Le bocche di leone, è ora di piantarle

bocche di leone

La bocca di leone (Anthirrinum) è una pianta erbacea perenne, coltivata però come annuale, appartenente alla Famiglia delle Scrophulariaceae ed originaria dei paesi del bacino Mediterraneo. Si tratta di una pianta piuttosto rustica e facile da coltivare che si distingue senza dubbio per la forma dei fiori, cui deve il nome, che si presentano parzialmente tubolari, semiaperti all’estemità da due labelli che, una volta aperti premendo il fiore ai lati, ricordano la bocca di un animale. I fiori sono in genere di colore giallo, rosso e rosa, ma esistono anche varietà bicolori e screziate. Terminata la fioritura, la pianta si ricopre di capsule legnosi che contengono numerosi semi fertili; questi ultimi possono essere utilizzati per la semina in cassone o in vaso già a Gennaio.

Se decidiamo di seminare le bocche di leone in vaso, occorre che questo sia posto al riparo in un ambiente poco luminoso e caldo per alcune settimane. La comparsa dei primi germogli sarà più veloce se copriremo la terra con un sacchetto di plastica trasparente (ricordate però di scuoterlo spesso per evitare la condensa); una volta che questa è avvenuta, il vaso può essere trasportato in un luogo più luminoso.

Capparis spinosa, ovvero il cappero

cappero

Il cappero, il cui nome botanico è Capparis spinosa, è un arbusto tipico della flora mediterranea, appartenente alla famiglia delle Capparaceae, molto diffuso allo stato spontaneo, ma che può essere anche coltivato.

La Capparis spinosa è una pianta suffruticosa caratterizzata dal portamento strisciante e molto ramificato, con un fusto alto circa 40 o 50 centimetri; le foglie sono alterne, a lamina arrotondata e di colore verde scuro. Durante il periodo invernale la pianta entra in riposo vegetativo e riprende la sua attività in primavera, e in estate inizia un’abbondante fioritura che si protrae fino all’autunno.

I fiori sono molto profumati e si presentano peduncolati di colore bianco-rosato con sfumature violacee; i boccioli della pianta raccolti ancora chiusi sono i cosiddetti capperi, che vengono ampiamente utilizzati in cucina; i più pregiati sono quelli piccoli e tondi. Il cappero è una pianta rustica, che resiste bene alla siccità e alle alte temperature, grazie alla conformazione delle foglie e alla capacità dell’apparato radicale di entrare in profondità nel terreno; oltre al caldo sopporta bene il vento, mentre detesta l’inverno rigido e le gelate.

Piante medicinali: l’Acetosa

acetosa

L’acetosa, ha un fusto eretto di colore rossastro, ramificato. Le fo­glie sono grandi, astate. Quelle ba­sali sono dotate di un lungo picciolo, mentre le superiori sono flessili. I fiori compongono delle pannocchie di colore verde-rossastro. La fioritura inizia a fine primavera e dura tutta l’estate. La pianta può raggiungere il metro d’altezza.

Questa pianta va colta in maggio-giugno prima della piena fioritura. Si utilizzano la parte aerea, le foglie e i fusti teneri, le radici.

Avvertenze: proibita a quanti soffrono di calcoli, artrite, gotta, reu­matismi e iperacidità. In caso di ele­vata ingestione di foglie crude sono stati riscontrati avvelenamenti con lesioni renali in bambini. Incompa­tibilità con le acque minerali e con i contenitori in rame.

Benché il suo gusto asprigno esalti il sapore dei contorni, in partico­lare degli spinaci e delle verdure cotte, l’acetosa deve essere usata con molta cautela.

Le foglie della pianta possono essere con­sumate fresche nelle insalate in piccole quantità in primavera come blando de­purativo.

La pianta contiene vitamina C, ossalato dì potassio e acido ossalico, ferro.

 

Fiorangelo, ovvero il Gelsomino della Madonna

fiorangelo

Il Philadelphus, comunemente conosciuto come Fiorangelo o Gelsomino della Madonna, è un una pianta appartenente alla famiglia delle Sassifragacee, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’America del nord. Comprende circa 75 specie, caratterizzate da foglie decidue, dal colore verde scuro e dalla forma ovato-allungata, che donano alla pianta un aspetto sferico.

I fiori sono bianchi, a forma di coppa e fanno la loro comparsa all’inizio dell’estate, rallegrando l’aria con il loro intenso profumo. Cresce allo stato spontaneo, ma può essere anche “allevato” all’interno dei nostri giardini, essendo una pianta che richiede poche e semplici cure.

Predilige la collocazione in pieno sole, pur resistendo perfettamente anche in posizione semi-ombreggiata, mentre non ha particolari esigenze di temperatura, visto che sopporta egregiamente sia il freddo intenso che il caldo soffocante.

Erbe aromatiche: l’aneto

aneto

L’aneto (Anethum graveolens) è una pianta aromatica annuale originaria dell’India e della Persia, il cui sapore ricorda quello del finocchio e dell’anice; l’aneto può arrivare fino a 90 centimetri d’altezza, ed è dotato di un fusto eretto con rametti dalle foglie sottili e dai fiori molto piccoli, di colore giallo, riuniti in ombrelle di circa 10 centimetri di diametro.

Dell’aneto vengono utilizzate sia le foglie che i frutti; le foglie servono per insaporire diverse pietanze, tra le quali le insalate, le minestre e il pesce, mentre i frutti, che hanno un sapore piuttosto intenso, vengono poco impiegati da noi, mentre nel Nord Europa sono usatissimi per aromatizzare le pietanze, le marinate e, in particolare, i cetrioli sottaceto.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

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Al genere Clematide (Clematis), della famiglia delle Ranunculaceae, appartengono circa 250 specie di piante erbacee o legnose, rampicanti a foglie decidue o sempreverdi, rustiche e non; sono caratterizzate da fusti sottili e fogliame di colore verde scuro, ricoperto da una sottile peluria, e da fiori molto grandi, semplici o doppi, nei toni del rosa, del blu e del viola. Mentre durante i mesi freddi gran parte delle specie perde il fogliame, la specie della quale vi parliamo oggi è una sempreverde, ideale per la creazione di siepi e la copertura di muri e inferriate, e resta fiorita per molta parte dell’anno; si tratta della Clematis armandii, nota anche con il nome di Clematide cinese.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

Si tratta di una specie rustica che vive bene all’aperto in quasi tutte le regioni d’Europa, fatta eccezione per quelle in cui la temperatura scende sotto i dieci gradi; se l’inverno non è troppo rigido inoltre la clematide cinese inizia a fiorire già dal mese di febbraio, donando un primo tocco di colore ai giardini dormienti. Nonostante si tratti di una pianta piuttosto robusta, può essere coltivata anche in vaso a patto però che questo sia abbastanza capiente e di procedere al rinvaso ogni due anni.

Il Mughetto, candore e profumo nel nostro giardino

mughetto

Se oltre ai magnifici colori amate circondarvi dell’inebriante profumo delle vostre amiche piante, non potete proprio fare a meno di piantare qualche delizioso esemplare di Convallaria majalis, meglio conosciuta con il nome di Mughetto.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, dove fa bella mostra di sé nei boschi di latifoglie per lo più allo stato spontaneo. E’ caratterizzata da un rizoma sotterraneo che produce due foglie lunghe e lanceolate dal colore verde chiaro.

Nel periodo primaverile in mezzo alle foglie si forma un lungo stelo eretto, sul quale compaiono poi dei fiorellini bianchi e profumati a forma di campanula. In estate i fiori lasciano il posto ai frutti, dalla forma tondeggiante e dal colore rosso.

Piante da appartamento: lo Spatifillo Wallisi

spatifillo

Lo spatifillo è una pianta rizomatosa appartenente alla famiglia delle Aracee, originaria dell’America tropicale e Indosinesia; sotto questo nome sono raggruppate quattro o cinque varietà di piante perenni, delle quali la più coltivata è lo spatifillo wallisi (Spathiphyllum wallisi).

La caratteristica principale di questa pianta è il suo fiore, che è costituito da una spata, ovvero un fiore caratterizzato dall’assenza di petali che sono sostituiti da una conchiglia all’interno della quale spunta una specie di pannocchia; questi fiori spuntano tra maggio e agosto e durano diverse settimane prima di appassire. Il colore delle spate è un bianco tendente al verde; le foglie di questa pianta sono piuttosto lunghe e sono di colore verde lucido; l’altezza che può raggiungere lo spatifillo è di circa 50 centimetri.

L’orchidea vanda

orchidea vanda

Sotto il nome di orchidea vanda vanno circa sessanta specie di orchidee epifite originarie di Asia, Sri Lanka, Nuova Guinea e Australia.

In base alla forma delle foglie distinguiamo tre tipologie di orchidee vanda:

  • Vanda con foglie a nastro ( sono quelle che hanno maggiori capacità di adattamento alla coltivazione domestica quali, Vanda sanderiana, Vanda coerulea, Vanda Luzonica, Vanda merrillii, Vanda tricolor ecc.);
  • Vanda con foglie cilindriche (Vanda teres, Vanda hookeriana ecc.);
  • Vanda con foglie intermedie.

Tutte producono vistose infiorescenza a pannocchia di colore dal giallo al blu; la fioritura è presente tutto l’anno e dura svariate settimane.

Riguardo le cure colturali, le orchidee vanda amano le posizioni molto luminose ma non il sole diretto, anche se durante l’inverno l’esposizione al sole per qualche ora al giorno può essere utile a favorire la fioritura. In ogni caso si tratta di piante che temono molto il freddo e che vanno coltivate in appartamento ad una temperatura di 20-25° C e lontane da fonti di p. Solo in estate possono essere trasferite all’aperto.

Piante da appartamento: la Sanseveria

sanseveria

La Sanseveria è una delle piante da appartamento più diffuse alle nostre latitudini, sia per la semplicità di coltivazione che per la capacità di arredare l’ambiente, regalando alla vista un gradevole spettacolo.

E’ una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria delle zone tropicali dell’Africa, da dove poi si è diffusa in diverse regioni del globo con clima non troppo rigido. In Italia se ne consiglia la coltivazione in luogo chiuso, azzardando la collocazione in piena aria solo nel periodo più caldo dell’anno.

La caratteristica comune a tutte le specie è rappresentata dalle foglie carnose, spesso allungate e con striature più chiare rispetto al verde “di base”. La fioritura è di scarsa importanza e si manifesta con grappoli di fiori dal colore bianco o verde chiaro.

Erbe aromatiche: la santoreggia

santoreggia

La santoreggia (Satureja hortensis) è un’erba aromatica dal profumo simile a quello del timo, originaria dell’Asia sud-occidentale e del bacino del Mediterraneo. La santoreggia coltivata negli orti come aromatica è una specie annuale con fusto eretto molto ramificato, foglie lineari e fiori rosa, mentre quella selvatica, la Satureia montana, chiamata anche falso timo, è una pianta perenne cespugliosa con fiori bianchi e rosati.

La santoreggia ama le posizioni soleggiate ma può svilupparsi anche in condizioni di ombra parziale; predilige i terreni asciutti, rocciosi e sabbiosi, purché ben drenati, mentre non ama quelli ricchi di materia organica e non necessità di grandi quantità d’acqua. La specie annuale si propaga per semina in aprile, mentre quella perenne per divisione dei cespi ad inizio primavera.

La Ginestra dei carbonai

ginestra dei carbonai

Gli affezionati lettori di PolliceGreen ricorderanno senza dubbio un articolo dedicato alla Ginestra, nel quale venivano dettagliatamente indicate le cure relative alla coltivazione. Perché allora tornare sull’argomento? Perché oggi vogliamo dedicarci ad una particolare varietà di questa spettacolare pianta, ovvero il Cytisus scoparius, comunemente conosciuto come Ginestra dei carbonai.

A prima vista potrebbe essere confusa con la Ginestra comune, ma se facciamo lo sforzo di avvicinarci alla pianta, possiamo notare che il Cytisus scoparius presenta la sezione dei rami a forma pentagonale, a differenza dell’altra che invece è a sezione tondeggiante.

Appartiene alla famiglia delle Fabacee ed è originaria dell’Europa, dell’Asia minore e dell’Africa. Alle nostre latitudini è piuttosto diffusa sia nelle zone montuose che a bassa quota, rallegrando la vista nei pressi dei boschi o lungo i sentieri con il suo colore giallo intenso.

Erbe aromatiche: la maggiorana

maggiorana

La maggiorana (Origanum majorana) è un cespuglio dal profumo molto gradevole che cresce spontaneo nelle regioni mediterranee; la maggiorana appartiene alla famiglia delle Labiatae, e fisicamente si presenta ricoperta da un fitta peluria che conferisce una colorazione verde o grigiastra alle foglie, anch’esse piccole e fitte. I fiori sono di colore bianco, rosa o malva, sono riuniti in piccole spighe che sbocciano da luglio a settembre.

La maggiorana teme i ristagni idrici e quindi deve essere coltivata in terreni leggeri e ben drenati; può essere seminata in piena terra in primavera inoltrata, oppure in un semenzaio alle fine di aprile. Per favorire l’irrobustimento degli esemplari, il primo anno è opportuno tagliare le sommità fiorite.

La moltiplicazione della maggiorana, oltre che per seme, può avvenire anche per divisione dei cespi in autunno o in primavera, oppure per talea all’inizio dell’estate. Le foglie di questa pianta, sia fresche che essiccate, sono molto utilizzate in cucina per aromatizzare i piatti più disparati: dal pesce alla carne passando per uova e le insalate.

Parassiti delle piante: il ragnetto rosso

ragnetto rosso

Il ragnetto rosso è un acaro fitofago che infesta le piante ornamentali, gli ortaggi e gli alberi da frutto; a prima vista è difficile individuarlo, ma si può percepirne la presenza dai segni che presenta la pianta, ovvero una serie di ragnatele che ricoprono il lato inferiore delle foglie. Questi piccoli ragni possiedono una forma arrotondata, sono di colore rosso, e sono in grado di produrre fino a 10 generazioni all’anno.

Il ragnetto rosso si sviluppa solitamente in ambienti molto caldi e asciutti; questo acaro infesta la parte inferiore della foglia, succhiandone la linfa, e facendo apparire su di esse delle macchie giallastre; inoltre le gemme risulteranno rovinate e rosicchiate.