e, soprattutto, per i frutti che spuntano in autunno.

I frutti del corbezzolo sono tondi di colore rosso o giallo e con la scorza rugosa; questi frutti hanno la particolarità di spuntare quando ci sono ancora i fiori sulla pianta. Proprio per le sue bacche molto decorative, il corbezzolo può rappresentare un ottimo regalo di Natale o un sostituto dell’albero di Natale per chi non ha tempo di prepararlo: basterà mettere alcuni ramoscelli di corbezzolo in un bel vaso decorato e le sue deliziose bacche rosse faranno il resto.

Pungitopo, cure e coltivazione

Tra le piante con bacche ornamentali, il pungitopo merita sicuramente un posto di prestigio, grazie ai suoi frutti di colore rosso scarlatto che ravvivano la pianta durante l’inverno. Inoltre, il pungitopo è una delle piante natalizie per eccellenza in quanto è considerato un simbolo di buon augurio.

Come vi avevamo già spiegato in precedenza, il pungitopo è considerato fin dall’antichità un talismano contro gli spiriti maligni e contro la sfortuna; inoltre, le bacche del pungitopo sono di buon augurio per l’anno nuovo Per tutti questi motivi, nel linguaggio dei fiori, il pungitopo possiede un significato molto positivo.

Botanicamente, il nome scientifico del pungitopo è Ruscus aculeatus e appartiene alla famiglia delle Liliaceae; è originario del bacino del Mediterraneo e, benché in genere venga venduto come ramoscello reciso, può essere tranquillamente coltivato sia in piena terra che in contenitore, purché di grandi dimensioni. Il pungitopo porta sia i fiori femminili che quelli maschili, ma solo quelli femminili, che sono piccoli e bianchi, e che spuntano in autunno, diventano bacche.

Le strutture di protezione contro il freddo invernale

Le piante che mal sopportano il freddo invernale ma che sono costrette a stare all’aperto, necessitano di una serie di protezioni e coperture per salvaguardarle da piogge e gelate. Vediamo quindi, quali sono i materiali e tipi di protezione più comuni per difendere le piante dal gelo invernale.

Proteggere le piante dal freddo, il tessuto non tessuto

Un materiale particolarmente adatto per proteggere le piante dal gelo è il tessuto non tessuto o agritessuto; è un prodotto simile al tessuto ma ottenuto con procedimenti diversi da quelli che portano alla realizzazione dei tessuti comuni. Il tessuto non tessuto ripara dal freddo ma non dal passaggio dell’acqua; in commercio è reperibile l’agritessuto in colore verde e bianco e con diversi spessori; esiste anche una versione tubolare particolarmente adatta per proteggere dal freddo le piante arbustive.

Proteggere le piante dal freddo, il telo in plastica

Una delle protezioni più comuni è senz’altro il telo in plastica, un materiale disponibile in diversi spessori e misure; l’importante è posizionare bene il telo in modo da consentire una ventilazione adeguata. Nelle giornate soleggiate è bene scostare il telo in modo da permettere il ricambio d’aria ed evitare che formi la condensa sulle foglie.

Attrezzi per il giardinaggio: i tutori per le piante

Chi possiede un orto domestico o un giardino non può fare a meno dei tutori delle piante, degli speciali bastoni che servono a sorreggere e correggere la crescita delle piante e degli arbusti; molte piante infatti, possiedono un fusto che non è in grado di sopportate l’azione degli agenti atmosferici e che quindi necessita di essere sostenuto da un tutore artificiale che deve essere fissato alla pianta con legature con il filo di ferro o di rafia.

Nonostante tutti i tutori abbiano lo scopo di sostenere le piante, essi si diversificano per materiale, dimensione e forma; il tutore più comune è il classico bastone cilindrico dotato di un’estremità a punta per penetrare più facilmente nel terreno, e da una sommità provvista di una protezione che le permette di resistere alle intemperie esterne: l’altezza del tutore deve essere scelta in base alla futura altezza della pianta.

Alberi: l’Acero da zucchero

L’acero da zucchero, il cui nome botanico è Acer saccharum, è un albero a foglia caduca appartenente alla famiglia delle Sapindaceae originario dell’America del Nord. L’acero da zucchero si caratterizza per il portamento eretto, per il fusto largo e per la chioma molto ramificata, che negli esemplari giovani è di forma ovale, mentre in quelli adulti è tondeggiante.

Le foglie dell’acero da zucchero sono palmate, hanno cinque lobi ed un colore verde scuro che in autunno diventa rosso o arancione intenso. I fiori dell’acero da zucchero spuntano all’inizio della primavera prima della comparsa delle foglie, e sono piccoli e di colore giallo-verde; ai fiori seguono i frutti, ovvero delle piccole samare secche.

Nei luoghi natii la linfa di questo albero viene utilizzata per produrre lo sciroppo d’acero, un noto dolcificante.