Le erbe aromatiche di Gennaio

erbe aromatiche

ERBA LALDA
(Lapsana communis)

Spontanea in quasi tutta la Penisola, fiorisce nei mesi più caldi dell’estate con una profu­sione di corolle gialle molto simili a mar­gherite portate da lunghi peduncoli sottili che si diramano in radi ciuffi.
Si coltiva senza grande difficoltà, tanto che spesso viene impiegata per arricchire il bor­do misto o per decorare le scarpate o i bor­di dei prati  rustici.
Serve per la preparazione di insalate, utiliz­zando le foglie più tenere, oppure può es­sere impiegata come verdura in minestre di riso. Il suo particolare aroma e il tipico sa­pore amarognolo rendono l’erba laida mol­to appetitosa e stimolante per l’appetito.

ERBA POLVERINA
(Amaranthus blitum)

Nota anche come «blito bianco» questa pianta cresce spontanea nei luoghi umidi e ombrosi.
Si coltiva in terra piuttosto sabbiosa, a mez­z’ombra cercando di tenere sempre fresco il terreno. Si consiglia di seminare a primavera.
Serve, utilizzando le foglie, alla preparazione di saporiti piatti di verdura cotta dal sapore molto simile a quello degli spinaci. Queste foglie, oltre ad avere un gusto assai gradevo­le, vantano una notevole proprietà rinfre­scante ed essendo ricche di ferro costituisco­no un ottimo coadiuvante delle diete per persone anemiche o convalescenti.

Il Pero del Signore

Il Pero del Signore, probabilmente è l’origine del nome del più conosciuto Bergamotto. Otre ad essere probabilmente effetto di una  mutazione con un’altra specie, si ipotizza che possa provenire dalla Cina, dall Spagna o dalle Canarie, ma anche nella nostra calabria ha trovato un ottimo terreno per fruttuficare. Tornando all’etimologia, Berg-armudi, significa “pero del Signore” in lingua turco.

Araucaria: Pino del Cile o Albero della Scimmia

araucana

II nome scientifico di queste particolari piante rivela una storia abbastanza strana, che si riferisce al viaggio compiuto dal naturalista A. Menzies, nel 1792, in Cile. Durante questa spedizione, a Menzies, vennero offerti al naturalista e alla sua equipe, dei semi come frutta secca ed il loro sapore parve tanto insolito al botanico da indurlo a voler conoscere la pianta che produceva gli insoliti frutti. Fu così che Menzies, conquistato dall’esotica forma dell’albero, decise di portarne qualche seme in Europa, ed esattamente a Kew, nei floridi giardini reali inglesi dove nacque la prima araucaria del nostro continente. Il nome del­la nuova pianta fu scelto in ricordo della pro­vincia cilena Arauco, dove Menzies aveva fatto la conoscenza della bella conifera.

Le araucarie si prestano a decorare: spazi esigui, come i piccoli giardini, dato che la crescita di queste piante è piuttosto lenta e prima che gli esemplari assumano proporzioni rispet­tabili debbono passare molti anni dall’e­poca della piantagione. Di conseguenza, vo­lendo piantare una araucaria in uno spazio molto ampio, è consigliabile scegliere esem­plari già ben sviluppati.

La tradizione del ceppo di Natale

ceppo di Natale

Una delle tradizioni natalizie più antiche legate alle piante è quella del ceppo di Natale, un’usanza che rispondeva alla necessità di riscaldarsi ed illuminare la casa. Nella notte di Natale veniva acceso nel caminetto un grosso ceppo di ulivo o di quercia che doveva riscaldare ed ravvivare la casa fino a Capodanno e, a volte, addirittura fino alla Befana.

Il ceppo aveva anche un significato simbolico, ovvero il legno che ardeva era il simbolo del passato, e nel nuovo bruciare si cercavano di cogliere dei presagi su come sarebbe stato il nuovo anno; le ceneri venivano poi raccolte e sparse nei campi per assicurarsi dei buoni raccolti, ma non solo: ai resti del ceppo venivano attribuiti dei poteri taumaturgici, e venivano usati per curare gli animali e aiutarli nel parto, per ricoverare il raccolto e per guarire il mal di denti.

Le leggende natalizie legate all’agrifoglio

leggende agrifoglio

Ieri vi abbiamo parlato delle leggende natalizie legate al ginepro, oggi è il turno di quelle collegate ad una delle piante simbolo del Natale, ovvero l’agrifoglio, di cui vi abbiamo già indicato le caratteristiche botaniche.

L’agrifoglio è considerato una pianta magica fin da prima dell’arrivo del Natale cristiano, perché si dice che portasse fortuna e proteggesse dai demoni; con il passare del tempo i cristiani iniziarono ad usare questa pianta come decorazione per il periodo di Natale, in quanto la forma delle sue foglie ricordava la corona di spine i Gesù e le bacche rosse il suo sangue; inoltre i boccoli bianchi simboleggiano la purezza della Madonna.

Le leggende natalizie sul ginepro

ginepro leggende natale

Abbiamo già parlato del ginepro e delle sue caratteristiche botaniche; oggi, con il Natale tra soli quattro giorni, vi racconteremo le leggende riferite a questa pianta. Secondo la tradizione, il ginepro avrebbe protetto la Sacra Famiglia nascondendola tra i suoi rami mentre scappava dai soldati di re Erode, e che, per questo, Maria l’avrebbe benedetto e concesso l’onore di fornire il legno per la croce.

Nell’antichità, inoltre, si riteneva che le bacche di ginepro avessero il potere di salvare gli uomini dai morsi di serpente, e quindi, essendo il serpente simbolo del demonio, al ginepro venne attribuito il potere di tenere lontano il peccato e il male dall’uomo.

Come creare un segnaposto natalizio con le piante

agrifoglio

Natale è sempre più vicino e nella fretta dei preparativi può capitare di dimenticare qualche prezioso dettaglio che può arricchire la giornata di festa, rendendola unica ed indimenticabile. Tanto per fare un esempio, avete pensato a come stupire gli ospiti con l’addobbo della tavola?

D’accordo, avete già tirato fuori la tovaglia buona, quella che si usa solo per le grandi occasioni, e magari avete messo mano anche all’argenteria che solitamente fa bella mostra di sé nella vetrina del salotto… Ma manca ancora un piccolo particolare per rendere la vostra tavola simpatica ed originale: il segnaposto natalizio.

In commercio ne trovate in grande quantità, con forme e colori diversi, economici o di gran classe, ma volete mettere la soddisfazione di creare con le vostre mani un segnaposto a tema, utilizzando le nostre amiche piante? E allora ecco qualche semplice creazione da realizzare per fare in modo che il Natale del 2009 sia ricordato come il più bello degli ultimi anni.

La storia dell’albero di Natale

albero di natale

Ogni anno nel mese di dicembre le case degli italiani accolgono un gradito ospite, addobbandolo e ricoprendolo di attenzioni come fosse uno di famiglia. Parliamo dell’Albero di Natale, che insieme al Presepe rappresenta il simbolo delle festività natalizie. Ma dove nasce l’usanza di abbellire un abete con palline colorate, nastri e luci?

E’ ovvio che dobbiamo muoverci sul terreno della leggenda, visto che, contrariamente al Presepe, non c’è stato un evento “storico” tale da giustificare la pratica. Ma è interessante anche scoprire il motivo per cui l’abete venisse venerato dalle antiche popolazioni, tanto da diventare così importante per il Natale.

A dare importanza all’abete e, più in generale agli alberi che si prestano all’addobbo natalizio, è il suo carattere di sempreverde. Anticamente infatti, tale pianta veniva venerata proprio per la sua capacità di restare “vestita” anche in inverno, quando la natura perde i suoi meravigliosi colori e lascia uno scenario desolante per la vista.

Leggende di Natale, la nascita del vischio

vischio

Nonostante il nostro Pollice sia tradizionalmente dedicato al giardinaggio in senso stretto, il clima natalizio ci incoraggia ad affrontare i nostri consueti argomenti da punti di vista diversi; siamo certi d’altra parte di fare cosa gradita a tutti i nostri lettori appassionati facendo trovare loro sotto l’albero qualche storia “vegetale” da narrare.

Appena ieri vi abbiamo raccontato l’origine leggendaria della credenza secondo la quale baciarsi sotto il vischio porta fortuna; oggi vogliamo narrarvi un’altra leggenda sempre sul mio amato vischio, legata però alla sua comparsa sulla terra. Anche in questo caso, come vedrete, le lacrime sono legate a questo simbolo natalizio di gioia e felicità, come a dirci che al dolore può sempre seguire una nuova gioia inaspettata…forse per questo io l’ho sempre amato tanto?

In ogni caso, veniamo alla nostra storia: pare che la notte in cui nacque Gesù un vecchio mercante avaro e un po’ imbroglione si sia ritrovato per puro caso a Betlemme; qui fu richiamato dalle grida gioiose degli abitanti che accorrevano alla grotta, uomini e donne che lui non conosceva e che lo chiamavano “fratello” perchè anche lui si recasse ad adorare il figlio di Dio sceso fra gli uomini.

Perchè baciarsi sotto il vischio porta fortuna?

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Chi non ha mai sognato di ricevere un bacio appassionato sotto il vischio alzi la mano! Vuole infatti la tradizione, romanticherie a parte, che scambiarsi un bacio sotto un ramoscello di vischio porti fortuna e credo sia proprio questo a fare del Viscum album uno dei simboli più significativi delle festività, soprattutto nei giorni che precedono l’entrata del nuovo anno. Ma quanti di voi conoscono l’origine, almeno quella mitologica, di tale consuetudine?

Forse non tutti sanno che il vischio era associato alla divinità anglosassone Frigga, sposa del dio Odino e madre del malvagio Loki e del buon Balder; la leggenda narra che Loki, invidioso dell’amato fratello, cominciò a coltivare il proposito di ucciderlo e che Frigga, scoperto per tempo il piano del figlio crudele, si rivolse a tutte le forze della natura perchè proteggessero Balder.

Borragine, ottima per il cenone di Natale

borragine

Tutto pronto per il cenone di Natale? Ci auguriamo di si, ma se siete alla ricerca di una ricetta per deliziare e stupire i vostri ospiti, vi consigliamo di prendere in considerazione la pianta di Borragine, poco significativa dal punto di vista ornamentale, ma di grande importanza per quando riguarda l’aspetto culinario.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Borraginacee, diffusa per lo più nell’area mediterranea, dove cresce e prolifica allo stato spontaneo. Può raggiungere il metro di altezza ed è caratterizzata da foglie dal colore verde scuro, lunghe fino a 15 centimetri e ricoperte da una folta peluria. I fiori, visibili da aprile a settembre, sono di colore blu-viola.

Della Borragine sono note le proprietà officinali, essendo usata come antifebbrile, come diuretico e come calmante della tosse, ma ancor più noto è il suo utilizzo in cucina, specie in questo periodo dell’anno, quando le sue foglie sono parecchio ricercate per preparare diversi piatti deliziosi.

Come realizzare un centrotavola di Natale con le piante

centrotavola natale

Mancano pochi giorni al Natale e siamo tutti indaffarrati nella corsa all’ultimo regalo (tredicesima permettendo, naturalmente). Ma tra una faccenda e l’altra non dimentichiamo di preparare qualcosa di speciale per la nostra tavola e non solo per quanto riguarda il tradizionale pranzo in sé.

Sarebbe carino, infatti, arredare la mensa con una nostra creazione, qualcosa di originale che ci valga i complimenti degli ospiti o semplicemente qualcosa che arricchisca nel migliore dei modi il tavolo della cucina o del salotto nel periodo delle feste.

Che ne dite allora di un bel centrotavola natalizio creato con le nostre mani, utilizzando magari piante, fiori secchi, pigne e rametti d’albero? La realizzazione è molto semplice e non richiede chissà quanto tempo, regalandovi alla fine un ottimo motivo di soddisfazione personale. Siete pronti a far uscire l’artista che è in voi?

Schefflera, la pianta delle “scintille”

Schefflera

II nome scientifico della Schefflera deriva da quello del naturalista J.C. Scheffler, vissuto a Danzica dove si occupò di insegnamento e di ricerche in campo botanico.

La schefflera è stata portata in Europa solo nel 1700 e per lungo tempo essa è stata confusa con le aralie, errore che del resto viene spesso compiuto anche oggi, soprat­tutto quando gli esemplari sono ancora mol­to giovani e, quindi, non ancora ben carat­terizzati.

È interessante ricordare che presso le tribù dei Maori, nella Nuova Zelanda, il legno della Schefflera digitata, che è molto tenero, viene utilizzato per ottenere il fuoco median­te la frizione di due legni secchi, di diver­sa durezza, che vengono sfregati tra di loro sino a farne scaturire la scintilla.

La schefflera si impiega come una comune pianta da appartamento, ma con una parti­colare attenzione alla «forma» di questi arbusti che, se hanno una caratteristica, di­ciamo così, negativa è quella di possedere una chioma piuttosto disordinata e che si allarga in modo irregolare.

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».