Lavori mese per mese: Febbraio

lavori mese di febbraio

In casa:
evitare l’esposizione delle piante da appartamento, fiorite o non, all’azione diretta del sole. Non portare incautamente all’esterno le piante d’appartamento, anche se, specie nell’Italia centro meridionale, la temperatura è notevolmente salita. È meglio usare prudenza e attendere che la stagione sia definitivamente entrata nella primavera e la temperatura si mantenga sufficientemente alta.

Potare a circa un palmo di altezza e riporre in luogo buio e fresco, senza alcuna annaffiatura, la stella di Natale (Euphorbia pulchem’ma). In maggio si provvedere a rinvasarla, si rimetterà il vaso all’aperto e si darà inizio alle normali operazioni colturali.

Sul balcone:
aprire ogni tanto i pannelli vetrati che chiudono serre o lettorini per far respirare le piante e impedire un dannoso accumulo di umidità. Questa operazione deve essere compiuta nelle ore di sole e l’apertura dei vetri non deve durare più di un’ora.

Potare i rosai se non era già stato fatto in gennaio.

Idrocoltura, altre norme per non fallire

idrooltura1

Nei giorni scorsi abbiamo visto come attuare l’idrocoltura e le prime norme da seguire per praticarla con successo, oggi, come anticipatovi, vi illustrerò altre norme da seguire per non fallire nell’idrocoltura:

la sistemazione nel vaso: procurato il vaso adatto, si fanno passare le radici attraverso i fori del coperchio. È importante distribuire ordinatamente la massa radicale nei vari fori per facilitare l’equilìbrio della pianta. Per bilanciare la base dell’esemplare e fissarne definitivamente la posizione, si riempie la cavità del coperchio con sassi ed eventual­mente con un po’ di sfagno (uno speciale muschio che assorbe molta acqua e mantie­ne a lungo l’umidità). Se la pianta ha una struttura molto slanciata ed esile, o addirit­tura «rampicante», è bene affiancarla a un sostegno in plastica (i coperchi dei vasi hanno due fori particolari che servono ap­punto all’inserimento delle bacchette di so­stegno che devono poggiare sul fondo del recipiente);

Piante da appartamento: il Ficus triangularis

ficus triangularis

Cercate una pianta stravagante e simpatica per abbellire l’interno della vostra casa? E allora potete provare a procuravi un Ficus triangularis, nella speranza che siate così fortunati da reperirla nel vostro vivaio di fiducia.

Si tratta infatti di una pianta non molto comune alle nostre latitudini, tanto che spesso la sua diffusione è affidata alle sapienti mani degli esperti di talee, che si prodigano nel creare nuove piantine da impiantare poi nel periodo primaverile. Un’operazione questa non sempre facile, visto che le talee di Ficus triangularis non sempre attecchiscono al primo colpo ed è necessario dunque ripetere l’operazione o preparare sin da subito numerose talee da porre a dimora.

Questo non significa certo che nel Belpaese non vi siano magnifici esemplari di Ficus triangularis, ma solo che, come detto, non è una pianta così diffusa come altre varietà della stessa specie.

Preparare il giardino alla fioritura primaverile, cosa fare a febbraio

fiori di febbraio

Nonostante l’inverno sia ben lungi dal volgere al termine, per i giardinieri, che siano provetti o “in erba”, febbraio è il momento giusto per cominciare ad occuparsi delle piante e prepararle a dare il meglio di sè in primavera; in altre parole, possiamo già cominciare ad occuparci della cosiddetta progettazione del giardino, così come della terrazza e del balcone.

Per prima cosa, assicuriamoci di essere in possesso di tutto ciò di cui avremo bisogno nelle prossime settimane: vasi, sottovasi, terriccio, fertilizzante, argilla espansa e attrezzi. Quindi puliamo ciò di cui disponiamo già e procuriamoci quel che ci manca.

Vediamo adesso quali lavori ci attendono:

Erbe aromatiche: l’alloro

alloro

Comunemente noto anche come lauro, l’alloro (Laurus nobilis) è una delle tipiche e profumate piante della macchia mediterranea, probabilmente originario dell’Asia Minore. L’alloro è sia un arbusto che un alberello sempreverde che può superare i 6 metri di altezza, dalle foglie coriacee di colore verde scuro molto profumate; i fiori sono piccoli e gialli, riuniti in ombrelle e compaiono verso marzo-aprile. L’alloro è una specie dioica, cioè con sessi separati, ovvero solo le piante femminili possono produrre i frutti, vale a dire delle bacche scure, con un centimetro di diametro, contenenti un solo seme.

L’alloro si riproduce per seme e può essere coltivato in vaso con del terriccio leggero, ottenuto mescolando sabbia, torba e terra, oppure messo a dimora in piena terra a inizio primavera in una posizione soleggiata. Oltre che per aromatizzare piatti e preparazioni culinarie, l’alloro è un elegante pianta ornamentale che ben si presta alla realizzazione di siepi, sia libere che geometriche; per la formazione di siepi, l’ideale è distanziare le piante a circa 45 centimetri l’una dall’altra.

Le foglie di alloro possono essere usate sia fresche che secche, da conservare in barattoli di vetro, e possono essere raccolte durante tutto l’anno anche se il momento migliore è a fine inverno. In cucina, le foglie di alloro si utilizzano per aromatizzare i secondi piatti e per insaporire le verdure sott’olio; le bacche dell’alloro possono essere usate per produrre dei liquori. Questa pianta ha anche altri usi: le sue foglie essiccate tengono lontane le tarme dagli armadi, mentre quelle fresche, inserite tra le pagine dei libri ne impediscono l’ingiallimento.

L’Aloysia, ideale per un giardino profumato

aloysia

L’Aloysia è una deliziosa pianta da giardino appartenente alla famiglia delle Verbenacee ed originaria dell’America del sud, in particolare del Cile. Cresce in forma abustiva e può raggiungere i 3 metri di altezza, inebriando l’aria del suo particolare profumo molto somigliante a quello del limone.

Ha foglie lanceolate ed appuntite, riunite in gruppi di tre e contententi degli oli che regalano la caratteristica profumazione. I fiori sono di scarse dimensioni, riuniti in spighe e colorati di bianco o di lilla pallido. Per ammirarne la fioritura occorre attendere il periodo che va da giugno ad agosto, sebbene in alcune zone a clima temperato i fiori restino sui rami fino all’autunno.

Generalmente viene utilizzata nella formazione di giardini rocciosi o usata come pianta aromatica per via delle foglie particolarmente adatte ad insaporire olio ed aceto.

Il Gelso bianco

gelso bianco

Morus alba è il nome botanico del Gelso bianco, albero della famiglia delle Moracee che può raggiungere i 15 metri di altezza con il suo portamento eretto e la chioma fitta. Le foglie sono di colore verde brillante nella pagina superiore e leggermente più chiare in quella inferiore. Produce frutti piuttosto carnosi, dolci al gusto, dal colore giallastro o bianco.

E’ una pianta che può resistere alle basse temperature ed è per questo che viene coltivata anche nelle zone collinari fino ad un altitudine di 800 metri. In Italia è diffusa soprattutto in Sicilia, dove anticamente veniva utilizzata per la coltura dei bachi da seta, mentre oggi rappresenta un’ottima decorazione per strade e viali. Come coltivarla nel proprio giardino affinché si mostri in tutta la sua bellezza?

Alberi da frutto: l’Annona

annona

Solitamente su queste pagine mi occupo della descrizione di piante e fiori coltivabili alle nostre temperature, ma in un blog di giardinaggio che si rispetti non può mancare certo la descrizione degli alberi da frutto, siano essi comuni o “particolari”, come quello che vado a presentarvi oggi.

Mi riferisco all’Annona, pianta non molto diffusa alle nostre latitudini, ma ugualmente degna di nota sia per la forma dei fiori e dei frutti sia per alcune proprietà terapeutiche che le vengono riconosciute.

Appartiene alla famiglia delle Annonacee ed è originaria di Perù, Ecuador, Bolivia e Colombia, oltre che di alcune zone tropicali dell’Africa. Ha portamento eretto e generalmente non raggiunge altezze considerevoli, mentre la chioma tende ad allargarsi. I fiori sono di colore bianco-verdastro, riuniti in gruppi di tre o più frequentemente solitari, che fanno la loro comparsa in giugno-luglio.

Nemesia, coltivazione e cure

nemesia

Se siete alla ricerca di una pianta che rallegri il giardino con i suoi magnifici colori, regalando al tempo stesso un delizioso profumo all’ambiente circostante, l’ideale per voi potrebbe essere la Nemesia, appartenente alla famiglia delle Scrophulariacee ed originaria dell’Africa e dell’Europa meridionale.

Si tratta di una pianta perenne, che però nella maggior parte dei casi viene coltivata come annuale, poiché si adatta difficilmente alle basse temperature invernali, a meno che non venga collocata in serra nel periodo più freddo dell’anno.

E’ caratterizzata da fusti erbacei molto ramificati, con foglie lunghe dal colore verde chiaro e fiori con corolla irregolare, dalle colorazioni più disparate (dal giallo all’arancio, dal bianco al blu, dal rosa al rosso). Per questa particolarità e per il portamento tappezzante, la Nemesia si adatta efficacemente alla coltivazione in bordure ed aiuole, sebbene rappresenti anche un’ottima soluzione per la decorazione di vasi sospesi.

Parassiti delle piante: la Metcalfa pruinosa

Metcalfa

La Metcalfa pruinosa è un insetto originario del Nord America, avvistato per la prima volta in Italia nel 1979, ma che negli ultimi anni si è diffuso rapidamente grazie alla sua capacità di attaccare molte specie vegetali e alla scarsa presenza di antagonisti naturali. La Metcalfa, infatti, è in grado di attaccare molte specie di piante, da quelle erbacee a quelle arbustive, passando per quelle ornamentali e agricole; nelle piante che attacca, questo parassita succhia la linfa tramite il suo apparato boccale che è pungente-succhiante.

La Metcalfa produce una sola generazione all’anno, le uova iniziano a schiudersi verso la prima metà di maggio e l’evento si protrae per oltre un mese; il freddo è il principale nemico della Metcalfa che, infatti, scompare all’inizio delle prime rigidità climatiche. I danni maggiori causati da questo insetto sono quelli provocati dalla produzione di cera, di melata e alla sottrazione della linfa delle piante; in particolare, la produzione di melata è particolarmente dannosa, soprattutto in agricoltura, perché si deposita sulle piante e sui frutti e favorisce lo sviluppo di fumaggine.

Erbe aromatiche: l’anice

anice

L’anice è un’erba aromatica originaria del Medioriente, e sotto questo nome sono comprese diverse varietà delle quali le più diffuse sono quella comune, che in botanica viene chiamata Pimpinella anisum, l’anice stellata e l’anice pepata. L’anice appartiene alla famiglia delle Ombrellifere e può raggiungere anche i 60 centimetri d’altezza; il fusto presenta una leggera peluria ed è rotondeggiante e cavo all’interno; le foglie sono di forma rotondeggiante, dentate e non molto numerose. Le infiorescenze sono a forma di ombrella e portano dei piccoli fiori bianchi che si schiudono da giugno, mentre i frutti maturano tra agosto e settembre.

L’anice si coltiva in terreni di medio impasto, fertili, ricchi di calcare e ben esposti al sole; la moltiplicazione avviene per semina che deve essere effettuata tra marzo e aprile su file distanti 60 centimetri l’una dall’altra. La raccolta va fatta tra agosto e settembre quando la pianta è ancora umida in modo da evitare che i frutti cadano; una volta seccate, le ombrelle vanno sbattute per far cadere i frutti che andranno conservati in contenitori a chiusura ermetica.

Piante da giardino: il Buxus

buxus

Qual è la pianta più adatta per la ‘costruzione’ di una siepe? E’ chiaro che molto dipende da gusto personale e dalle esigenze di ciascun giardiniere fai da te, ma non si può certo negare che una delle specie che meglio si adatta a questo scopo sia il Buxus, appartenente alla famiglia delle Buxacee ed originario dell’Europa, del Giappone e della zona himalayana.

Si tratta di un arbusto sempreverde che può raggiungere un’altezza di quattro metri, pur avendo una crescita piuttosto lenta. Ed è proprio questa caratteristica che ne fa un’ottima pianta da siepe, visto che la forma ottenuta in fase di potatura resiste per lungo tempo, regalandoci sempre il medesimo spettacolo, senza fastidiose imperfezioni che spuntano qua e là, disturbando la vista.

Il Buxus è caratterizzato da un fusto molto ramificato con chioma compatta, formata da piccole foglie picciolate dal colore verde brillante. Le infiorescenze sono giallastre, piuttosto insignificanti rispetto alla bellezza del fogliame e fanno la loro comparsa nel periodo primaverile, per poi lasciare il posto ai frutti tondeggianti.

Idrocoltura, le prime norme da seguire per praticarla con successo

idrocoltura

Tutte le specie da appartamento, in genere, si prestano alla coltura idroponica, comprese le «piante grasse» (anche se questo può sembrare un controsenso, poiché queste spe­cie desiderano poca acqua); coltivate in ac­qua, si «abituano» ad assorbire soltanto il liquido di cui hanno bisogno per vivere.

Tut­tavia, vi sono specie che offrono maggiori garanzie di successo: coleo, papiro, dieffenbachia, dracena, edera, felci, ficus, filoden­dro, peperomia, pilea, potos, sansevieria, singonio, spatifillo, tetrastigma, tradescanzia.

In genere, è consigliabile scegliere esemplari giovani per iniziare la coltura idroponica, perché è più facile che queste piante supe­rino, senza risentire danno, il necessario pe­riodo di adattamento.

Questa fase critica dura circa un mese, du­rante il quale si verifica la caduta delle nor­mali radici terrestri e la formazione di spe­ciali radici «acquatiche», bianche e carnose, che servono appunto al rapido assorbimento delle sostanze nutritive contenute nell’acqua del vaso.

Per praticare l’idrocoltura devono essere seguite con cura, se si vuole avere successo, delle norme che inizieremo a vedere in questo articolo e che continuerò ad illustrarvi negli articoli della prossima settimana.

 

Il parassita delle serre, ovvero l’aleurodide

Aleurodide

L’aleurodide è un parassita originario dei paesi a clima tropicale e, grazie alla sua capacità di adattarsi, si è sviluppato in tutto il mondo; gli ambienti che sono più congeniali all’insetto sono quelli umidi, caldi e poco ventilati, e proprio per questo agisce soprattutto nelle serre, dove provoca moltissimi danni.

L’aleurodide si nutre di moltissime piante tra le quali le dalie, le begonie, le fucsie, i ciclamini, le stelle di Natale e tutte le varietà di geranio. Questo parassita si trova generalmente nella parte inferiore delle foglie, nelle quali provoca ingiallimento e indebolimento generale della pianta; addirittura, in caso di attacchi massicci, la pianta può perdere completamente le foglie e morire. Sulle foglie producono molta melata e per cui si possono sviluppare delle fumaggini; questi insetti sono pericolosi anche perché sono in grado di propagare virus e batteri.